Autore: Redazione
19/10/2016

La realtà virtuale conquista il turismo

La virtual reality, grazie alla sua flessibilità, è destinata a cambiare il modo di percepire, conoscere e intrattenere, diventando un elemento chiave del marketing e della comunicazione. Alcuni esempi dall’Italia e dall’estero

La realtà virtuale conquista il turismo

Se gli addetti ai lavori ne sono già entusiasti, la maggior parte di essi pensa che il 2017 possa davvero rappresentare l’anno della svolta. No, non stiamo parlando né di mobile né di video, come spesso ci siamo invece abituati a fare, bensì di un fenomeno che da clamorosa sorpresa passerà a parte integrante della nostra vita quotidiana a brevissimo: la realtà virtuale. Grazie a cardboard che permettono di muoversi a 360 gradi, si può andare alla scoperta degli interni di yacht extra lusso così come seguire competizioni sportive o ancora entrare nel vivo di un set di un calendario. Proprio come è capitato a quei visitatori del Salone del Gusto di Torino che, presso lo stand di Lavazza, hanno potuto sperimentare la navigazione immersiva aggirandosi tra splendidi paesaggi, troupe al lavoro e protagonisti degli scatti. Lo spettatore che fruisce di contenuti di immersive virtual reality è trasportato dentro un mondo che può essere visitato, vissuto, provato in soggettiva. Movimento, coinvolgimento, emozioni, interattività consentono esperienze sensoriali complete che mescolano l’aspetto informativo alla dimensione ludica. Non è difficile capire come anche la virtual reality, grazie alla sua flessibilità, sia destinata a cambiare il modo di percepire, conoscere e intrattenere, diventando un elemento chiave del marketing e della comunicazione. Già in molti, in diversi settori, ne hanno intuito le potenzialità e la forza disruptive che può comportare: uno su tutti è Mister Facebook Mark Zuckerberg che già nel marzo di due anni fa ha acquistato la VR company Oculus per due miliardi di dollari. Ma c’è anche chi, come Amy Fry di Wired, ci va più con i piedi di piombo: ha infatti affermato che pur avendo potenzialità infinite e il tempo dalla sua parte, la VR è ancora distante dal diventare un prodotto di consumo di massa. E per ora non si può certo darle torto. Tour operator spettatori interessati… Il comparto turistico si è mostrato fin da subito uno spettatore fortemente interessato a quella che, con il tempo, si sta dimostrando più che una nuova opportunità di fare business una vera e propria necessità. Shaun Collins, ceo di CCS Insight, società che fornisce alle aziende servizi di market information, analisi e intelligence, ha definito la realtà virtuale la più grande area di sviluppo tecnologico in un prossimo futuro e il turismo il settore che sarà maggiormente sconvolto dal suo utilizzo. Come sottolinea Abi Mandelbaum, ceo e cofondatore di YouVisit - azienda attiva nel settore dei tour virtuali -, sfruttando i vari Samsung Gear VR, HTC Vive e Google Cardboard sarà possibile aiutare gli utenti nella scelta della loro prossima meta vacanziera. Pur non essendo realistici al 100%, infatti, i tour VR consentono di andare a spasso per città e parchi turistici, consentendo l’esplorazione di luoghi altrimenti inaccessibili per questioni di tempo o economiche e offrendo una sorta di anteprima di quello che potranno trovare una volta in loco. Sebastian Naylor, online marketing director di Lonely Planet, ha affermato che “I viaggi virtuali danno alla gente un senso più coinvolgente di una destinazione, in modo che possano poi decidere di andare e sperimentare in prima persona se stessi”. Il trend è confermato anche dalla crescente attenzione sul tema in eventi come il Web Marketing Festival di Rimini in cui almeno una decina di appuntamenti erano dedicati al possibile e auspicabile binomio turismo-tecnologia. Sono tante le opzioni che gli operatori del settore turistico hanno a disposizione per offrire ai potenziali clienti un’anticipazione delle loro proposte di viaggio ma, oltre all’entusiasmo del valore potenziale, è importante trovare la chiave corretta di utilizzo. …e attori protagonisti Tra i migliori esempi da citare c’è YouVisit, startup statunitense che offre esperienze di viaggio immersive e interattive, e che rappresenta quelli che oggi definiremmo i cataloghi 2.0. Oltre il 10% degli utenti che ha visitato virtualmente una località turistica grazie ai servizi di YouVisit, ha poi confermato la scelta procedendo con la prenotazione del viaggio. Questi visori, però, non rivestono un ruolo decisivo solamente nella scelta della meta ma possono servire anche a definire in maniera più precisa quello che dovrà essere il piano di viaggio nel corso del nostro soggiorno: si potranno visitare musei, scoprire monumenti, assaporare la vita notturna e scovare scorci naturalistici di cui si ignorava l’esistenza. Un altro esempio è dato dal portale GeoVegas, realizzato su commissione della città statunitense dello stato del Nevada. Sfruttando le più avanzate tecniche di registrazione video 360°, è stato possibile realizzare un tour virtuale che consentirà di visitare ed esplorare ogni singola attrazione della Capitale mondiale del gioco d’azzardo. È sufficiente scaricare un’app che, nei piani degli ideatori, dovrebbe rendere più semplice la scelta da parte dei turisti. Che l’America fosse in prima linea in quest’area non c’erano dubbi, ma che Barack Obama ne avesse sperimentato prima ed elogiato poi è davvero qualcosa di incredibile. In agosto, in occasione dei festeggiamenti del centenario del National Park Service, il National Geographic ha reso il presidente oggetto di un’esperienza in VR durante il viaggio al Yosemite National Park con la sua famiglia. L’Italia non è da meno I grandi tour operator italiani si stanno già muovendo in questa direzione. Già da questa primavera MSC Crociere ha abbinato a ogni catalogo una cardboard che, grazie alla app MSC 360VR realizzata ad hoc, consente di esplorare e scoprire in anteprima la vacanza. “Abbiamo presentato il primo catalogo immersivo - ha dichiarato il country manager Italia Andrea Guanci -, affascinante strumento funzionante tramite app o QR Code”. L’iniziativa non è rimasta isolata a lungo e altri grandi gruppi del turismo organizzato si stanno muovendo in tal senso. Ha debuttato a fine settembre l’iniziativa di Villaggi Bravo, brand di Alpitour World, che inviato 6.500 cardboard alle agenzie per supportarle nelle vendite con video immersivi, che stanno man mano popolando il canale ufficiale YouTube di Alpitour. “La VR ha la capacità di raccontare in modo diverso una location - afferma Alessandro Seghi, direttore marketing strategico del Gruppo Alpitour - lasciando lo spettatore libero di orientarsi all’interno di un luogo fisico. I video immersivi rappresentano una modalità di presentazione del prodotto turistico nuova, particolarmente efficace e immediata”. Il segreto è far convivere la realtà e il virtuale C’è il rischio che i luoghi fisici vengano svuotati dalla possibilità di visitarli in maniera tanto immersiva quanto virtuale? È questa la domanda che molti si pongono. Ma a dir la verità, ben osservando il fenomeno, sembrerebbe più vero il contrario: l’effetto generato è quello dell’aumento del desiderio rispetto al rischio dell’appagamento. Il segreto sarà non dare tutto, ma sfruttare la potenzialità del richiamo, dando al cliente un assaggio di ciò che lo aspetta. Solo in questo modo le sale dei Musei Vaticani non rimarranno mai deserte, la gente continuerà a solcare i mari a bordo delle navi da crociera e a faticare per raggiungere con le proprie gambe la cima del Kilimangiaro o le rovine Inca di Machu Picchu.