A pesare la mancanza di una strategia di lungo periodo e un digital divide ancora endemico, in attesa di capire gli effetti di Buona Scuola e Job Act
La trasformazione digitale che sta investendo il mondo impone ai singoli mercati e alle società di adeguarsi, innescando processi virtuosi di innovazione. Ma per farlo occorrono le giuste competenze, che nel nostro Paese in parte ancora mancano, sia per l’assenza di una strategia di lungo periodo che coinvolga aziende e sistema formativo, sia per un digital divide ancora endemico. Mentre restiamo in attesa di misurare i primi effetti di una riforma della scuola che dovrebbe favorire il riallineamento tra formazione e domanda di competenze e di un Job Act che sembra valorizzare le peculiarità dei mestieri più innovativi, il sistema imprenditoriale muove passi importanti per favorire questo processo. È quanto emerge dalla seconda edizione dell’Osservatorio delle Competenze Digitali, condotto dalle principali associazioni Ict: AICA, Assinform, Assintel e Assinter Italia e promosso dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e realizzato da NetConsultingcube, presentato venerdì a Roma. Il messaggio che emerge dalla presentazione dell’Osservatorio non può che concentrarsi dunque sulla necessità di una condivisione strategica, volta ad amplificare e velocizzare il dialogo tra mondo dell’istruzione e del lavoro. È necessario, per esempio, nel breve, accelerare la definizione di una rinnovata normativa per gli IFTS, realizzare una piattaforma nazionale dei contenuti didattici digitali, introdurre innovativi percorsi di formazione accademici, promuovere attività di tutoraggio extra curricolari. Tutto questo mentre emerge a latere l’opportunità di adeguare strumenti consolidati ed emergenti di convalida e riconoscimento delle competenze e di sostenere le imprese che investono nella creazione di competenze digitali.