Autore: Redazione
15/11/2016

Il giornalismo si trasforma e diventa mobile

L’informazione che arriva dal basso. Lo smartphone che diventa protagonista. Le audience che si spostano, si nascondono, si mimetizzano, diventando preda sfuggente per gli investitori pubblicitari. Di tutto questo, e molto altro, si parlerà venerdì prossimo, 18 novembre, a Milano, presso Palazzo Mezzanotte, in Piazza Affari, sede di Borsa Italiana

Il giornalismo si trasforma e diventa mobile

Da una parte ci sono internet e i telefoni cellulari, che hanno trasformato il modo in cui consumiamo le notizie. Dall’altra, o forse non più, stanno i giornalisti, sempre più costretti a reinventare le modalità con cui raccolgono e producono, appunto, le notizie. Gli esperti lo chiamano mobile journalism, meglio conosciuto come “MoJo”. Gli smartphone sono diventati i protagonisti: per informare, coinvolgere, distribuire le notizie. Tradurre in parole, immagini e video l’informazione raccolta, rendendola disponibile a tutti, garantendo una maggiore interazione con il pubblico. Secondo molti osservatori, il mobile journalism è però la naturale continuazione del video giornalismo, che aveva iniziato a prendere piede all’inizio dello scorso decennio. Le esperienze, da allora, si sono moltiplicate e oggi appare condiviso il fatto che attraverso lo smartphone è possibile rendere lo storytelling molto intimo, così come infilarsi in ambienti ostili con più facilità, alla ricerca della croanaca più autentica. Sempre di più, lo smartphone, viene utilizzato come uno strumento complementare, in parallelo rispetto ai metodi tradizionali e molti giornalisti sono ormai abituati a condividere video sui social media direttamente dai loro telefoni cellulari.

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Barbara Del Pio

L’autorevolezza non è per sempre

Non è più raro vedere all’opera gruppi di dieci o quindici giornalisti tutti armati di smartphone, pronti a raccontare una situazione, in continuità, per ventiquattro ore, un tema comune, ma visto da diverse angolazioni. E mentre i giornalisti procedono con il lavoro, pubblicano istantaneamente i propri contenuti multimediali, magari all’interno di un blog online. Dunque, il mobile journalism si inserisce perfettamente all’interno di una strategia che mette il digitale al primo posto, elemento con cui i broadcaster, al momento, stanno cercando di fare i conti. Perché la “zona franca” non esiste più. L’autorevolezza non è conquista definitiva, la si mette in gioco ogni giorno sui social media, nell’interazione con il pubblico durante ogni giornata di cronaca. Ora, la trasformazione si impone in un quadro dove tutti i nuovi metodi, che rendono possibile questo tipo di interattività, dovrebbero non arrivare a compromettere i valori portanti della professione. E sullo sfondo c’è sempre la pubblicità, che continua a giocare un ruolo decisivo, come sostegno economico dell’informazione che fatica a trovare vie alternative, a partire dalle formule a pagamento.

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Gianluca Luciano

Un palco di prestigio

È qui che si inserisce lo spazio dedicato da Upgrade Mobile Summit (sito) a tutti questi fenomeni emergenti, che stanno cambiando la stampa, gli editori, i giornalisti, i comportamenti del pubblico e le modalità degli investitori pubblicitari a intervenire sul fronte dell’informazione con i loro necessari intermezzi commerciali. è una partita molto delicata, dentro un circuito di assoluta innovazione che non è stato ancora compreso fino in fondo e adeguatamente assimilato. Serve confronto. Servono testimonianze. Servono racconti. La direzione di marcia è non arretrare rispetto al cambiamento tecnologico e social,e ma usarlo e sfruttarlo per essere più forti. Va rinsaldato il legame tra professionisti magari di estrazione differente, dai grandi broadcaster agli uffici stampa, passando per i portali più influenti alla grande e piccola emittenza, le radio e le testate web, sfruttandone bisogni identici. Forse è necessario fare gruppo, creare squadra, costruire una comunità animata dalla voglia immutata, al di là dei cambiamenti tecnologici e dei profili e dei mezzi mediali, di raccontare con onestà, verità e completezza quello che ci gira intorno. Anthony Gavina, Head of International Programme di BBC Worldwide, Claudio Semenza, Giornalista, Esperto di Innovazione Digitale e Nuovi Linguaggi Video, Gianluca Luciano, Founder e Chief Executive Officer di Caffeina Media, Barbara Del Pio, Vortal Director presso Italiaonline, e Peter Gomez, Co-Founder de Il Fatto Quotidiano e Direttore de Ilfattoquotidiano.it, sono stati chiamati dagli organizzatori dell’evento milanese di venerdì prossimo a confrontarsi proprio sui fenomeni e le tendenze che stanno cambiando, dalle fondamenta, il modo in cui i fatti del mondo vengono raccontati. Non è roba da poco. 

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