Autore: Redazione
19/10/2016

Netflix cancella il flop dello scorso trimestre e polverizza le stime di Wall Street

Le entrate del terzo quarter crescono anno su anno del 39%, fino a 2,28 miliardi di dollari mentre gli abbonamenti registrano un incremento di 400.000 unità negli Usa e di 3,2 milioni nel resto del mondo, rilanciando la società su un tema che ha segnato lo scorso periodo: l’allargamento troppo “lento” dell’audience

Netflix cancella il flop dello scorso trimestre e polverizza le stime di Wall Street

Netflix ha presentato il bilancio del terzo trimestre, e probabilmente i dirigenti si saranno sfregati le mani nel vedere la vertiginosa crescita delle revenue raccolta dal servizio nel periodo. Nel quarto in questione, infatti, la piattaforma di streaming video ha segnato un +39% sui ricavi rispetto all’anno precedenteche portano il valore delle revenue a 2,28 miliardi di dollari, superando per la prima volta la barriera dei 2 miliardi di fatturato in soli tre mesi. La crescita degli utenti e il fattore internazionale L’impennata di utilizzatori è arrivata dall’estero, con 3,2 milioni di nuove iscrizioni a pagamento, ma anche negli Stati Uniti la crescita è stata buona, con 400.000 nuovi abbonamenti. Le previsioni dello scorso trimestre miravano a un aumento da 300.000 subscribers americani e 2 milioni internazionali. Ampiamente superate. Ottimistiche sono anche le stime per il prossimo trimestre, periodo in cui Netflix mira a raccogliere 1,45 milioni di iscritti in Usa e 3,75 nel resto del mondo, le proiezioni di Wall Street si fermano rispettivamente a 1,3 e 3,3. Complessivamente, nei primi 9 mesi del 2016, la crescita generale del numero di abbonati si attesta intorno ai 12 milioni, per un totale di 86,7 milioni, e nella lettera diretta agli shareholders la company afferma che “con revenue più alte, saremo in grado di reinvestire fondi per migliorare Netflix in modo di attrarre nuovi membri in giro per il mondo, senza tralasciare la soddisfazione dei consumatori attuali”. Business model e 6 miliardi di dollari per produzione contenuti “Siamo fortunati che il nostro modello di business web-centrico e subscription-only ci permetta di supportare i programmi che produciamo per masse e nicchie. I nostri algoritmi di personalizzazione ci aiutano a promuovere il contenuto adatto ad ogni utente. E siccome non siamo dipendenti dall’advertising, ci possiamo permettere il lusso di raccontare tutti i tipi di storie, anche in maniere meno tradizionali”, continua la company. “La crescita dell’internet tv a livello globale sta portando il sistema in una nuova età dell’oro dei contenuti, con consumer sparsi per il mondo che godono di un accesso senza precedenti a una profonda proposta di programmi di alta qualità”, conclude. Sulle ali dell’entusiasmo, Netflix ha annunciato il budget dedicato alla produzione dei contenuti per il 2017: 6 miliardi di dollari. Una cifra che rende la piattaforma il più grande media spender nella sua categoria. Solo ESPN ha dimostrato di tenergli testa, e infatti, nel 2016, ha speso 7,3 miliardi, anche per via dei diritti dei campionati sportivi. Azioni, scuse e tanta ironia E pensare che nei tre mesi precedenti Netflix ha mancato le attese per quanto riguarda la crescita del numero di abbonati. Il ceo Reed Hasting si è addirittura preoccupato di scusarsi con gli investitori per la volatilità delle azioni, cadute del 13% dopo la comunicazione del bilancio. Dopo l’earning call di ieri, lo stesso Hasting ha riproposto le scuse, ma in un tono più ironico: “è chiaro a tutti che vi debba delle scuse per la volatilità delle azioni, ancora una volta”. Certo, questa volta nei tre mesi la società ha ricavato dalla borsa un profitto da 51,5 milioni di dollari, rispetto ai 29,4 di un anno fa, con un balzo del 20% immediatamente successivo alla comunicazione del bilancio che è valso un incremento da 10 miliardi di dollari al valore dell’azienda. Nuove espansioni Lo sbarco in Cina è un obiettivo della società, ma non sarà il 2017 l’anno in cui succederà. “L’ecosistema regolatorio per servizi di contenuti digitali stranieri in Cina è diventato problematico”, spiega Netflix, che però ha già trovato una soluzione di ripiego: vendere i suoi programmi a persone già pronte a operare sul territorio. “Abbiamo un desiderio a lungo termine di raggiungere la popolazione cinese in modo diretto, e speriamo di lanciare il nostro servizio nel Paese in futuro”.