Autore: Redazione
16/05/2016

Ecommerce non decolla, ritardi tra utenti e imprese

Al via il Netcomm Ecommerce Forum, MM-One Group dipinge uno scenario desolante, per cui nell’utilizzo siamo 24esimi su 28, davanti solo a Cipro, Grecia, Bulgaria e Romania

Ecommerce non decolla, ritardi tra utenti e imprese

Nonostante la complessiva crescita del settore e gli sforzi che si stanno facendo nel nostro Paese, lo sviluppo dell'ecommerce italiano è ancora distante dai livelli dei nostri partner europei: nella classifica sull’utilizzo dell’ecommerce l’Italia si colloca al 24esimo posto su 28 Paesi, prima di Cipro, Grecia, Bulgaria e Romania. Il ritardo riguarda sia i cittadini, che ignorano ed evitano ancora questo metodo di acquisto, sia le imprese, la cui quota di fatturato legato all’ecommerce è ancora molto modesto. I risultati emergono da uno studio realizzato dal Centro Studi di MM-ONE Group, agenzia specializzata in servizi ebusiness per le aziende, che, a pochi giorni dall’Ecommerce Forum, ha preso in considerazione 11 indicatori Eurostat aggiornati al 2015 che fotografano i comportamenti di aziende e cittadini in Italia e all'estero per quanto riguarda l’utilizzo del commercio elettronico, sia in merito l'attitudine all'acquisto e alla vendita di prodotti, sia all'utilizzo di servizi come l'internet banking e il booking online.   Spaccatura fra Nord e Sud Europa Aggregando opportunamente gli indicatori considerati, si delinea una netta spaccatura fra Nord e Sud Europa. Ai primi posti della classifica si posizionano paesi quali la Danimarca, l’Olanda e la Gran Bretagna che si distinguono per il maggior utilizzo del commercio elettronico. Attribuendo un punteggio convenzionale pari a 100 alla Danimarca, il Paese che sfrutta al meglio le potenzialità della rete, l'Italia totalizza 18 punti, a fronte dei 37 della Spagna, dei 64 della Francia e dei 74 della Germania. Una performance insufficiente per un Paese che vuole competere sul mercato internazionale per superare la difficoltà economica in atto.
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  Imprese italiane: la quota di fatturato internet si ferma al 9% Entrando nel dettaglio del ritardo italiano, la quota di fatturato delle imprese derivante dalle vendite in rete è appena del 9%, mentre in Europa la media si attesta al 17%. Inoltre appena il 13% delle attività commerciali del nostro Paese ha una piattaforma di vendita integrata nel proprio sito web (la media europea è del 17%) e solo il 10% riceve ordini via internet (con una media UE pari al 19%). L'unico dato che si avvicina alla media europea è quello relativo alle imprese italiane che fanno acquisti online: si tratta del 38%, contro una media europea del 40%.   Ecommerce: solo 1 italiano su 4 ha acquistato in rete almeno una volta Delude l’utilizzo dell’ecommerce in Italia da parte dei cittadini: solo il 26% degli italiani ha fatto almeno un acquisto sul web, contro l’81% degli inglesi (la media europea si attesta al 53%). L'acquisto di viaggi online è all'11% (UE 27%, Germania e Francia oltre il 35%, Danimarca 57%), mentre solo il 28% degli italiani utilizza l'e-banking per le operazioni di conto corrente, a fronte di un 86% della Finlandia e di una media europea del 46%.
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  Pesa il ritardo culturale L’arretratezza dell’Italia si può ascrivere a un ritardo culturale, oltre che imprenditoriale e istituzionale. In questo senso sono ancora insufficienti le strategie nazionali messe in atto per potenziare e valorizzare il commercio elettronico, fra tutte la riduzione del digital divide - ancora presente in molte aree del Paese - e la diffusione della banda ultra larga. Ecommerce vuol dire risparmio di tempo, di costi e di energia. Non cogliere questa opportunità potrebbe penalizzare l'intera crescita e sviluppo.