Autore: Redazione
01/12/2016

Ue, primo via libera alla portabilità dei contenuti online

Intanto la Commissione sta portando avanti un’altra direttiva che punta a semplificare le procedure per tutti gli Stati sul fronte dell’Iva e pensa al livellamento dell’imposta al 4% per gli ebook e per i contenuti digitali

Ue, primo via libera alla portabilità dei contenuti online

Quando si sottoscrive un abbonamento per la fruizione di un contenuto online, di qualsiasi tipo, spesso il suo utilizzo è protetto da copyright, cioè è ancora largamente caratterizzato da licenze di esclusiva su base territoriale. Il risultato è che un abbonamento stipulato, ad esempio, in Italia risulta totalmente inutile in un altro Paese dell’Unione. Questa situazione sta per essere cambiata e recentemente sono stati mossi i primi passi in questa direzione da parte del Parlamento europeo. Lo scorso anno, infatti, la Commissione ha presentato una proposta per l’ammodernamento del copyright sulla cosiddetta portabilità dei contenuti online, per poter fruire dei contenuti per cui si paga un abbonamento nel proprio Paese di residenza anche quando si è temporaneamente in viaggio in un altro Paese dell’Ue, dalle partite ai film fino alla musica online. La commissione Affari legali del Parlamento europeo ha approvato all’unanimità un rapporto a riguardo. Il prossimo passo è l’avvio di un negoziato con il Consiglio per raggiungere un compromesso sulla proposta. Due azioni per spingere l’ecommerce in Europa La Commissione Ue intanto è al lavoro anche su un’altra direttiva che punta a semplificare le procedure per tutti gli Stati sul fronte dell’Iva. La riforma della raccolta dell’Iva online mira a evitare che i singoli operatori di ecommerce siano costretti a registrarsi in tutti i paesi in cui operano, per pagare l’imposta sul valore aggiunto nel Paese in cui hanno effettuato la vendita. Le società online dovranno effettuare la registrazione in un solo Paese e lì versare l’Iva; sarà poi quello Stato a redistribuire i proventi verso i Paesi a cui erano indirizzate le vendite, come avviene già per i servizi su internet. Il mancato gettito dovuto alle frodi in questo campo, secondo le stime di Bruxelles, arriva a 5 miliardi di euro in un anno e l’obiettivo di questa “manovra” è rimuovere gli ostacoli che frenano la diffusione dell’ecommerce sul territorio comunitario e recuperare evasione. Bruxelles sta inoltre pensando anche al livellamento dell’imposta al 4% per gli ebook e i contenuti digitali, equiparandoli a quelli cartacei, come era da tempo richiesto da alcuni Paesi tra i quali l’Italia. Sono tutte iniziative - tra cui rientra anche l’accordo trovato per vietare il geoblocking (paragrafo sopra) - che fanno parte di un progetto più ampio per favorire il diffondersi dell’ecommerce sul territorio comunitario e recuperare l’evasione.