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I fari dell’Ue sull’ecommerce, tra trend di crescita e pratiche scorrette

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Un rapporto preliminare di Bruxelles tenta di descrivere un fenomeno in ascesa ma caratterizzato da alcuni comportamenti che minano la libera concorrenza e la scelta autonoma del consumatore

Luci e ombre per il commercio elettronico europeo. A fotografare lo stato attuale del comparto è stata l’Unione europea, che settimana scorsa ha rilasciato un rapporto preliminare sul tema, voluto un anno e mezzo fa dal commissario Margrethe Vestager, con l’obiettivo di fare un po’ di chiarezza su un settore le cui pratiche sono spesso frutto di accordi tra produttore e commerciante. E che talvolta sfociano in comportamenti a cui Bruxelles vuole porre un taglio. Per il primo trimestre dell’anno è attesa la versione finale dell’investigazione che fino a oggi ha preso in esame ben 1.800 aziende, tra cui marketplace online, servizi di streaming, e produttori di beni online, per un totale di 8.000 contratti di distribuzione. “L’ecommerce è diventato importante per i consumatori e ha ormai un impatto significativo sul business e le strategie delle aziende. Queste devono avere la libertà di determinare la propria strategia di vendita online - ha detto Vestager -. Allo stesso tempo, le autorità antitrust devono assicurare che non si aprano a pratiche anticompetitive. Queste pratiche possono impedire ai consumatori europei di trarre tutti i vantaggi di ecommerce in termini di maggiore scelta e prezzi più bassi”.  

I benefici dell’ecommerce

  Stando allo studio pubblicato settimana scorsa, infatti, oltre metà degli adulti europei nel 2015 hanno ordinato beni e servizi, con punte dell’80% in alcuni Paesi. Non solo, l’ecommerce è anche un importante driver nella trasparenza dei prezzi e nella competizione degli stessi, in grado di aumentare scelta dei consumatori e la possibilità di trovare gli affari migliori. Una trasparenza che si riflette anche lato offerta: oltre la metà dei retailer monitora la concorrenza e adatta i prezzi in base alle loro azioni. Print

I pericoli per un mercato libero

  Il rapporto punta però il dito verso diverse pratiche scorrette che minano la libera concorrenza e una scelta consapevole dei consumatori. In una nota l’Unione segnala diverse pratiche scorrette, invitando le aziende ad allinearsi se non vogliono incappare in sanzioni. Per esempio, i produttori hanno intrapreso delle azioni volte a controllare la distribuzione dei prodotti e il posizionamento dei propri brand. Il sistema della distribuzione selettiva in cui i prodotti possono essere commercializzati solo da rivenditori autorizzati preselezionati sta conoscendo un notevole aumento. E gli stessi produttori stanno usando una serie di restrizioni contrattuali.  

Ecco alcune delle evidenze emerse:

  • Più di 2/5 dei retailer online ha subito pressioni in tema di raccomandazioni o restrizioni di prezzi;
  • Almeno 1 retailer su 5 non può rivendere prodotti su determinati marketplace, in base ad accordi contrattuali;
  • A oltre 1 retailer su 10 è vietato inviare offerte a siti di comparazione prezzi;
  • Sempre più del 10% dei retailer ha dichiarato di aver registrato delle imposizioni per non vendere oltre confine;
  • Alcune di queste pratiche, spiega la nota, possono rendere più difficoltoso fare shopping online in generale e oltre confine e danneggiano i consumatori in termini di scelta e di trovare prezzi più competitivi.
 

Digital Content

  Un paragrafo del comunicato diramato da Bruxelles ha a che fare con le licenze di copyright, con gli accordi che sono definiti complessi e spesso esclusivi. A marzo, la Commissione aveva pubblicato le prime evidenze sul tema del geoblocking, individuando come questa pratica sia diffusa soprattutto per i contenuti digitali. Oltre il 60% degli accordi di licenza sono relativi a un singolo Stato. E se il geoblocking è il risultato di intese bilaterali tra fornitori e distributori, questo potrebbe restringere la competizione nel mercato unico, in violazione delle norme antitrust comunitarie.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 29/04/2024


L’ACI mette a bando 3 milioni di euro per il servizio biennale di ideazione, produzione e pianificazione di nuove campagne pubblicitarie

L’Automobile Club d’Italia ha emesso un bando per l’affidamento del servizio di ideazione e realizzazione di campagne di comunicazione per ACI stessa, del valore di 3 milioni di euro al netto di Iva in 24 mesi a partire dal prossimo mese di febbraio. Termine per il ricevimento delle offerte:30 maggio 2024. Tra i requisiti richiesti ci sono quello di un fatturato globale maturato nel triennio precedente almeno pari a 6 milioni Iva esclusa, e di aver eseguito negli ultimi tre anni di almeno 2 campagne di comunicazione esterne realizzate per pubbliche amministrazioni/privati con un progetto creativo e un piano media articolato su base nazionale, di cui almeno una con un piano media di valore pari o superiore a 1,5 milioni, Iva esclusa . Finalità La finalità delle precedenti campagne è stata di raccontare valori, capacità, funzioni di ACI e di diffonderne la “mission”: rappresentare gli interessi, le ambizioni, le evoluzioni degli automobilisti contemporanei, non più intesi solo come “proprietari di veicoli” ma soprattutto quali cittadini che necessitano di mobilità sostenibile, sicura, individuale e interconnessa con quella collettiva. ACI ha inteso, inoltre, evolvere il suo ruolo, in funzione delle trasformazioni della società, estendendo la sua attenzione a tutte le modalità con cui si compone oggi la mobilità individuale, di cui fruiscono tutti i cittadini non solo gli automobilisti, e integrando il concetto di mobilità sostenibile che deve essere certamente a minor impatto ambientale ma, altresì, anche con sempre maggiore la sicurezza stradale e, soprattutto, accessibile a tutti. ACI intende quindi perseguire questo percorso per i prossimi due anni, sviluppando campagne istituzionali/sociali, con adeguate pianificazioni nazionali, rinnovando le campagne specifiche legate ai servizi/prodotti offerti, proseguendo la comunicazione sui temi della Sicurezza Stradale e della corretta guida che ogni anno avranno un focus specifico, supportando con azioni di comunicazione specifiche le proprie articolate attività, ad iniziare da quelle sportive e associative. Obiettivi Al fine di accrescere awareness, autorevolezza e credibilità sia presso il grande pubblico italiano (protagonisti o fruitori della mobilità) come presso gli influenti di settore e gli interlocutori istituzionali, si reputa necessario che la comunicazione abbia come direzione: 1. Raccontare ACI in un’unica narrazione istituzionale, finalizzata ad ottimizzare e incrementare la corretta reputazione del brand, che successivamente si declina, in modo originale ma sempre riconoscibile, nelle diverse attività di comunicazione che saranno richieste; 2. Diffondere la vision di ACI e i valori del brand per sostenere una nuova consapevolezza, presso i target indicati, del vero e attuale posizionamento di ACI e del suo ruolo attivo nel processo di innovazione del Paese. 3. Promuovere e consolidare la consapevolezza della qualità, efficienza e innovazione dei prodotti e servizi che ACI offre, anche nei confronti di un pubblico meno attiguo al mondo ACI, per semplificare e migliorare le esigenze di mobilità.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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