ABBONATI

Insight e mobile protagonisti al secondo giorno dell’Interact Lisbon

Autore:


Facebook e Google hanno raccontato l’evoluzione dei dispositivi attraverso lo studio del dato e la capacità di lettura dei marketer. Renault ha mostrato nuovi modi di utilizzare gli smartphone per aumentare le vendite e ha svelato la prossima creazione di una mobile app factory

jennifer kattula Jennifer Kattula Nel mare di dati a disposizione dei marketer si rischia sempre di affogare. Sarebbe ingenuo, infatti, confondere i big data, Santo Graal della comunicazione digitale, con gli insight utili a mettere in pratica le strategie dei brand. Al Myriad Cristal di Lisbona, da cui il mare dista appena pochi passi, i più grandi canalizzatori di informazioni sui navigatori del web hanno messo in chiaro la relazione che intercorre tra questi due concetti durante la seconda giornata dell’Interact Lisbon 2016. Jennifer Kattula, head of marketing for ad tech di Facebook, ha subito disegnato il campo su cui si è sviluppato il suo keynote: “Negli earning call parlano tutti di revenue, vendite e crescita, ma è difficile che scendano ad analizzare mezzo per mezzo da dove derivino”. Uno studio di eMarketer, poi, riporta che solo un terzo dei responsabili comunicazione misurano revenue per cliente e consumer lifetime value, mentre il 20% non utilizza nessuna logica di attribution. Una mancanza di attenzione che si riflette anche sullo shifting dei consumatori verso i dispositivi mobili. “La spesa mobile è cresciuta del 61% tra il 2014 e il 2015, fino a raggiungere 2,6 miliardi di dollari, ma il 43% delle campagne non raggiungono il giusto target, e queste sono risorse sprecate”, sottolinea Kattula. “Bisogna tornare a studiare i dati, e questi suggeriscono un approccio mobile first. Non solo, durante lo sviluppo di un prodotto sarebbe molto importante pensare già a come collegarlo con il resto dell’ecosistema”, continua. Ad adottare logiche che privilegino i dispositivi portatili ci è riuscito anche un colosso come Facebook, “e questo vuol dire riorganizzare la struttura societaria e tecnologica, e adottare formati adv efficaci come native e video”, spiega Kattula, che poi suggerisce tre strade ai marketer: “Scegliere i propri obiettivi in base a metriche scelte e disegnate sul business specifico. Misurare tutto quello che si può misurare, specialmente cercando di seguire un utente su tutti i suoi dispositivi. Investire in quello che funziona, come le inventory di qualità; questo è molto importante e segna la differenza tra fare marketing a persone vere o a robot. Bisogna scegliere le destinazioni delle ads ed essere il più trasparente possibile”. Adapting measurement strategies for modern marketing Adit Abhyankar Adit Abhyankar Kattula ha lasciato il palco a Adit Abhyankar, head of Google Analytics 360 sales, e al suo intervento dal titolo “Adapting measurement strategies for modern marketing”, che ha delineato e approfondito alcuni dei punti strategici fondamentali per raggiungere i consumatori e rendere efficaci i budget dei brand. “Le persone toccano lo smartphone circa 150 volte al giorno, sta ai marketer capire come fare per raggiungerle nel modo migliore. Innanzitutto bisogna riuscire ad analizzare un customer journey sempre più frammentato: l’84% dei marketer, infatti, non crede che le fonti dei loro dati siano ben integrate. Andando a fondo e riuscendo a mantenere un database utenti sempre aggiornato e monitorato, Domino è riuscita a risparmiare l’80% dei suoi budget dedicati all’ad serving e degli ops cost, aumentando, contemporaneamente, le revenue mensili del 6%”, inizia Abhyankar. “In seconda battuta bisogna capire come usare gli “insight”. Avere tutti i dati a disposizione spesso genera solo confusione. Invece, bisognerebbe fare delle scelte e poi verificare attraverso i dati la loro effettiva bontà. Certo non è facile condurre esperimenti sui dati utilizzando tecnologie, che spesso non riescono a simulare i comportamenti dei consumatori, e nemmeno trovare le metriche giuste per il proprio business è una attività da prendere sotto gamba, ma è necessario impostare una strategia e scegliere i dati giusti per confermarla”, continua. “Sono in molti, poi, a comprare tecnologie per la gestione delle informazioni. Ma il roi non si raggiunge attraverso le acquisizioni, quanto invece usandole in modo furbo. Lo step fondamentale è l’eliminazione delle complessità, che permettono in seconda battuta di coinvolgere la company intera. Rendendo i risultati di facile accesso si riusciranno ad ottenere anche le chiavi di lettura di team esterni ai data scientist”. Ma il punto più importante è il rispetto verso i consumatori: “Spesso non sono uguali a come li disegnano i dati, e quindi non bisogna pensare a un segmento, ma a un porfolio di segmenti, e non bisogna pensare a un messaggio, ma a un bouquet di messaggi. È necessario stare attenti alle loro intenzioni, ai loro comportamenti”, conclude Abhyankar. Mobile un’opportunità da sfruttare Mohamed Eldjendoubi Mohamed Eldjendoubi Proprio dal mobile riparte Mohamed Eldjendoubi, manager AMI di Renault Digital. Nello specifico, la regione composta da Africa, Medio Oriente e India ha registrato una crescita della penetrazione dei dispositivi tra il 50 e il 70% negli ultimi anni, diventando così un’opportunità da sfruttare. E allora grazie a una partnership con la divisione mobile di OMD, Renault ha creato una app che ha smentito lo scetticismo di tanti marketing della zona geografica, provando la sua efficacia giorno dopo giorno. La casa automobilistica ha dato agli utenti la possibilità di fare dei test drive in realtà aumentata che ha portato molti utenti a prenotare l’acquisto direttamente da mobile, senza nemmeno vedere l’auto dal vivo. “Il 15% delle vendite è stato concluso su device mobili, e dopo questo successo abbiamo deciso di creare una nuova app dedicata alla nuova 4x4, per assistere i nostri clienti nella manutenzione e in alcune altre diverse funzioni giornaliere”, spiega Eldjendoubi. Inoltre, “tutti i dati raccolti sono stati passati al servizio di crm”. Grazie alle performance di questi due progetti, i dirigenti global si sono convinti della bontà del mezzo, tanto che “avremo presto una mobile app factory per industralizzare concept e creation delle app”. La user experience è stata uno dei maggiori driver per l’aumento delle vendite.

Tag:

img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy