Autore: Redazione
28/07/2016

Italiani campioni del Marketing Collaborativo

Parlare e collaborare? Sono due le attività che gli italiani sanno fare molto bene. Parola di sociologi ed esperti, che guardano all’Italia come il terreno più fertile per lo sviluppo dei processi collaborativi alla base delle innovative tecniche di marketing

Italiani campioni del Marketing Collaborativo

Agli italiani piace chiacchierare, si sa. E il rito della chiacchiera, magari davanti a un caffè o a un piatto di pasta, coinvolge le più svariate tematiche, dal gossip fino ai prodotti di consumo e i servizi. Ma quella che a uno sguardo superficiale può sembrare una simpatica caratteristica del popolo italiano ha delle radici più profonde: in un’intervista sul successo italiano del Marketing Collaborativo, il sociologo Enrico Finzi l’ha definita “estroversione socializzante”, ovvero la necessità e volontà di noi italiani di socializzare, conoscere e aiutare il “vicino”. È proprio questa peculiarità a rappresentare l’elemento che rende noi italiani i perfetti “free ambassadors”, ossia ambasciatori volontari e senza scopo di lucro di brand e prodotti. Il passaparola come fenomeno “mediterraneo” Il successo “mediterraneo” del Marketing Collaborativo è al centro della riflessione di Finzi, il quale mette in evidenza la connotazione “mediterranea” del passaparola, motivata dal gusto di visibilità e socievolezza tipico dei popoli mediterranei e degli italiani in particolare. In questo contesto può essere spiegata la popolarità del Marketing Collaborativo in Italia, confermata anche da un sondaggio effettuato nell’agosto 2015 tra i membri della community trnd, che ogni giorno hanno a che fare con i più diversi progetti di altrettanti brand. Su 2.748 intervistati, l’84 per cento afferma di amare i progetti di Marketing Collaborativo e passaparola di trnd proprio per la possibilità di raccogliere le opinioni e le impressioni dei propri amici, agendo da veri e propri ricercatori di mercato e ambasciatori di prodotto. La volontà degli italiani di partecipare e collaborare, esprimendo la propria opinione e facendo passaparola, può trasformarsi in un potente strumento di marketing: sono tanti i consumatori disposti ad aiutare i brand a rendere i propri prodotti e servizi più conosciuti e ancora migliori. Il motivo è semplice: secondo Finzi, noi italiani siamo antropologicamente dei “chiacchieroni”, amiamo la visibilità, ci piace apparire, siamo presenzialisti, narcisisti e vogliamo occupare la scena. L’influenza della rete Ad aggiungersi a questa tipicità degli italiani è il fenomeno della crescente presa di potere del consumatore, che ama esprimere la propria opinione su qualunque argomento. La rete oggi dà la possibilità a tutti di esprimere liberamente il proprio giudizio su tutto ciò che si vuole. Anche se questo può risultare caotico e talvolta fastidioso, permette però ai consumatori di esprimere le proprie passioni, ad esempio per uno sport, un hobby o per una marca, costruendo così la propria community sociale e diventando quindi “free ambassador”. Un esempio calzante è quello di Apple: tutti noi abbiamo almeno un amico fanatico del brand che ha tentato di convincerci che i prodotti Apple sono assolutamente migliori di qualunque altro. In quel momento il nostro amico si è comportato da ambasciatore gratuito per il brand che ama. L’evoluzione del consumatore moderno, insieme allo spirito chiacchierone degli italiani, costituisce un mix interessante che può essere trasformato in un efficace strumento di marketing. Ma come farlo? La risposta è nel Marketing Collaborativo, che prevede un pieno coinvolgimento dei consumatori nelle dinamiche dell’azienda, dalla creazione di prodotti sempre migliori e in linea con le trasformazioni delle esigenze quotidiane, alle attività di marketing, come il passaparola sul prodotto.