Autore: Redazione
29/03/2016

La cultura cresce con i social network

Lo dicono Civita e Unicab e intanto parte la terza edizione della #MuseumWeek

La cultura cresce con i social network

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I ricercatori di cultura tricolore da qualche tempo hanno visto il loro lavoro divenire sempre più facile. Merito della tecnologia e, ovviamente, della voglia di assecondarla, di piegarla ai propri interessi. Subito i numeri che, in quanto tali, non mentono (quasi) mai: circa 9 milioni di italiani si avventurano sui social per scovare materiale utile a rafforzare le proprie passioni artistiche. Per scendere ancor di più nel particolare si tratta del 36,6% di quasi 37 milioni di utenti che utilizzano i social media; una percentuale che desidera ardentemente richiamare l’attenzione delle cosiddette istituzioni culturali. A riferire il tutto ci ha pensato la prima indagine condotta da Civita con la collaborazione di Unicab. Il rapporto, curato da Luca De Biase e Pietro Antonio Valentino, sarà presentato domani alle 9.30 presso l’Auditorium dell’Ara Pacis, alla presenza del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini. L’interesse culturale è donna L’indagine è stata suddivisa per categorie: Artisti, Biblioteche, Enti lirici e musicali, Spazi espositivi e Teatri. Emerge da subito che siano soprattutto le giovani donne (18-25 anni) a scandagliare i social per connettersi con le istituzioni museali. In termini di intensità delle relazioni sono i teatri e gli enti lirici e musicali ad avere un pubblico online più fedele e affezionato. Ma c’è qualche “ma” da mettere in conto: i social vengono impiegati soprattutto per la fruizione virtuale e per scaricare materiali, mentre prenotazione o acquisto del biglietto d’ingresso sembrano sottoutilizzati. L’indagine mostra anche che l’utilizzo di tali strumenti come mezzo per entrare in relazione con i propri pubblici o per attrarre visitatori non costituisce ancora, per i nostri musei, un obiettivo strategico e rilevante, a eccezione dei musei d’arte contemporanea, più vicini all’interesse dei giovani. Potenzialità social, quelle sconosciute Insomma, ci sono delle difficoltà e dipendono dalla scarsa conoscenza delle effettive potenzialità dei social media ma anche dalla poca esperienza finora accumulata nonché dalla difficoltà di associare una piattaforma a obiettivi specifici. Sono, quindi, i social multifunzionali, Facebook, Twitter e Google+ (seguiti da Instagram, Pinterest e YouTube) quelli ritenuti più efficaci dai musei ed utilizzati, in particolare, per stimolare la creazione di contenuti autocreati (user generated content). Le proposte di Civita E Civita non si è fatta attendere e ha rilanciato con alcune nuove proposte: da un lato, le istituzioni museali dovrebbero accrescere il proprio ruolo identitario e valoriale, a garanzia della qualità della cultura trasmessa e a favore di una redistribuzione dell’accesso alla conoscenza, valutando pregi e difetti rispetto ai propri obiettivi; dall’altro, i nostri musei, dovrebbero essere messi in grado di dare l’avvio ad una progettualità innovativa, volta da ottimizzare le funzioni delle piattaforme social in linea con le esigenze del museo stesso ma anche, e di comune accordo, con quelle di centri di ricerca e imprese innovative del settore. Al via la terza #MuseumWeek Coincidenza: proprio ieri ha preso il via la terza edizione della #MuseumWeek, con oltre 3000 musei nel mondo, di cui più 290 in Italia, ma anche gallerie d’arte ed enti culturali che hanno aderito all’iniziativa che si svolgerà su Twitter fino al prossimo 3 aprile. Una terza edizione che verte su tematiche legate alla tutela e alla celebrazione della cultura, alla memoria e al patrimonio culturale, ma anche alla tolleranza, al vivere insieme e alla libertà d’espressione, valori duramente colpiti dai fatti di attualità più recenti. La scoperta dei numerosi musei coinvolti sarà guidata da sette diversi hashtag, scelti dagli utenti, uno per ciascun giorno della #MuseumWeek: #secretMW, #peopleMW, #architectureMW, #heritageMW, #futureMW, #zoomMW, #loveMW.