Autore: Redazione
09/11/2016

Vine, Twitter ci ripensa e considera alcune offerte per l’app

Dopo l’annuncio della chiusura la società rifette su una possibile cessione. Che non è esente da rischi

Vine, Twitter  ci ripensa e considera alcune offerte per l’app

Twitter fa marcia indietro su Vine: secondo TechCrunch, infatti, la società di San Francisco starebbe considerando alcune offerte per rilevare l’applicazione per condividere brevi video dopo aver annunciato la settimana scorsa l’intenzione di spegnere per sempre la piattaforma acquisita tre anni fa per circa 30 milioni di dollari. Oggi, invece, si sarebbero aperte una serie di discussioni per valutare la cessione dell’asset, in crisi per la concorrenza di Snapchat e Instagram ma sempre molto amato dal suo pubblico.

logo-twitter-e1477914722873

Decisione legata ai costi

Gli interessati, circa cinque società, stanno mettendo sul piatto cifre inferiori ai 10 milioni di dollari. L’unico nome emerso, anche se non confermato dalla fonte citata da TechCrunch, è stato quello di Line, l’app di instant messaging giapponese che si è quotata lo scorso luglio. La decisione di chiudere Vine da parte di Twitter sembra soprattutto legata ai costi: stando ad un report del New York Times, infatti, l’app costa circa 10 milioni al mese e la sua monetizzazione non è mai decollata con i creators che via via hanno approcciato con maggior soddisfazione - economica e di pubblico - altre piattaforme social.

Dietrofront

La notizia del dietrofront di Twitter getta ancora ombre sulla situazione attuale della società: se, infatti, nel terzo trimestre le stime degli analisti sono state battute la crescita del giro d’affari pubblicitario è stata solo del 6% e l’utenza  non aumenta ai ritmi sperati. Anche il processo per la vendita della società non ha portato a niente e la scelta di vendere Vine potrebbe rivelarsi rischiosa: una cessione scontata potrebbe essere interpretata come un segnale negativo così come un eventuale ritorno in voga dell’app, una volta passata in altre mani. Anche il tema delle integrazioni con i tweet potrebbe rivelarsi fondamentale nella scelta del’acquirente. E per una volta non sarebbe solo una questione di prezzo.