Autore: Redazione
27/06/2016

Polina Zabrodskaya: «L’Italia per essere competitiva deve trovare la sua strada»

L’unica giurata italiana nella categoria “Film”, da settembre scorso associate creative director in Publicis Italia, analizza le performance del nostro Paese a Cannes e spiega le scelte della giuria

Polina Zabrodskaya: «L’Italia per essere competitiva deve trovare la sua strada»

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Polina Zabrodskaya, associate creative director in Publicis Italia «Anche quest’anno per l’Italia i risultati non stati buoni e il motivo è facilmente riscontrabile nell’alta qualità dei lavori presentati qui a Cannes Lions». Esordisce così, al termine delle premiazioni, l’unica giurata italiana nella categoria “Film”, Polina Zabrodskaya, da settembre scorso associate creative director in Publicis Italia. «Il video italiano in gara nei “Film” che mi è sembrato il più competitivo e che ho sostenuto è stato The great day di Wind realizzato da Ogilvy & Mather Italia, entrato in longlist ma purtroppo non nella shortlist. Il livello era molto alto e inoltre questa categoria raccoglie il top delle creatività e delle capacità di execution, perciò è ancora più difficile per noi, oggi, ottenere risultati importanti. A livello generale, comunque, abbiamo vinto alcuni Gold Lion. L’Italia deve continuare a lavorare duro e cercare una propria strada per arrivare a competere con gli altri Paesi. Il segreto sta nel proporre lavori nuovi, originali, senza ripetere o emulare ciò che succede all’estero, come sta facendo l’Argentina che in questo modo ha ottenuto buone performance», commenta, invitando l’Italia a ricercare una propria identità creativa per ricucire il gap con i competitor. Non si giudica con valori assoluti «Nei “Film” - continua Polina Zabrodskaya - c’è stato un testa a testa tra Old Spice e Harvey Nichols, che poi ha vinto rivelandosi la migliore sintesi tra le aree tv, cinema e online». La scelta di assegnare un solo Grand Prix per ogni categoria è stato un monito che la giuria ha voluto dare: «Inizialmente eravamo propensi ad assegnare i Grand Prix a entrambi, ma alla fine abbiamo optato per un unico riconoscimento perché bisogna ridare il giusto peso ai Cannes Lions e, in particolare, alla vittoria del premio più prestigioso. Bisogna capire che ricevere un Grand Prix è un successo straordinario, da non sottovalutare», commenta Zabrodskaya. L’esito delle gare dipende molto spesso dal tipo di giuria e dal background che ognuno porta con sé nella Jury Room. «Noi siamo umani, non siamo robot. In fase di decisione finale conta molto il confronto fra i giurati e il contesto in cui la competition è inserita. Ed è per questo motivo che la scelta finale, talvolta, può non rispettare le attese», afferma il creative director di Publicis. Non esistono, dunque, criteri assoluti per decretare la vittoria di un video, ma è la conversazione e la direzione che prende a influenzare la scelta. «Alcuni video per me meritavano un migliore piazzamento» «A me, per esempio, è piaciuto molto Chorus, nella shortlist “Film”, ma alla fine si è rivelato solamente un buon filmato ma non abbastanza per aggiudicarsi qualche riconoscimento, a riconferma di quanto il livello sia stato alto. Così come ho trovato incredibile Strong di P&G (Wieden+Kennedy Portland) che ha ricevuto un Bronze Lion, e i video argentini Break up e Moving (JWT Buenos Aires) con un Bronze e un Silver Lion, nonostante mi aspettassi qualcosa in più per tutti. Mi ha sorpreso anche Firefly man, realizzato dall’agenzia giapponese The Drill per Independent Incubator e premiato con un Silver Lion, per le novità portate in gara. Lo spagnolo Envy per Svenson (TAPSA | Y&R Madrid) e l’inglese “The man on the moon” per John Lewis (ADAM&EVEDDB London) sono gli altri film che ho apprezzato particolarmente», conclude Polina Zabrodskaya.