Autore: Redazione
04/10/2016

Mobile e programmatic, in Germania è un binomio vincente

A confermarlo è un forecast di eMarketer, che riprende anche alcuni studi di Quantcast sul tema

Mobile e programmatic,  in Germania è un binomio vincente

Quest’anno il programmatic sarà responsabile del 50% della spesa in mobile display in Germania, grazie a un aumento del 75% a 469 milioni di euro. Nel 2018, anno in cui termina il forecast rilasciato nei giorni scorsi da eMarketer, il 68% della mobile display sarà transata in programmatic. Secondo l’analisi della società di ricerca acquisita da Axel Springer, già nel 2016 il mobile arriverà a contare per il 58,8% degli investimenti in programmatic advertising. Ma la Germania non è l’unico Paese dove il binomio tra programmatic e mobile è sempre più diffuso. Stando a quanto rivelato da Quantcast, l’adozione del programmatic si è affermata in tutta Europa, con grandi benefici per i brand.
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La sfida si chiama branding “Adesso che gli inserzionisti hanno compreso quanta efficienza può portare il programmatic, stanno mostrando grande interesse nell’utilizzo dello stesso per soddisfare obiettivi di branding - ha dichiarato Franck Lewkowicz, managing director della società in Francia -. Il programmtic non aiuta i marchi solo a raggiungere volumi più ampi di consumatori, ma è anche un formidabile asset per costruire brand awareness e incrementare la brand loyalty in un contesto in cui le forme più tradizionali di pubblicità, come la tv e le affissioni, hanno mostrato i propri limiti”. In Germania sta esattamente accadendo ciò. “Gli inserzionisti vogliono una pubblicità rilevante e si stanno rivolgendo al programmatic e ai dati per individuare i consumatori giusti all’inizio del customer journey e guidarli attraverso tutto il funnel fino alla conversione”, ha aggiunto Paco Panconcelli, managing director di Quantcast in Germania. E, a proposito del mobile, sono molto interessanti i dati di un altro studio sempre di Quantcast effettuato su un campione di 3.000 possessori di smartphone di 16 anni di età in Francia, Germania e Uk. Da questo era emerso come gli intervistati fossero alla ricerca di nuovi prodotti da acquistare cinque volte al giorno, direttamente dal proprio cellulare. La sfida, secondo Panconcelli, è quella di convincere gli advertiser che il programmatic non è uno strumento legato alle sole performance ma può essere usato per fare branding.