Autore: Redazione
15/04/2016

La “rivoluzione trasparente" del mobile

Stefano Portu: il mobile è il nuovo standard di internet

La “rivoluzione trasparente" del mobile

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Stefano Portu «Se un Seminar di Iab si occupa di vertical, si può ancora pensare al mobile solamente come una parte della nostra industry?» A questa domanda ha cercato di rispondere Stefano Portu, consigliere Iab Italia, ceo e founder Dove Conviene, all’interno del suo intervento sul palco della plenaria. Portu ci tiene anche a presentare questo evento come «l’ultimo Mobile Seminar e il primo nell’era del Mobile», facendo luce sul fatto che oggi «questo settore non rappresenta solo una parte del tutto, cioè non è più identificabile come “il piccolo schermo di internet”, bensì è il nuovo paradigma complessivo del digitale. Il Mobile - specifica ancora il consigliere - è il nuovo standard di internet, non più un adattamento della fase web: i 20 milioni di italiani connessi nel giorno medio, cioè il doppio di quelli attivi su pc, sono un significativo indicatore di quello di cui stiamo parlando. Così come è altrettanto interessante il fatto che gli smartphone sono il primo device tecnologico davvero universale: se i pc hanno impiegato 30 anni a raggiungere 300 milioni di pezzi venduti all’anno, gli smartphone si sono dimostrati ancora più agevoli raggiungendo in 7-8 anni la quota di 1,5 miliardi anni». «Il Mobile non è più Mobile» «Quando si parla di Mobile non lo si intende più in senso tradizionale, e quindi in quanto dispositivo fruibile in movimento, ma subentra in questo caso l’aspetto dell’individualità, nel senso che lo si vive in autonomia nel proprio salotto di casa. Dunque, il primo significato di mobilità non è outdoor, movimento, ma autonomia» come ha avuto modo di sottolineare in mattinata anche la sociologa Monica Fabris. Un’experience che ha a che fare con la personalizzazione di internet e dei consumi media ponendo l’user in modalità always on. Anche le app, in questo contesto, svolgono una funzione importante, perché oggi giorno tutte le abitudini quotidiane sono legate alla tecnologia e sono diventate applicazioni rintracciabili in uno smartphone. E così la frase “Mobile is eating the world” diventa illuminante». Audience e budget non sempre vanno di pari passo «A fronte di una crescita non solo esponenziale ma anche rapidissima di questo fenomeno, inevitabilmente non c’è assoluta coerenza tra tempo speso sui dispositivi mobili e i budget messi a disposizione delle aziende per investire in questo settore. Lo spostamento del tempo delle persone è, perciò, seguito con ritardo dal flusso dei budget effettivamente riservati al Mobile. Il mercato pubblicitario semplicemente si sta riadattando a uno spostamento improvviso di tempo con i tempi normali che il comparto richiede».