Autore: Redazione
18/05/2016

Tosinvest: Feltri dirige Libero, presto l'acquisizione del Tempo

Maurizio Belpietro lascia la direzione del quotidiano al suo fondatore; entro fine maggio l'arrivo della testata romana

Tosinvest: Feltri dirige Libero, presto l'acquisizione del Tempo

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Maurizio Belpietro Colpo di scena a Libero, dove ieri, il direttore Maurizio Belpietro ha rassegnato le dimissioni dalla testata che, attraverso Tosinvest, fa capo alla famiglia Angelucci. Lo sostituisce Vittorio Feltri, rientrato nelle scorse settimane come opinionista nel giornale di cui è stato a sua volta direttore (ed editore) per nove anni, fino al 2009. Secondo la ricostruzione fornita da Il Tempo, sembra si tratti di una decisione politica, che vorrebbe portare il quotidiano a un orientamento più vicino all’asse Renzi-Verdini. Ed è per lo meno curioso che questa ipotesi - insieme a quella relativa a uno scontro che si sarebbe consumato tra i due direttori anche in merito alla gestione dei tagli agli stipendi dei giornalisti - sia stata avanzata o riferita proprio dal quotidiano romano che, salvo sorprese dell’ultima ora, sta per passare - probabilmente entro fine mese - proprio sotto l’ombrello di Tosinvest. Quest’ultima, in occasione della sollecitazione alle manifestazioni di interesse emessa dai commissari giudiziali nominati dal Tribunale di Roma, aveva presentato un’offerta da 12,5 milioni di euro (in 36 mesi) per l’acquisto della testata che il costruttore romano Domenico Bonifaci aveva acquisito dal gruppo Caltagirone alla fine degli anni ’90 e che versa in pessime acque. Nell’esercizio 2014 ha chiuso, infatti, con un rosso di 13 milioni di euro a fronte di 6,7 di valore della produzione; attualmente diffonde intorno alle 17.000 copie e il piano di Tosinvest prevede fortissimi tagli redazionali. L’offerta di quest’ultima è rimasta l’unica sul tavolo dopo che l’asta è andata deserta. Come data per l’omologa del concordato è stato stabilito il 26 maggio. Non a caso, è già stato fatto più volte proprio il nome di Feltri come possibile direttore, ruolo attualmente ricoperto - e ora tutto fa pensare che non ci saranno cambiamenti - da Gian Marco Chiocci. A meno che, più avanti, non si vada a un’integrazione tra i due giornali, come qualche “scenarista” suggerisce. Del resto, anche Libero non sta certo brillando: né sul fronte delle diffusioni, ormai stabilmente più vicine alle 45 che alle 50.000 copie, né su quello della raccolta, dove il discreto andamento del digitale non impedisce alla pubblicità (della nazionale si occupa System, della locale SpeeD) di viaggiare a un tasso di contrazione per lo meno allineato a quello che, purtroppo, registrano il quotidiani in generale (a quota -4,4% nel corso del primo trimestre di quest’anno in base ai dati ufficiali).