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Good Move, le sfide si chiamano video e native

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La società si appresta a raggiungere il break even e prepara Good Video, mentre a continua a spingere sul native, forte di una partnership esclusiva con Adyoulike. L’intervista a Massimo Vimini e Francis Turner

Ci sono sfide che bisogna comprendere, affrontare e governare. Specialmente nel digital. Il native e il video sono alcune di queste e sono forse quelle che più negli ultimi anni hanno impegnato gli operatori di tutta la industry. È il caso di Good Move, start-up innovativa specializzata in Programmatic Advertising fondata da Alessandro Mandelli e Massimo Vimini, che nel giro di due anni si è affacciata sul mercato cercando di conformare una proposta commerciale rispetto alle richieste della domanda. Ed ecco perché, a cavallo tra questo e il prossimo anno, la struttura ha pensato di aumentare il livello qualitativo della propria offerta, lavorando in modo importante sia sul native, grazie a una partnership esclusiva con Adyoulike (di cui è reseller esclusivo per il mercato italiano), sia sul video, attraverso una soluzione proprietaria. Allo IAB Forum DailyNet ha incontrato Massimo Vimini, Country Manager Good Move, e Francis Turner, CRO e UK Managing Director Adyoulike.

L’anno del consolidamento sulla spinta del native

«Se l’anno scorso è stato di set up, questo è stato quello del consolidamento - ha affermato Vimini a DailyNet -. Abbiamo assunto un sales director (Anna Squassabia, ndr) e stiamo proseguendo nel lavoro di costruzione del team, che porterà all’ingresso di nuove risorse. Posso dire che in casa Good Move c’è grande fermento, con un grande vantaggio: siamo indipendenti e possiamo reagire rapidamente a situazioni e opportunità». Opportunità che si sono presentate in tema di native advertising. «Era da tempo che stavamo ragionando sulla possibilità di allargare il raggio d’azione alla pubblicità nativa e stavamo tenendo sotto osservazione il mercato per capire quale fosse il momento migliore. In contemporanea abbiamo scoperto Adyoulike, ma già conoscevo Francis Turner da un po’ di tempo, e abbiamo deciso che quel momento era arrivato. È stato un amore a prima vista con Adyoulike e attraverso questa partnership riusciamo a mantenere fede al nostro obiettivo, vale a dire fornire agli editori una capacità di monetizzazione il più completa e profonda possibile». Oggi Good Move lavora soprattutto con realtà editoriali medio piccole, focalizzate su entertainment, female e automotive, oltre ad avere un’apertura nei confronti dell’area news. Good Move collabora con circa un’ottantina di publisher e la sua reach è di circa 5,1 milioni di utenti unici (dati Audiweb Settembre 2016). «A livello economico siamo molto vicini al raggiungimento del break even», ha detto Vimini.

Una piattaforma aperta

«Un’altra caratteristica che vorrei sottolineare della nostra piattaforma è la sua apertura verso l’esterno: noi, infatti, dotiamo i nostri editori di una piattaforma completamente gratuita che può essere utilizzata per la compravendita pubblicitaria», ha dichiarato ancora Vimini, che non ha mostrato grande preoccupazione in tema di viewability e ad blocking. «Sul primo fronte siamo totalmente trasparenti: i nostri clienti hanno massima possibilità di scelta; sul secondo la percentuale attuale di adozione sul nostro network, attorno al 10/15% e in linea con il resto del mercato, non ci impensierisce più di molto. Il nostro approccio, qualora questo valore aumentasse, sarebbe deciso: escluderemmo gli utenti che usano l’ad blocking dai siti e non pagheremmo mai gli ad blocker come AdBlockPlus per avere accesso a chi lo utilizza».

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La novità si chiama Good Video

Infine, Vimini ha voluto dare un assaggio di quella che è una delle principali novità di prodotto in cantiere per l’anno prossimo, Good Video. «Non voglio anticipare molto. Per ora siamo in fase di test con gli editori in concessione, la piattaforma è dunque ancora chiusa e sempre gratuita. L’obiettivo di una soluzione del genere è quello di stimolare la monetizzazione dei nostri editori, sapendo che la produzione di filmati è costosa, lo streaming anche peggio, e che per gli editori più piccoli uno strumento come Good Video sarebbe una fonte non solo di risparmio ma anche di ricavi aggiuntivi».

La partnership con Adyoulike

«Abbiamo osservato il mercato italiano e abbiamo pensato che la partnership tra Adyoulike e Good Move fosse una grande opportunità, perché gli editori sono alla ricerca di nuove vie di monetizzazione e tutto il comparto è ricettivo rispetto a quanto di nuovo può esserci, in ambito tech come in quello delle idee», ha esordito Turner. «Il feedback da parte del mercato è stato molto rapido: nel giro di quattro mesi abbiamo attivato una dozzina di nuovi clienti e sviluppato diverse campagne con quelli già esistenti. Credo che la risposta sia stata immediata grazie soprattutto agli incrementi di business che il native dà», ha aggiunto Turner.

Un native diverso

Con una presentazione al mercato, a giugno di quest’anno, Good Move ha ufficializzato l’intesa esclusiva con Adyoulike, una realtà da 10 milioni di dollari di fatturato nel 2015 e da 20 milioni quest’anno. «Abbiamo aperto la società nel 2011 in Francia, quando il native era una modalità di comunicazione ancora quasi per niente diffusa - ha spiegato Turner -. Il nostro modo di interpretare e fare native è diverso: non siamo operativi attraverso il content recommendation. Il nostro business si basa sull’in-feed e devo dire che in Europa siamo stati i primi». Oggi la società ha uffici a Parigi, Londra, New York ed è operativa in vari Paesi attraverso partnership esclusive come quella in Italia con Good Move. «Siamo attivi in Germania, Spagna, Medioriente e Sud America e stiamo guardando all’Asia». L’azienda può, infatti, contare su accordi di prestigio, come quello stretto con Condé Nast e su un rapporto ormai duraturo con piattaforme quali The Trade Desk, AppNexus o Mediamath.

Programmatic & Tecnologia

«Proprio il programmatic è una delle aree a maggiore crescita per noi. Se l’anno scorso la sua quota era del 10% nei primi sei mesi è arrivata fino al 25% e il trend è in costante sviluppo - ha continuato Turner, che ha poi sottolineato il ruolo della tecnologia per la sua società -. Da poco abbiamo integrato IBM Watson, in grado di leggere i contenuti per decidere poi come abbinare le pubblicità native. Penso che si tratti di una feature capace di elevare il livello del native in generale, in quanto il tema del delivery è fondamentale».


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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