Troppa viewability ma poca qualità

Per un investitore felice…

In target, audience base, viewability, programmatic, ctr, vtr, su internet si può misurare tutto, anche la posizione del sito sulla quale cade l’occhio. Non importa se quando ci sono gli spot in televisione me ne vado in bagno e mentre leggo un giornale uso le pagine di pubblicità per incartare le tazzine di ceramica.

Il fatto è che internet è uno strumento altamente misurabile, e fin qui, tutto bene. Il problema è che ci si accanisce a riversare sugli editori la responsabilità di risultati senza intervenire invece sulla qualità del messaggio pubblicitario e sul prodotto, che semplicemente dovrebbero essere resi più interessanti. Al contrario, quello che è successo è che si è presa una strada molto diversa, cercando di creare pubblicità più effervescente e non più interessante, i formati sono stati resi sempre più “impattanti”, cioè così fastidiosi da spingere il lettore ad usare gli ad-block. Voglio sottolineare che per la tv o per la carta stampata non esiste nessun ad-block. O meglio, negli USA, da cui notoriamente vengono tutte le genialate di internet, l’hanno studiato un ad-block per la televisione: si chiama “telecomando”, e funziona!

Vogliamo finalmente riconoscere il valore di quegli editori virtuosi che gestiscono la comunicazione pubblicitaria come si deve, in armonia con il contenuto editoriale? Se sei d’accordo oppure no, faccelo sapere, scrivi a redazione@dailynet.it.