ABBONATI

Splio, innovazione e concretezza per conquistare l’Italia

Autore:


La software house guidata nel nostro Paese dal country manager Fabio Maglioni può vantare un portafoglio di 30 clienti a target medio - alto e nel 2016 punta al raddoppio del fatturato

Si parla spesso di un’Italia in ritardo, costretta a rincorrere i cugini europei e americani per colmare quel gap che ci divide da loro in materia di tecnologia e innovazione, ma questo tempo potrebbe essere sulla via della conclusione. «Pur ammesso che un ritardo esiste e che il periodo economicamente non è dei più floridi, la percezione è che siamo alla vigilia di un salto tecnologico che offre importanti prospettive e opportunità di crescita». Così parla Fabio Maglioni, country manager Italia di Splio, la software house internazionale proprietaria della customer experience management platform Spring, che ha da poco inaugurato una sede a Milano. In una lunga chiacchierata con DailyNet Maglioni ha raccontato a 360 gradi l’universo della società di cui è responsabile, mettendo in evidenza punti di forza e vantaggi competitivi che Splio può offrire al mercato.

Parliamo un po’ di voi. Chi è Splio e di che cosa si occupa?

«Splio è una società francese nata 15 anni fa con una chiara visione di essere un software house applicativo che nel corso del tempo si è sviluppata in base alle esigenze del mercato, dell’audience e anche della tecnologia: da piattaforma di direct marketing ci siamo evoluti in una customer experience management (CEM) in cloud. Il settore nel quale siamo più attivi è il Retail, che rappresenta il 90% del traffico. Ambiti come Ospitality, Insurance e Travel sono quelli destinati a crescere maggiormente. La società è attiva in tre continenti: Europa con headquarter principale a Parigi, in Cina con due sedi e in Sud America, dove siamo di base a San Paolo. Non siamo ancora entrati nel mercato nord americano», spiega Maglioni, pur non escludendo l’inserimento in road map di uno sbarco negli States nel prossimo futuro. «La presenza sul mercato internazionale è diffusa e concreta, in particolare Splio è stato lungimirante negli investimenti in Oriente: in Cina siamo presenti da anni, il business cresce bene e l’audience, native e mobile, è matura per i nostri servizi. A fronte di questo, però, l’attenzione per i mercati tradizionali e locali certo non diminuisce», ha aggiunto Luciana Chiappa, head of marketing dell’azienda .

E l’Italia?

«A febbraio abbiamo presentato la sede italiana, a Milano, dopo tre anni in cui dal nostro headquarter di Barcellona, punto di riferimento per il Sud Europa, abbiamo notato un certo movimento in questo mercato. Da qui siamo partiti per costruirci una base di partenza di una ventina di clienti. L’anno di svolta è stato il 2015, nel quale si sono susseguiti due episodi concomitanti: da un lato un’evoluzione del posizionamento in direzione marcatamente CEM, dall’altro il rilascio di una nuova piattaforma in grado di sposare a pieno le nostre soluzioni di customer experience management. Dunque, alla luce di cambiamenti in fase di release e di prodotto c’è stato l’impulso a investire nel mercato italiano».

Fabio Maglioni Fabio Maglioni

Quali sono gli obiettivi?

«Da ottobre, ho preso in carico l’apertura della sede italiana con un business plan ben definito su tre assi: aumentare la proximity, crescere in termini di market share facendo leva su clienti esistenti e soprattutto sull’acquisizione di nuovi e incrementare la brand awareness insieme al lancio della nuova piattaforma. Dall’inizio dell’anno a oggi abbiamo conquistando un paio di clienti al mese, portando il portafoglio italiani a 30 clienti totali, con aziende di target medio - alto. Tra questi spiccano nomi importanti, come Lindt, Patrizia Pepe, Sephora, Casevacanza.it, Bakeca.it, Atahotels e Allianz, tutte intente a migliorare il rapporto di fiducia con la propria clientela. Anche in Italia l’ambito Retail è per noi predominate così come il Classified Advertising sta andando molto bene perchè, pur avendo un business esclusivamente digitale, necessita di buone capacità di profilazione e deliverability. Infine, prevediamo quest’anno di raddoppiare il fatturato, per una crescita del 100%».

Nel concreto, che cosa differenzia Splio dai competitor?

«Il fattore differenziante per eccellenza è il fatto di essere una piattaforma unificata con processi integrati, cioè nati sullo stesso software e non sono perciò il risultato di acquisizioni. Il customer hub targato Splio è in grado di processare e integrare soluzioni di automation, processi di trust, loyalty e clienteling che partono dallo stesso nucleo applicativo. In seconda battuta mi soffermerei sulla specifica unione tra i processi di profilazione dell’individuo, come trust e loyalty, che non sempre vengono tenuti nella giusta considerazione in quanto elementi perno della customer experience. Da noi, invece, rappresentano una parte integrante della piattaforma, per far si che da un contatto sporadico si arrivi alla fidelizzazione del cliente fino a renderlo ambassador, ossia un’ulteriore fonte di conoscenza per altri utenti. Ciò significa curare la persona in tutta la sua customer journey, coniugando meccaniche comportali, note o meno, finalizzate in primis a una maggiore conoscenza del profilo utente e per poi infine portarlo all’acquisto. Oggi tecnologie come la nostra semplificano questo processo, fornendo dati più puntuali che derivano da un workflow di azione - reazione, il quale permette di determinare l’esatto customer journey di un utente. Per chiudere il cerchio, infine, è fondamentale il device umano, vale a dire il contatto tra le persone: tutti i dati raccolti dall’azienda sul cliente devono poter essere utilizzati strategicamente, e in un periodo di tempo abbastanza breve, anche al momento della vendita negli store fisici. Una commessa, per esempio, è importante che conosca il rapporto tra chi ha di fronte e l’azienda - quali e quante ricerche ha fatto online, cosa c’era nel carrello abbandonato, quali ecommerce visita - in modo da proporre qualcosa per lei davvero interessante. Ovviamente - conclude Maglioni - siamo ancora in una fase embrionale, di fronte a una tendenza tecnologica o poco più, ma non escludo che in futuro con maggiore organizzazione e semplificazione dei processi si potrà espandere anche a livello massivo».

Come comunicate la vostra presenza al mercato?

«Per farci conoscere al mercato italiano abbiamo messo a punto un piano di comunicazione e di marketing che prevede diverse partnership con enti, università e istituti di ricerca, come il Politecnico di Milano, l’Osservatorio di Multicanalità e Netcomm, in un’ottica di fare education sulla customer experience, di cui si parla tanto ma in pochi ne hanno esperienza concreta. Va in questa direzione anche la collaborazione con lo studio Open to Europe per mantenere i rapporti con la stampa», ha affermato Luciana Chiappa . «Il nostro obiettivo finale non è solo fare chiarezza in ambito digital ma anche aumentare la brand awareness facendo emergere la nostra leadership nell’area specifica del CEM. Nel nostro tipo di mercato, inoltre, non è da sottovalutare nemmeno il “word of mouth”, la referenza del cliente stesso».


img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy