Autore: Redazione
19/12/2016

La pubblicità erogata dalle connected tv è in netto incremento

Secondo un articolo del Wall Street Journal i buyer stanno assistendo a una crescita esplosiva del mercato degli annunci OTT, anche se la misurazione è ancora in fase del tutto embrionale

La pubblicità erogata dalle connected tv è in netto incremento

Sempre più americani guardano tv connesse al web. Quindi, secondo un articolo pubblicato dal Wall Street Journal, sta diventando un’abitudine guardare i programmi a richiesta attraverso applicazioni invece che via cavo. Perciò si sta aprendo un nuovo spazio pubblicitario per i media buyer. Potrebbe essere l’inizio del boom della pubblicità televisiva over-the-top? I numeri Secondo Pivotal Research, la visione di tv connesse è salita del 65% nel corso dell’ultimo anno e ora rappresenta l’8,1% del consumo televisivo giornaliero totale per gli adulti tra i 18 e i 49 anni negli Stati Uniti. Senz’altro gran parte di quella visione è stata guidata da piattaforme senza pubblicità come Netflix e Amazon Prime. Ma è arrivato il tempo per uno sviluppo del marketing legato all’OTT. La società di ad tech Innovid, che eroga annunci a web video outlet così come a un numero crescente di applicazioni televisive come Fox Now, Hulu e Crackle, sostiene che la quota di pubblicità fornita attraverso la sua piattaforma alle connected tv sia quadruplicata quest’anno. E secondo Modi Media, divisione di ad buying focalizzata sulle nuove forme di pubblicità televisiva all’interno di GroupM, oltre 37 milioni di famiglie statunitensi hanno guardato spettacoli ad-supported su televisori connessi al web nel corso dell’anno passato. I grandi network I network televisivi vedono il mezzo come un modo per raggiungere quelle persone che non guardano molta tv lineare live. I marketer hanno anche la speranza che la tv connessa supportata dalla pubblicità possa collegare meglio i contenuti pubblicitari televisivi premium al grande pubblico, con la profilazione maggiore dell’advertising digitale. Un media buyer ha stimato che nel 2016 la spesa della sua agenzia in connected tv avrebbe raggiunto le 8 cifre con una rapida espansione. Crescita destinata a continuare di pari passo con le abitudini di consumo delle persone. NBCUniversal ha dichiarato che nel corso del terzo trimestre di quest’anno, la visione di spettacoli in prima serata attraverso connected tv ha rappresentato il 24% del consumo di video digitali su tutte le sue piattaforme, tra cui la televisione via cavo. Due anni fa, quel numero era appena il 4%. E circa tre quarti di quel consumo è stato guidato da spettacoli di intrattenimento come “This Is Us”. Per alcuni spettacoli, la visualizzazione digitale, tra cui lo streaming da connected tv, rappresenta dal 30% al 40% della loro audience tra gli adulti dai 18 ai 49 anni. L’acquisto in programmatic L’acquisto di annunci su televisori connessi è però frammentato e la loro misurazione è ancora in fase embrionale, due fattori che potrebbero soffocarne la crescita. In questo momento, un po’ d’inventory OTT viene venduta come parte di grandi pacchetti televisivi tradizionali. Altra è venduta da aziende come Roku o da ad tech intermediarie. E, solo in alcuni casi, questi annunci vengono acquistati in modalità programmatica. Ma secondo Jonathan Bokor, senior vice president and director of advanced media presso la divisione di media buying Mediavest/Spark di Publicis, l’intero mercato della televisione finirà per essere sostenuto dell’advertising OTT. I digital buyer infatti preferiscono acquistare questi annunci via software con la speranza di evitare di pagare prezzi del prime time televisivo. <