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PrestaShop Day: per lo sviluppo dell’ecommerce serve ancora educazione

Autore: Redazione


Nella prima edizione dell’appuntamento è emersa la necessità di diffondere una cultura del commercio elettronico, anche in Italia dove il settore stenta a decollare. Ma qualche buon segnale c’è già

di Stefano Pistore

  È terminata la prima edizione italiana del PrestaShop Day, dedicata al commercio elettronico e tenutasi nella giornata di ieri al TAG - Talent Garden di Milano. Il dato emerso con prepotenza non è numerico ma qualitativo: in Italia manca ancora l’offerta. Questa è stata la provocazione di Riccardo Mangiaracina, che ha anticipato i primi risultati della ricerca promossa dall’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, alla domanda sul perché in Italia l’ecommerce fatica e non decolla come in altri paesi dell’UE.  

L’ecommerce non decolla, serve più educazione

  In Italia l’ecommerce genera solo il 5% del fatturato delle aziende, valore ancora lontano dalla media europea del 13,6% e ancora troppo basso nonostante i passi in avanti compiuti rispetto all’anno scorso. Le cause secondo Mangiaracina sono da individuare nell’assenza di offerta da proporre alla potenziale clientela italiana. Mancano i servizi e se non c’è offerta, come ovvio, non c’è domanda. L’esempio legato al grocery, proposto dallo stesso Mangiaracina, è calzante. Poche persone fanno la spesa online non perché preferiscano fare la fila alla cassa ma per la mancanza di una proposta, non ci sono supermercati, salvo che per i grandi centri, che propongono un servizio di ecommerce a disposizione di tutti i consumatori. La soluzione per colmare questa carenza è da ritrovare nell’education. Le strutture ci sono, le strategie anche, i mezzi, le tecnologie, è tutto pronto per l’uso. Manca l’informazione e il dialogo da parte dei vari player della filiera del mercato con la moltitudine di merchant pronti a cogliere un’opportunità diversa per aumentare il proprio fatturato. Non è un caso che proprio l’education sia stato uno dei temi portanti di questo PrestaShop Day italiano e i numerosi workshop ne sono stati la prova. Investire sull’informazione è necessario per qualsiasi tipo di business, dal digital payment alle nuove tecnologie proposte da realtà come PrestaShop, dalla dimensione della logistica, la cui importanza strategica influisce sui costi di ciascuna azienda ma anche sul livello del servizio proposto, allo sviluppo di strategie social o l’importanza prioritaria da dare al mobile, nonché dello sfruttamento del tanto chiacchierato export. prestashop-prima

Il tema dell’export

  Proprio a proposito dell’export, Federico Zambelli Hosmer, Director, head of small and medium business, Western Europe di PayPal, ha ricordato come il 45% dei merchant italiani non venda all’estero perdendo così la principale fetta di mercato a disposizione, proveniente in particolare da quei settori come food, fashion e design in cui il nostro Paese è sinonimo di eccellenza. L’Italia semplicemente non sta sfruttando le opportunità che arrivano dalle esportazioni dei propri prodotti. Interessante a riguardo l’intervento di Christina Fontana, senior manager business development di Alibaba Italy. Il gigante cinese è sbarcato nel nostro Paese per cercare fornitori e l’introduzione di Alipay in Europa, carta con cui i turisti cinesi potranno effettuare acquisti nell’Ue con il proprio smartphone, è un chiaro segnale di quanto il mercato europeo e ovviamente anche quello italiano siano uno degli obiettivi del colosso cinese. “Andare all’estero è difficile - sostiene Fontana - e lo è ancora di più in Cina”. Fondamentale ancora una volta è la parte relativa all’education. Vendere cibo, vendere vestiti in Cina non è come farlo in Italia. Il consumatore cinese va educato al prodotto, deve essere introdotto culturalmente alla novità. Anche in questo caso le risorse sono già disponibili, rappresentate dagli esperti di Alibaba che evidentemente hanno deciso di colmare il gap raggiungendo in prima persona i possibili merchant interessati all’esportazione, che siano essi grandi, medi o piccoli rivenditori.  

Piccole e Medie imprese: il caso Velasca

  E sopratutto in Italia la sfida è proprio con i medi e piccoli rivenditori che come confermato da Luca Mastroianni, country manager Italia di PrestaShop, sono quei merchant che più di altri sono pronti a rischiare e a investire sull’ecommerce. Quello di Velasca, il cui ceo Enrico Casati ha preso parte alla conferenza iniziale di PrestaShop, è un esempio di successo che può essere preso come punto di riferimento per tutti quei piccoli rivenditori che intendono iniziare a vendere online. Casati ha ricordato un’importante verità: quando si parla di ecommerce si parla di futuro del commercio in generale, non di una sua varietà. «Molte spesso si parla di ecommerce dimenticandosi che quella “e” davanti a commerce rappresenta una qualità aggiuntiva - ha dichiarato -. Il cliente deve sempre essere alla base di tutto e tanto lo shop online quanto il suo corrispettivo fisico vanno considerati allo stesso modo». Della stessa opinione Mastroianni che durante una breve chiacchierata ha sostenuto come questa sia effettivamente anche la visione di PrestaShop e come la riflessione di Casati vada di pari passo con quelle che saranno le esigenze future dei rivenditori, soprattutto quelli nati online che già oggi accennano l’esigenza di avvicinarsi anche al negozio fisico.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 29/04/2024


L’ACI mette a bando 3 milioni di euro per il servizio biennale di ideazione, produzione e pianificazione di nuove campagne pubblicitarie

L’Automobile Club d’Italia ha emesso un bando per l’affidamento del servizio di ideazione e realizzazione di campagne di comunicazione per ACI stessa, del valore di 3 milioni di euro al netto di Iva in 24 mesi a partire dal prossimo mese di febbraio. Termine per il ricevimento delle offerte:30 maggio 2024. Tra i requisiti richiesti ci sono quello di un fatturato globale maturato nel triennio precedente almeno pari a 6 milioni Iva esclusa, e di aver eseguito negli ultimi tre anni di almeno 2 campagne di comunicazione esterne realizzate per pubbliche amministrazioni/privati con un progetto creativo e un piano media articolato su base nazionale, di cui almeno una con un piano media di valore pari o superiore a 1,5 milioni, Iva esclusa . Finalità La finalità delle precedenti campagne è stata di raccontare valori, capacità, funzioni di ACI e di diffonderne la “mission”: rappresentare gli interessi, le ambizioni, le evoluzioni degli automobilisti contemporanei, non più intesi solo come “proprietari di veicoli” ma soprattutto quali cittadini che necessitano di mobilità sostenibile, sicura, individuale e interconnessa con quella collettiva. ACI ha inteso, inoltre, evolvere il suo ruolo, in funzione delle trasformazioni della società, estendendo la sua attenzione a tutte le modalità con cui si compone oggi la mobilità individuale, di cui fruiscono tutti i cittadini non solo gli automobilisti, e integrando il concetto di mobilità sostenibile che deve essere certamente a minor impatto ambientale ma, altresì, anche con sempre maggiore la sicurezza stradale e, soprattutto, accessibile a tutti. ACI intende quindi perseguire questo percorso per i prossimi due anni, sviluppando campagne istituzionali/sociali, con adeguate pianificazioni nazionali, rinnovando le campagne specifiche legate ai servizi/prodotti offerti, proseguendo la comunicazione sui temi della Sicurezza Stradale e della corretta guida che ogni anno avranno un focus specifico, supportando con azioni di comunicazione specifiche le proprie articolate attività, ad iniziare da quelle sportive e associative. Obiettivi Al fine di accrescere awareness, autorevolezza e credibilità sia presso il grande pubblico italiano (protagonisti o fruitori della mobilità) come presso gli influenti di settore e gli interlocutori istituzionali, si reputa necessario che la comunicazione abbia come direzione: 1. Raccontare ACI in un’unica narrazione istituzionale, finalizzata ad ottimizzare e incrementare la corretta reputazione del brand, che successivamente si declina, in modo originale ma sempre riconoscibile, nelle diverse attività di comunicazione che saranno richieste; 2. Diffondere la vision di ACI e i valori del brand per sostenere una nuova consapevolezza, presso i target indicati, del vero e attuale posizionamento di ACI e del suo ruolo attivo nel processo di innovazione del Paese. 3. Promuovere e consolidare la consapevolezza della qualità, efficienza e innovazione dei prodotti e servizi che ACI offre, anche nei confronti di un pubblico meno attiguo al mondo ACI, per semplificare e migliorare le esigenze di mobilità.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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