Autore: Redazione
17/06/2016

Just Eat apre una nuova sede a Milano

Il servizio per ordinare online pranzo e cena inserisce nuovi tasselli alla sua storia italiana, puntando anche su outdoor e digital, per cui stanzia il 35% dell’investimento totale. La parola al responsabile mktg Niccolò Grosoli

Just Eat apre una nuova sede a Milano

A 5 anni dal suo arrivo sul mercato italiano, Just Eat, celebre servizio per ordinare online pranzo e cena a domicilio, inaugura una nuova sede a Milano. Il momento è più che appropriato, come sottolinea la più recente ricerca di GfK Eurisko: il mercato della consegna a domicilio online ha un potenziale di oltre 7 milioni di persone e un 19% di italiani che dimostrano “intention to buy”  nell’online food delivery. Un lustro in formato tricolore per l’azienda, ben sintetizzato dagli ultimi numeri: i dipendenti sono cresciuti del 90% arrivando a oltre 70, i “takeaway restaurant” si sono quadruplicati raggiungendo la quota di 4.500 in oltre 400 comuni. Una rapida accelerazione che è stata guidata da una strategia di sviluppo molto intensa caratterizzata anche da tre importanti acquisizioni: Clikeat.it nel 2011, Cliccaemangia e DeliveRex nel 2015 e HelloFood Italia e PizzaBo nel 2016. Si mangia! L’evoluzione di Just Eat e i prossimi step Tasselli su tasselli, posizionati in maniera adeguata per confermare Just Eat come nome di punta del food delivery anche in Italia. E anche la comunicazione deve fare la sua parte. Un argomento che DailyNet ha pensato bene di approfondire con il responsabile marketing dell’azienda, Niccolò Grosoli. Come si sono svolte le vostre attività di comunicazione nell’ultimo anno? «Nel corso del 2015, più precisamente da settembre, abbiamo debuttato in tv, con una campagna gestita a livello creativo da Bcube e da Carat per quel che riguarda il planning. E alla televisione, veicolata dal 20 settembre al 10 dicembre, lasso stagionale che sentiamo più appropriato, quando cioè il freddo comincia a fare capolino e la gente preferisce passare più tempo tra le quattro mura domestiche, abbiamo aggiunto volentieri l’esterna, pianificata da Posterscope, e il digital, di cui si è occupato Simple Agency. Negli ultimi dieci mesi abbiamo sviluppato anche un’app, scaricata già oltre un milione di volte. E al ritorno dalle vacanze estive dovremmo ritornare in tv e in esterna, oltre a non abbandonare mai l’ambito digital». E a proposito di web, come vi muovete, quanto investite? «Abbiamo abbracciato la filosofia del programmatic e siamo molto attivi su Facebook. Sul digitale spediamo circa il 30-35% del budget totale». Sul quale preferite non soffermarvi con gli organi di informazione… «Esatto. Ma una cosa si può dire: rispetto al 2015, gli investimenti cresceranno del 100-120%. Questo perché, oltre ai media da veicolare a livello pubblicitario, prestiamo molta attenzione anche al trade. La nostra è una comunicazione nazionale, ma con occhi bene aperti sulla dimensione locale». Avete un obiettivo da realizzare in questo 2016? «L’anno di Just Eat sarà maggiormente focalizzato sulla scoperta e sulla varietà di cibi e tipologie di cucina». A che punto si trova il mercato dell’online delivery food in Italia? «Nel tempo si è concretizzata una bella squadra di competitor, ci sono parecchi concorrenti ed è un bene. Just Eat ha iniziato nel 2011, in un panorama piuttosto vergine. La presenza di altre aziende aiuta a crescere in maniera più veloce e meno dispendiosa. Sul mercato visto in generale, al momento solo il 2% ordina cibo su web, quindi le possibilità sono veramente tante».  <