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RCS MG, Cairo: se passa l’Opas, nuovo CdA e strategia per aumento ricavi

Autore: V Parazzoli


L’editore de La7 si dichiara «molto confidente» sull’esito positivo della propria offerta, che lo porterebbe ad avviare il rilancio delle testate con un piano per accrescere le entrate e ridurre i costi

Urbano Cairo si dice «molto confidente» in merito al possibile esito dell’Opas su RCS MediaGroup lanciata dal suo Gruppo. «Poi vedremo come andranno le adesioni - ha aggiunto ieri, parlando dell’argomento dopo la presentazione dei palinsesti de La7. E anche nell’ipotesi in cui non andasse bene, ma non ci credo, comunque La7 me la terrei strettissima». Poi, commentando la posizione del Consiglio di Amministrazione della stessa RCS MediaGroup sulle due offerte concorrenti per prendere il controllo della società, ha aggiunto: «Il cuore del CdA di RCS MG “batte” per l’Opa Bonomi. Del resto, chi lo ha nominato sono i quattro della cordata dell’Opa, a cui si aggiunge Fiat, che è uscita dall’azionariato, meno Andrea Bonomi. Sembrerebbe, dunque, strano che i consiglieri siano più propensi per la mia offerta». Cairo, come si sa, mira al 50% delle azioni più una, accontentandosi del 35% più una se sarà idonea, in quanto partecipazione qualificata, a esercitare il controllo di fatto di RCS MG. E nel caso, una delle prime cose che ha intenzione di fare, come ha già dichiarato, sarà proprio quella di revocarne il CdA. cairo communications

Cairo è pronto ad acquistare in proprio azioni della sua società

  Nell’ipotesi che tutto il mercato consegni le azioni RCS MG all’Opas (che arriverebbe, così, al 77,4% delle azioni, dato che il 22,6% già in possesso di IMH - che, inoltre, ieri, ha comunicato di aver avuto finora adesioni per un altro 1,65% - non ha possibilità di “migrare” verso l’offerta concorrente) e quindi che la società dell’editore di La7 si diluisca al 41%, lo stesso Cairo si è detto pronto ad acquistare in proprio azioni della sua società sul mercato con una Rab (reverse accelerate bookbuilding), fino al 5% (tetto massimo esercitabile in dodici mesi) per salire, nel caso, fino al 46%. Cairo, inoltre, ha aggiunto che altri investitori a lui vicini potrebbero rilevare un ulteriore 5% sul mercato, assicurandogli di conseguenza il pieno controllo della Cairo Communications.  

Riuscire a far crescere i ricavi riducendo i costi

L’impressione non dichiarata è che, invece, la cordata IMH, con il 30%, costituirebbe un patto di sindacato che potrebbe esercitare un potere di blocco sulle attività di sviluppo di RCS MG. Attività che Cairo vede come necessarie e urgenti per rilanciare quest’ultimo Gruppo, sfruttandone le sue potenzialità, al di là dell’apporto di cassa di cui già dispone e di cui, a maggior ragione, potrà disporre con il finanziamento di Banca Intesa a cinque anni e con l’aumento di capitale che sarà varato dall’assemblea straordinaria del 18 luglio. «L’importante, in realtà - ha detto - è riuscire a far crescere i ricavi riducendo i costi. Il Corriere della Sera, ad esempio, potrebbe essere promosso con una grande campagna su La7 e un cut-price di un mese a un euro. RCS

Periodici: tesoro abbandonato

I periodici, poi, sono un tesoro abbandonato. Oggi vende 110.000 copie, ma può essere ampiamente rilanciato; Sette genera un quarto dei ricavi dei suoi concorrenti diretti, vende 250.000 copie e ha solo 3 milioni di euro di pubblicità; Io Donna lo abbiamo lasciato a 57 milioni di euro di raccolta e ora ne fa 24. I due quotidiani si possono arricchire, così come sono migliorabili i loro siti, che realizzano già dei buoni numeri, profilando meglio gli utenti. Il Giro d’Italia vale 25 milioni, contro un Tour de France che ne genera 110, per cui anche lì c’è ampio margine di crescita. In Spagna, infine, El Mundo ha cambiato tre direttori ma non va molto oltre le 100.000 copie. E c’è molto spazio per altri periodici popolari». Ora non resta che aspettare di sapere venerdì sera cosa avranno deciso di fare gli azionisti. Certo, c’è anche il rischio che nessuna delle due offerte prevalga: sarebbe lo scenario peggiore che RCS MG si troverebbe ad affrontare.

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La7

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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