Autore: Redazione
08/07/2016

Internet: la Camera approva la Legge Quintarelli

La norma, votata dai deputati dopo due anni di attesa, sancisce che gli operatori di telecomunicazioni non abbiano alcun diritto di privilegiare determinate tipologie di traffico dati penalizzandone altre

Internet: la Camera approva la Legge Quintarelli

Un lasso di tempo neanche così lungo, viste le usanze di certa politica nazionale: ci sono voluti due anni, ma ieri la Camera (e - in particolare - la Commissione Trasporti), ha approvato la proposta di legge avanzata da Stefano Quintarelli. Un risultato importante che contiene novità epocali per il nostro Paese in materia di concorrenza, neutralità della rete e libera scelta da parte degli utenti. Il testo della normativa sancisce un aspetto messo troppo speso in dubbio: gli operatori di telecomunicazioni non hanno alcun diritto di privilegiare determinate tipologie di traffico dati penalizzandone altre. Uguaglianza tra i bit, basta con le discriminazioni La legge conferma che tutti i bit nascono eguali e a meno di specifiche necessità gli operatori non hanno titolo per “filtrare” nulla. Le uniche eccezioni sono quei casi in cui il provider debba dare corso all’ordine di un giudice. “L’accesso best effort alla rete internet deve in ogni caso costituire l’offerta base degli operatori sulla quale fornire eventuali prestazioni aggiuntive di gestione differenziata del traffico”, si legge. In altre parole, il provider deve sempre garantire la migliore prestazione possibile a tutti durante il trasferimento di ogni tipologia di dato. Si possono semmai offrire prestazioni aggiuntive per coloro che attivano abbonamenti “premium”; il profilo base, però, deve essere il più aperto possibile e non discriminatorio. I servizi proposti agli utenti, inoltre, debbono essere sempre presentati per quello che sono veramente, senza tendere trappole nelle quali il consumatore possa cadere a seguito da una scorretta descrizione dell’offerta. Software e compatibilità con la concorrenza La legge stabilisce inoltre che l’utente deve poter operare azioni libere e non discriminatorie in materia di scelta del software. Gli utenti, inoltre, hanno pieno diritto di disinstallare software che risultassero pre-caricati sui loro dispositivi senza che ciò, per esempio, possa provocare una restrizione sui servizi fruibili. Uno store, qualunque sia il suo gestore, poi, può non essere legato a una specifica piattaforma. Anzi, all’intero del medesimo negozio virtuale si potranno trovare software compatibili con i sistemi operativi della concorrenza. Gli utenti, inoltre, debbono essere sempre posti nella condizione di installare software anche al di fuori degli store. La proposta di legge 2520, di cui Quintarelli è primo firmatario, supera così la fase più critica sulla strada della definitiva approvazione.