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Rai: avviata ufficialmente ieri l’operazione trasparenza

Autore: Redazione


Il direttore generale di Viale Mazzini, Antonio Campo dall’Orto, ha presentato al Consiglio di Amministrazione il Piano di pubblicazione dei dati di gestione, a partire dai compensi oltre i 200 mila euro; e ha annunciato un intenso programma di formazione, da 15 milioni di euro

Al via l’operazione trasparenza della Rai, voluta dal direttore generale Antonio Campo dall’Orto per avvalorare il nuovo corso del servizio pubblico come media company innovativa, digitale e soprattutto chiara. Il primo passo è rendere noti gli emolumenti delle prime linee manageriali con compensi superiori dai 200 mila euro. Presentati il Piano trasparenza e un programma di formazione che vale 15 milioni di euro Ieri il d.g. e la presidente Monica Maggioni hanno presentato al consiglio di amministrazione il Piano per la Trasparenza e la Comunicazione Aziendale, previsto dalla Riforma Rai (legge 220/2015) e approvato il 26 maggio scorso. Il piano consente di rendere consultabili e accessibili dal sito web istituzionale del servizio pubblico (www.rai.it), a partire da ieri, le informazioni riguardanti l’attività svolta dal CdA e i dati, i documenti e le informazioni sull’azienda indicati dalla Riforma, tra cui appunto i compensi dei dirigenti, le consulenze e collaborazioni non artistiche oltre gli 80 mila euro, appalti, bilanci e investimenti. «La trasparenza, per noi, non è solo un obbligo, ma un’occasione unica per continuare il nostro percorso di innovazione creando maggiore valore per l’azienda - ha detto il d.g. -. Grazie a questo Piano, nato da un proficuo rapporto con la politica, nulla sarà più come prima e siamo orgogliosi del nostro ruolo di apripista per la trasparenza in coerenza con il percorso del Paese. Da oggi, l’azienda fa un ulteriore passo avanti verso una moderna media company, aprendo le proprie porte a cittadini e stakeholders”. Sempre ieri il d.g. ha presentato Rai Academy, un progetto di formazione del personale e valorizzazione delle competenze, che dovrebbe coinvolgere fino al 50% del personale Rai, per un investimento complessivo di 15 milioni di euro. I compensi sono in linea con gli standard di aziende analoghe La Rai, dunque, è la prima azienda pubblica italiana - e la seconda in Europa dopo la Bbc - ad adottare uno standard di trasparenza di tale livello. Le prime informazioni riguardano, appunto, i compensi dei dirigenti: la Rai, alle polemiche sollevate dalle indiscrezioni sul compenso di Campo Dall’Orto (650 mila euro) e della presidente Maggioni (360 mila), risponde che si tratta di compensi in linea con gli standard di aziende di simili dimensioni, in Italia e all’estero. Il metodo utilizzato per valutare le posizioni manageriali permette di misurare il peso specifico delle posizione a partire dalla complessità del ruolo, del contributo allo sviluppo dell’azienda, delle risorse umane gestite, del budget a disposizione; e di metterlo a confronto con posizioni analoghe interne ed esterne. Le analisi retributive sono state effettuate dalla Korn Ferry–Hay Group, che ha messo a confronto le retribuzioni dei dirigenti e giornalisti Rai con compensi uguali o superiori a 200 mila euro con un campione di 249 aziende top italiane o controllate estere che operano in Italia, più un campione di 39 aziende Ict e media europee. Dal confronto è emerso che la retribuzione annua lorda nel complesso è in linea con la media di mercato; anzi, considerando l’intero compenso, comprensivo di incentivi, bonus eccetera, il posizionamento si colloca sulla fascia bassa del benchmark. Per quanto riguarda il top management, emerge ancora dall’indagine della Korn Ferry-Hay Group, il posizionamento della retribuzione è mediamente del 15% inferiore rispetto ai mercati di riferimento. Tra i compensi pubblicati, quello di Fabrizio Piscopo (322 mila euro) e Antonio Marano (390 mila euro), rispettivamente amministratore delegato e presidente della concessionaria Rai Pubblicità. Dei top manager di fresca nomina, il capo del digital Gian Paolo Tagliavia percepisce 280 mila euro, Carlo Verdelli, direttore editoriale informazione, 320 mila euro, Ilaria Dallatana e Daria Bignardi (alla direzione di Rai2 e Rai3) entrambe 300 mila euro, Gabriele Romagnoli, direttore di Rai Sport, 230 mila euro. Il CdA si dimostra “sensibile” sulle posizioni incongrue Dal Piano sono emerse, però, posizioni incongrue, come quelle di dirigenti e giornalisti titolari di importanti compensi, ma da tempo inattivi. Su questo tema il CdA di ieri si è dichiarato “sensibile”, e disponibile a supportare la dirigenza impegnata nella soluzione di queste incongruenze. Quello della trasparenza è un tema chiave, “per la trasformazione sostanziale dell’azienda e per questo si vuole affrontare la sfida con il futuro in una logica costruttiva, di profondo cambiamento, e attraverso una serie di proposte concrete” e interventi adeguati. Con chiarezza, il CdA si è dichiarato contro lo “spreco di risorse aziendali o il persistere di sacche di privilegio ereditate dal lontano passato e non in linea con la sua nuova missione per il futuro in cui i vertici e l’intero CdA sono impegnati”. Ma, ribadisce la nota emessa ieri, “Il problema è evitare gli sprechi tenendo però presente che Rai è impresa pubblica che opera in un mercato fortemente concorrenziale in cui le retribuzioni delle figure apicali non sono affatto anomale nel raffronto con il mercato, anzi mediamente inferiori e fondamentali per assicurare al servizio pubblico le necessarie professionalità. Tali posizioni rappresentano una frazione minima del monte salari complessivo, e per questo il consiglio respinge strumentalizzazioni improprie ribadendo che Rai, insieme a tutti i suoi lavoratori, svolge un ruolo fondamentale nella complessità della società contemporanea di cui è orgogliosa espressione”. Tutti i dati online da ieri Da ieri, quindi, sul sito istituzionale Rai sono pubblicati dati, documenti e informazioni su disposizioni generali e quadro regolamentare aziendale, dallo statuto aziendale al Contratto di Servizio, dal codice etico al modello di organizzazione, gestione e controllo. Tra le informazioni consultabili i curricula, i compensi e le dichiarazioni dei membri di CdA, collegio sindacale e società di revisione, nonché le attività del CdA compresi i collegamenti con la Commissione parlamentare di vigilanza. Inoltre, saranno pubblicati dati aggregati sugli investimenti nel settore audiovisivo relativi a prodotti nazionali e non, oltre i dati Qualitel, informazioni di ogni tipo su personale, collaborazioni non artistiche e consulenze con le condizioni descritte prima. I cittadini potranno, inoltre, verificare i criteri per le assegnazioni dei contratti del settore radiotelevisivo, visionare bandi di gara, bilanci degli ultimi 5 anni, procedure anticorruzione e trasparenza.

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Rai

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 29/04/2024


L’ACI mette a bando 3 milioni di euro per il servizio biennale di ideazione, produzione e pianificazione di nuove campagne pubblicitarie

L’Automobile Club d’Italia ha emesso un bando per l’affidamento del servizio di ideazione e realizzazione di campagne di comunicazione per ACI stessa, del valore di 3 milioni di euro al netto di Iva in 24 mesi a partire dal prossimo mese di febbraio. Termine per il ricevimento delle offerte:30 maggio 2024. Tra i requisiti richiesti ci sono quello di un fatturato globale maturato nel triennio precedente almeno pari a 6 milioni Iva esclusa, e di aver eseguito negli ultimi tre anni di almeno 2 campagne di comunicazione esterne realizzate per pubbliche amministrazioni/privati con un progetto creativo e un piano media articolato su base nazionale, di cui almeno una con un piano media di valore pari o superiore a 1,5 milioni, Iva esclusa . Finalità La finalità delle precedenti campagne è stata di raccontare valori, capacità, funzioni di ACI e di diffonderne la “mission”: rappresentare gli interessi, le ambizioni, le evoluzioni degli automobilisti contemporanei, non più intesi solo come “proprietari di veicoli” ma soprattutto quali cittadini che necessitano di mobilità sostenibile, sicura, individuale e interconnessa con quella collettiva. ACI ha inteso, inoltre, evolvere il suo ruolo, in funzione delle trasformazioni della società, estendendo la sua attenzione a tutte le modalità con cui si compone oggi la mobilità individuale, di cui fruiscono tutti i cittadini non solo gli automobilisti, e integrando il concetto di mobilità sostenibile che deve essere certamente a minor impatto ambientale ma, altresì, anche con sempre maggiore la sicurezza stradale e, soprattutto, accessibile a tutti. ACI intende quindi perseguire questo percorso per i prossimi due anni, sviluppando campagne istituzionali/sociali, con adeguate pianificazioni nazionali, rinnovando le campagne specifiche legate ai servizi/prodotti offerti, proseguendo la comunicazione sui temi della Sicurezza Stradale e della corretta guida che ogni anno avranno un focus specifico, supportando con azioni di comunicazione specifiche le proprie articolate attività, ad iniziare da quelle sportive e associative. Obiettivi Al fine di accrescere awareness, autorevolezza e credibilità sia presso il grande pubblico italiano (protagonisti o fruitori della mobilità) come presso gli influenti di settore e gli interlocutori istituzionali, si reputa necessario che la comunicazione abbia come direzione: 1. Raccontare ACI in un’unica narrazione istituzionale, finalizzata ad ottimizzare e incrementare la corretta reputazione del brand, che successivamente si declina, in modo originale ma sempre riconoscibile, nelle diverse attività di comunicazione che saranno richieste; 2. Diffondere la vision di ACI e i valori del brand per sostenere una nuova consapevolezza, presso i target indicati, del vero e attuale posizionamento di ACI e del suo ruolo attivo nel processo di innovazione del Paese. 3. Promuovere e consolidare la consapevolezza della qualità, efficienza e innovazione dei prodotti e servizi che ACI offre, anche nei confronti di un pubblico meno attiguo al mondo ACI, per semplificare e migliorare le esigenze di mobilità.  

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Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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