Autore: Redazione
18/03/2016

Mondadori punta su digitale e crm, 1° bimestre flat

A gennaio e febbraio 2016 la raccolta è in linea con lo stesso periodo dell'anno scorso; proposta d'acquisto a Banzai con esclusiva fino al 30 aprile

Mondadori punta su digitale e crm, 1° bimestre flat

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Ernesto Mauri, amministratore delegato di Mondadori Con il business tradizionale cartaceo in continua contrazione, l’unico modo per riportare la marginalità a livelli accettabili è puntare sul digitale. L’amministratore delegato di Mondadori Ernesto Mauri è stato molto chiaro: «Per noi, i periodici coincidono con il digitale. La nostra attività in Italia genera 300 milioni di euro con una profittabilità bassissima. In Francia il fatturato supera i 330 milioni e la marginalità sta intorno all’11%, un andamento per ora soddisfacente. Ma in Italia non va bene. Non vogliamo spostare il nostro focus, ma risolviamo il problema sviluppando il digitale». In questo contesto strategico si inserisce l’interesse per l’acquisizione di Banzai Media: «Hanno sia il know how sia i prodotti editoriali, molto coerenti con i nostri per il target femminile». L'azienda editoriale presieduta da Marina Berlusconi conferma di aver presentato offerta di acquisto (ne abbiamo parlato qui) a fronte della quale la Banzai ha deciso di concedere un periodo di esclusiva fino al 30 aprile 2016. Mauri continua: «Nessun editore può stare sul mercato senza risolvere il problema del digitale». Mondadori, spiega l’a.d., ha bisogno di acquisire competenze che non possiede all’interno, svilupparle autonomamente richiede molto tempo e si corre il rischio di non riuscire. Per questo, oltre a Banzai, l’azienda sta valutando anche altri dossier. Il piano triennale mette a disposizione 80 milioni di euro per gli investimenti, buona parte dei quali da destinare al digital. Sui periodici, però, ci sono anche altri progetti. Mondadori si aspetta una crescita del 2% grazie all’introduzione di una nuova attività di marketing service che propone la vendita integrata di contenuti e lettori profilati. Cemit, Kiver e gestione abbonamenti sono confluiti in un’unica divisione interna a Mondadori che dovrà sviluppare il CRM, a partire dagli abbonati, circa 2,5 milioni, e dagli utenti unici 9,5 milioni. «Per noi la gestione dei big data è un’attività strategica, perché disponiamo di una quantità di informazioni che ci arrivano dalle nostre attività digitali, e non siamo ancora in grado di sfruttarle - commenta Mauri -. La profilazione è il futuro del business perché le audience digitali sono le uniche che si sviluppano». L’ambizione è portare i ricavi da digitale al 10% del totale Gruppo. Mauri conferma che non c’è alcuna intenzione di vendere testate, poiché sono tutte in utile tranne Panorama che, però, presenta una perdita marginale che dovrebbe essere azzerata l’anno prossimo. Più del 40% del business generato dal sistema Panorama – oltre 30 milioni di euro – è dato dalle attività collaterali alla testata principale: «Questo mostra che l’attività principale sta calando e bisogna concentrarsi sul sistema» costruito intorno al brand. Grazie allo sviluppo digitale, al miglioramento della gestione dei periodici, all’incremento dell’attività retail – atteso intorno al 2% - e alle iniziative speciali nel 2016 la contrazione dei ricavi non dovrebbe più verificarsi. La raccolta pubblicitaria ha un peso relativo per il Gruppo: «Siamo più interessati ai margini – dice Mauri – e a migliorare la redditività in Italia». Il 2016 non è iniziato bene con un gennaio molto lento, mentre a febbraio il mercato ha recuperato: «Il primo bimestre dovrebbe essere in linea con l’anno scorso. Vedo molto positivamente lo sviluppo del digital che cresce del 18%, in Italia, e va bene in Francia». Per quanto riguarda l’acquisizione di Rizzoli Libri, si attende il via libera dell’Antitrust entro il 31 marzo, poi rimangono 15 giorni operativi per fare il closing. Poi partiranno le trattative per vendere Marsilio e Bompiani. Le due aziende insieme generano un fatturato aggregato di 1,3 miliardi di euro. «Con questa acquisizione, Mondadori diventa il primo editore italiano» sottolinea Mauri. Nel luglio del 2015 è stato acquisito il 100% di Gruhner+Jahr. Operazioni rese possibili dalle cessione dell’80% di Monradio, del 50% della joint venture con Harlequin e di un immobile di via Sicilia a Roma, «senza chiedere un soldo all’azionista» conclude Mauri.