Autore: Redazione
22/07/2016

RCS: IMH contro l'Opas di Cairo in Consob, che invece la conferma

L'autorità di controllo del mercato mobiliare conferma la vittoria dell'editore di La7 pur riservandosi ulteriori accertamenti

RCS: IMH contro l'Opas di Cairo in Consob, che invece la conferma

Si converte in un esposto alla Consob la richiesta da parte di Diego Della Valle di fare chiarezza sulle procedure che hanno portato Urbano Cairo a conseguire il 48,8% di RCS MediaGroup. L’esposto è stato presentato il 20 luglio 2016 dalla IMH, la cordata guidata da Andrea Bonomi di cui fa parte il “patron” della Tod’s insieme a Mediobanca, UnipolSai e Pirelli; e chiede di “verificare se vi siano state irregolarità nello svolgimento dell’Opas da parte di Cairo Communication SpA”. Alla base della richiesta ci sarebbe la possibile irregolarità commessa da Equita Sim, l’advisor finanziario della Opas di Cairo, che dal 12 luglio scorso risulta in possesso di una quota del 3,977% di Via Rizzoli, poi conferita all’offerta vincitrice. Secondo indiscrezioni stampa, lo stesso esposto sarebbe stato presentato alla Procura di Milano. Ma la Consob ha già rilasciato un comunicato nel quale afferma che non si ritengono, allo stato, sussistenti i presupposti per la sospensione cautelare dell'offerta Cairo, pur riservandosi ogni eventuale accertamento ulteriore.

I risultati definitivi dell'Opas

Nel frattempo, la Cairo Communication ha emesso un comunicato con i risultati definitivi dell’Opas lanciata su RCS. Al termine del periodo di adesione sono state riportate all’offerta 254.785.320 azioni, pari al 48,82% del capitale sociale e delle azioni ordinarie RCS oggetto dell’offerta, per un controvalore di 45.861.357 azioni Cairo Communication e 63.696.330 milioni di euro in contanti. Nel corso del periodo di adesione la U.T. Communications, altra società di Cairo, ha acquistato 22.119.951 azioni RCS, vale a dire il 4,24% del capitale sociale, portate anch’esse in adesione all’offerta. Come già annunciato, Cairo rinuncia alla condizione del livello minimo di adesioni in quanto ha conseguito, di fatto, il controllo della società.

I possibili scenari in RCS

Al netto del risultato dei controlli da parte di Consob, si allungano i tempi per l’ingresso di Cairo nel consiglio di amministrazione di Via Rizzoli. Tutto dipende, infatti, da cosa faranno i consiglieri in occasione del CdA per la trimestrale, in calendario per il prossimo 3 agosto. Nel caso in cui tutto il consiglio si dimettesse, ci vorrebbero 40 giorni per indire una nuova assemblea e questo farebbe slittare a settembre l’operatività di Cairo. Per subentrare prima, è necessario che si dimettano non più di quattro consiglieri su nove, che potrebbero essere il presidente Maurizio Costa, l’amministratore delegato Laura Cioli, Gerardo Braggiotti, vicino a Mediobanca, e Tom Mockridge, che era entrato per volere di John Elkann e quindi non avrebbe più motivo di restare in RCS. In questo caso potrebbero subentrare lo stesso Cairo nonché alcuni tra i suoi fedelissimi, per esempio l’a.d. della Cairo Pubblicità, Uberto Fornara, il direttore di amministrazione e controllo di gestione Marco Pompignoli, il direttore generale dell’Editoriale Giorgio Mondadori e di Cairo Editore, Giuseppe Ferrauto. Un altro nome possibile è quello dell’amministratore delegato di La7, Marco Ghigliani. Insieme a Stefano Simontacchi, partner dello Studio BonelliErede e attuale rappresentante di Cairo in CdA, quest’ultimo avrebbe cinque voti sui nove espressi dal Consiglio. Comunque, secondo quanto risulta a DailyMedia, né Costa, né Cioli avrebbero ancora manifestato le proprie intenzioni.

Ipotesi Bazoli alla presidenza della "nuova" RCS

Per quanto riguarda, invece, la presidenza della “nuova” RCS sta circolando il nome di Giovanni Bazoli, presidente emerito di Banca Intesa, che ha sostenuto la Opas di Cairo. Sempre le voci di mercato danno l’ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, in rientro con l’incarico di direttore editoriale, mentre alla guida del quotidiano rimarrebbe Luciano Fontana, come peraltro già specificato dallo stesso Cairo. A proposito dell’ipotesi Bazoli, l’attuale presidente di Banca Intesa, Gian Maria Gros-Pietro ha dichiarato: «Il professor Bazoli è stato sempre un grande sostenitore dell’autonomia e dell’indipendenza del più grande giornale italiano e quindi penso sia la persona che sicuramente può contribuire al futuro di RCS. Ma queste sono decisioni che spettano agli azionisti e le rispetteremo».