Autore: Redazione
01/03/2016

Eurostep, i segreti per un buon ecommerce

Prendere per mano una società e cucirle un abito digitale su misura. L'agenzia è la nuova sartoria che punta all’omnicanalità, tra estetica e funzionalità

Eurostep, i segreti per un buon ecommerce

eurostep-150x150
Fabio Bordignon, Simone Bittoto e Giovanni Marconato Arrivare a tutti. O almeno al maggior numero di utenti possibile. E il mitico porta a porta, sebbene dotato di un fascino tutto suo, è ormai una soluzione obsoleta. Così un’impresa che voglia affermarsi deve necessariamente affidarsi alle nuove frontiere tecnologiche. Il problema italiano è che anche le precedenti teorie non sono state del tutto recepite, così da causare un blocco, un ritardo, uno stop quasi irrimediabile. Problemi culturali, si dice, timore di fare passi sbagliati, quel desiderio mai sopito di accontentarsi di quel poco che si è riusciti a raggiungere. Il problema qui, però, non fa rima solo con la mancata ambizione bensì con il pericolo di venire sorpassati, di rimanere indietro e magari sparire dalle coordinate. Niente paura, perché in giro ci sono dei saggi, peraltro giovani (incredibile ma vero), capaci di portarti a un livello superiore. Prendete Eurostep, un’agenzia che somiglia a una sartoria: costruisce abiti digitali su misura focalizzandosi su sistemi di ecommerce capaci di farti fare il salto di qualità. Partiti da Treviso, dove si trova la sede principale, questi nuovi stregoni del digitale sono riusciti ad arrivare a Milano e persino a New York. Qual è il loro segreto? Lo abbiamo chiesto a Simone Bittoto, ceo e founder nonché anima commerciale e strategica. L’altro co-fondatore del giocattolo è Fabio Bordignon, cuore tecnologico e responsabile operativo dell’azienda. A loro si è recentemente aggiunto Giovanni Marconato, forte di esperienza in ambito sia finance che di retail management, per completare i ruoli di questa squadra di sicuro successo.
Cosa fa Eurostep?
Aiuta un’azienda nella scalabilità del suo business online. Certo, costruire un sito è fondamentale ma rappresenta solo un primo passo, seppur decisivo. Il nostro obiettivo è divenire dei veri e propri driver di accelerazione di un gruppo. Stringiamo partnership attraverso le quali la singola azienda può poi contare per accedere a una serie di servizi.
In che situazione preferite muovervi?
Preferiamo operare all’interno di un mercato di medie dimensioni, quindi non troppo grandi, ma neanche troppo piccole. Sicuramente il panorama nazionale è abbastanza complesso, spesso appare rallentato, per i soliti problemi di ordine culturale.
Come scegliete le aziende da curare? Cosa offrite loro?
Sondiamo il campo cercando di capire cosa manchi, cosa serva per fare il salto di qualità. Offriamo la possibilità di accedere all’omnicanalità, anche perché non tutti possono arrivare alla tv. E, soprattutto, sottolineiamo l’importanza di avere un buon sistema ecommerce, che significa avere un lasciapassare verso l’affermazione. Ed è lì che interveniamo noi. In sintesi: creiamo siti web; curiamo l’outsourcing; gestiamo gli incassi; sgraviamo l’azienda da attività considerate noiose; curiamo la customer experience, che deve risultare piacevole e funzionale. In giro si possono trovare parecchi siti che sottovalutano elementi che poi si rivelano micidiali nella costruzione di una carriera. Occorre, insomma, fare attenzione ai particolari.
Quando avete iniziato?
Il marchio è nato una decina di anni fa, ma solo recentemente ha trovato la sua strada. Nel 2014 c’è stata una sorta di rivoluzione. Ora possiamo contare su circa 50 progetti di ecommerce che significano 40 milioni di transato. Abbiamo realizzato una crescita del 100% nel 2015 e dovremmo fare anche meglio nel corso di quest’anno. Nel 2015 abbiamo affrontato una ventina di gare, alcune delle quali sono ancora aperte. E, come detto in precedenza, siamo consapevoli di come la situazione italiana dell’ecommerce non sia facile per i soliti problemi culturali perché il mercato va troppo veloce perché si riesca a catturarne tutti i risvolti in diretta.
Come potrebbe essere definita Eurostep?
Come una struttura super propositiva, outsider che deve vedersela con competitor molto grossi, riconosciuti. Siamo dei battitori liberi. Ma siamo competenti e in crescita, anche nelle risorse umane: siamo in 30, ma alla fine del 2016 potremmo essere 50. Rappresentiamo la nuova frontiera della consulenza. Siamo dei mentori, la nuova ecommerce experience.