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Hearst, rollout del CMS proprietario per scalare l’offerta native

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Bagio Stasi, chief digital officer di Hearst Magazines Italia, parla delle novità in tema di formati in evoluzione e di nuove soluzioni per gli spender

biagio stasi Biagio Stasi In questi giorni Hearst è giunta al roll out globale di Media OS, il suo CMS proprietario nuovo di zecca, sviluppato tra le sedi di New York e Londra. «Si tratta di un CMS proprietario unico per tutte le nostre properties a livello globale, stiamo parlando di oltre 250 siti in tutto il mondo», spiega a DailyNet Biagio Stasi, chief digital officer di Hearst Magazines Italia. «Nel nostro Paese, la novità è stata introdotta da poco tempo sul sito di Cosmopolitan, e da pochi giorni è partita anche su Gioia. Quindi sarà la volta di Elle e delle altre testate del gruppo». «Grazie al nuovo strumento, Media OS, sarà molto più facile gestire e controllare l’efficacia di un articolo, potendo monitorarne le performance attraverso confronti tra i nostri brand su scala locale e internazionale», prosegue Stasi. In pratica Media Os si trasformerà in un indicatore di gradimento indispensabile per i giornalisti, che potranno in questo modo monitorare in maniera costante il consenso dei lettori. E sarà anche uno strumento indispensabile per gli spender. «Anche i nostri inserzionisti possono servirsene a fini nativi: perché mettiamo a loro disposizione un sistema avanzato, che permette un’approfondita attività di analisi qualitativa del dato per conoscere la nostra audience, legata tradizionalmente a temi come il fashion, il lusso, ma anche il design; insomma, un pubblico di qualità, spesso difficile da raggiungere», sottolinea Biagio Stasi. Il lancio di questa novità riguarda 84 mercati e alcuni test conclusi con successo negli Stati Uniti. Native semi-industriale con il nuovo CMS Puntare sul native è una scelta abbastanza naturale per un editore come Hearst, specialmente in un momento storico come quello attuale, in cui l’industry si sta confrontando con temi come la viewability e l’ad blocking. «In questo senso abbiamo costruito degli ambienti “Shared spaces”, all’interno dei quali il contenuto si coniuga con gli annunci degli inserzionisti. Con il nuovo CMS riusciamo a scalare la nostra proposta nativa con una soluzione semi-industriale, che speriamo possa portare benefici importanti a noi, ai clienti e ai lettori». Benefici che in Usa, dopo l’introduzione nel mercato di questo strumento, sono già arrivati: l’editore ha affermato che le revenue digitali sono aumentate del 35% e i visitatori unici di circa il 50%. Oltre al native, Hearst sta puntando molto sul programmatic: «Lavoriamo con un rtb centralizzato a New York e collaboriamo con le DMP Lotame e Proximic (di proprietà di comScore, ndr)», prosegue Stasi. Hero Adv, il formato principe dell’offerta targata Hearst Hearst sta puntando forte su Hero Adv. «Un formato “device neutral”, che grazie alla tecnologia HTML5, non si ridimensiona a seconda del device: la soluzione presenta diversi riquadri spacchettati che si ricompongono in funzione delle esigenze del cliente. Hero Adv offre differenti opportunità: link all’ecommerce, video, social buttons, claim », spiega Stasi. Native, occorre innescare un circolo virtuoso tra i vari attori Stasi, poi, ha voluto sottolineare alcuni limiti, certamente risolvibili, del native nel nostro Paese. «Non critico il mercato, ma sul native siamo in leggero ritardo sia sul fronte consumer sia su quello produttivo. In Usa gli utenti tendono ad apprezzare maggiormente i contenuti in cui viene indicato che un articolo è sponsorizzato, perché l’intera filiera si impegna a restituire un prodotto di valore reale per il consumatore. C’è una grande attenzione alla qualità di uno sponsored post e anche sulle attività di post-analisi, che sono più ampie e articolate: perché non si fermano al mero numero di lettori colpiti, ma indagano anche sulle reazioni e i comportamenti degli stessi. Per un motivo molto semplice: perché per fare un native di qualità, è necessario uno sforzo da parte di editori, utenti e inserzionisti, che porti a un livello superiore il contenuto. In pratica, va innescato un circolo virtuoso». L’andamento dei primi mesi dell’anno Nonostante una situazione macroeconomica incerta e un mercato digitale che fatica a ritrovare la vitalità dei suoi albori Stasi conclude dicendo: «Il primo trimestre è andato molto bene. In effetti siamo in grande fermento sia per la la Milano Fashion Week prima, che  per il Salone del Mobile, in arrivo tra pochi giorni». A febbraio il traffico totale siti (Elle, Marie Claire, Cosmopolitan, Gioia, Elle Decor) è salito del 92% sul pari mese del 2015 (fonte Google Analythics Premium ). Fatturato consolidato a marzo 2016 +30% vs. 2015.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 29/04/2024


L’ACI mette a bando 3 milioni di euro per il servizio biennale di ideazione, produzione e pianificazione di nuove campagne pubblicitarie

L’Automobile Club d’Italia ha emesso un bando per l’affidamento del servizio di ideazione e realizzazione di campagne di comunicazione per ACI stessa, del valore di 3 milioni di euro al netto di Iva in 24 mesi a partire dal prossimo mese di febbraio. Termine per il ricevimento delle offerte:30 maggio 2024. Tra i requisiti richiesti ci sono quello di un fatturato globale maturato nel triennio precedente almeno pari a 6 milioni Iva esclusa, e di aver eseguito negli ultimi tre anni di almeno 2 campagne di comunicazione esterne realizzate per pubbliche amministrazioni/privati con un progetto creativo e un piano media articolato su base nazionale, di cui almeno una con un piano media di valore pari o superiore a 1,5 milioni, Iva esclusa . Finalità La finalità delle precedenti campagne è stata di raccontare valori, capacità, funzioni di ACI e di diffonderne la “mission”: rappresentare gli interessi, le ambizioni, le evoluzioni degli automobilisti contemporanei, non più intesi solo come “proprietari di veicoli” ma soprattutto quali cittadini che necessitano di mobilità sostenibile, sicura, individuale e interconnessa con quella collettiva. ACI ha inteso, inoltre, evolvere il suo ruolo, in funzione delle trasformazioni della società, estendendo la sua attenzione a tutte le modalità con cui si compone oggi la mobilità individuale, di cui fruiscono tutti i cittadini non solo gli automobilisti, e integrando il concetto di mobilità sostenibile che deve essere certamente a minor impatto ambientale ma, altresì, anche con sempre maggiore la sicurezza stradale e, soprattutto, accessibile a tutti. ACI intende quindi perseguire questo percorso per i prossimi due anni, sviluppando campagne istituzionali/sociali, con adeguate pianificazioni nazionali, rinnovando le campagne specifiche legate ai servizi/prodotti offerti, proseguendo la comunicazione sui temi della Sicurezza Stradale e della corretta guida che ogni anno avranno un focus specifico, supportando con azioni di comunicazione specifiche le proprie articolate attività, ad iniziare da quelle sportive e associative. Obiettivi Al fine di accrescere awareness, autorevolezza e credibilità sia presso il grande pubblico italiano (protagonisti o fruitori della mobilità) come presso gli influenti di settore e gli interlocutori istituzionali, si reputa necessario che la comunicazione abbia come direzione: 1. Raccontare ACI in un’unica narrazione istituzionale, finalizzata ad ottimizzare e incrementare la corretta reputazione del brand, che successivamente si declina, in modo originale ma sempre riconoscibile, nelle diverse attività di comunicazione che saranno richieste; 2. Diffondere la vision di ACI e i valori del brand per sostenere una nuova consapevolezza, presso i target indicati, del vero e attuale posizionamento di ACI e del suo ruolo attivo nel processo di innovazione del Paese. 3. Promuovere e consolidare la consapevolezza della qualità, efficienza e innovazione dei prodotti e servizi che ACI offre, anche nei confronti di un pubblico meno attiguo al mondo ACI, per semplificare e migliorare le esigenze di mobilità.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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