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Doxa: l’istituto di ricerca di Marina Salamon chiude il 2016 in crescita a quota 41,1 milioni di euro

Autore: S Antonini


Qualità, innovazione e investimenti nel capitale umano sono alcuni degli ingredienti del successo della società indipendente italiana che festeggia proprio oggi i 70 anni di attività

Il mercato delle ricerche di marketing in Italia è in espansione. Secondo i dati Assirm diffusi lo scorso ottobre, nei primi sei mesi del 2016 ha guadagnato il 2% rispetto all’anno precedente in termini di fatturato, che a livello complessivo si attesta intorno ai 226 milioni di euro. Le nuove acquisizioni crescono del 2,8%. In un contesto competitivo caratterizzato dalla forte presenza di grandi gruppi internazionali, un’azienda italiana come Doxa realizza continue crescite. Da cinque anni a questa parte i ricavi dell’istituto di ricerca presieduto da Marina Salamon aumentano, e così i dipendenti. Nel 2011 Doxa fatturava 29,1 milioni di euro e contava 160 addetti. Nel 2015 la società ha avuto ricavi per 39,6 milioni di euro, e 241 dipendenti. L’esercizio di quest’anno dovrebbe chiudersi con un fatturato di 41,1 milioni e 246 addetti. Questi risultati sono il frutto di una strategia che punta all’eccellenza, avviata proprio quando è esplosa la crisi economica e dei mercati, con le note ricadute sul comparto della comunicazione. Il 2008 è stato un anno decisivo, «durante il quale abbiamo assistito al cambiamento radicale del paradigma, ma è proprio in quel momento che Doxa ha cominciato a investire» spiega Marina Salamon a DailyMedia, «nelle persone, più che triplicando i dipendenti, nell’ampliamento degli ambiti di competenza ad altri aspetti del marketing con Connexia, anch’essa in crescita, e nell’innovazione digitale» con il panel web esclusivo Doxa Duepuntozero di 50mila individui, che sta per aumentare a 80mila. E con la verticalizzazione dei servizi in alcuni settori, per esempio quello delle ricerche di mercato in ambito farmaceutico e medico, che Doxa copre con Doxapharma.

Marina Salamon e Vilma Scarpino Marina Salamon e Vilma Scarpino

Doxa celebra il “fattore umano”

Proprio oggi Doxa festeggia 70 anni di vita con un cocktail party che si tiene a Milano nella sede di via Panizza, una occasione per celebrare il rispetto per il “fattore umano” che caratterizza l’approccio di Marina Salamon: «Noi non siamo un fondo di investimento: siamo imprenditori che investono nel futuro, nei giovani a cui dobbiamo offrire opportunità di lavoro e crescita insieme a quelle che creiamo per le aziende». La storia di Doxa inizia nel 1946, con il referendum su Repubblica o Monarchia e il primo sondaggio realizzato in Italia dal fondatore della società, Pierpaolo Luzzatto Fegiz. Nel 1956 il padre di Marina, Ennio, entra nella società di cui diventò direttore generale e “mente”. Nel 1991 Marina, che già aveva una solida esperienza da imprenditrice della moda, acquisisce la società e ne diviene presidente. Oggi ne controlla il 90% attraverso la propria holding Alchimia. Il restante 10% fa capo a Vilma Scarpino, entrata in Doxa da laureanda e oggi amministratore delegato. Alla direzione finanziaria e risorse umane c’è Adriana Calella. «Non sono femminista - dice Salamon -, credo a un mondo che è un incrocio di storie su base totalmente meritocratica, dico no alle monarchie ereditarie e anche alle aziende padronali. Siamo totalmente managerializzati, e io mi comporto da azionista e non da “padrona”». L’evoluzione del settore delle ricerche, spiega Salamon, «dipende dalla capacità di innovare e di accogliere la sfida del digitale e dei big data. Sarà sempre più importante la componente dimensionale e quella del posizionamento. Quello che ci ha contraddistinto - continua - è il rifiuto di vendere alle multinazionali per investire sul nostro Paese, e non aver ceduto alla lusinga di andare sul mercato finanziario senza che, al momento, ce ne siano i presupposti. Credo che al di sotto di fatturati da 50 milioni non abbia senso quotarsi in Borsa. E infine noi siamo sani, non abbiamo l’ansia di farci comprare da qualcuno».

Un posizionamento alto

Inoltre, Doxa ha sempre puntato sulla qualità e su un posizionamento alto, senza svendere i propri servizi i e investendo per prima sul digitale sul panel web. Da oggi in avanti «siamo aperti a varie possibilità di sviluppo, ma quello che non faremo è comprare cose che non c’entrano con noi, o metterci in concorrenza con le multinazionali della comunicazione. Non apriremo nemmeno sedi all’estero, in primo luogo perché con il digitale siamo in grado di gestire indagini internazionali, in secondo luogo perché siamo già presenti con WIN-GIA, il network che abbiamo fondato presieduto da Vilma Scarpino». WIN-GIA, The Worldwide Indipendent Network of Market Research / Gallup International Association, è un circuito di istituti di ricerca indipendenti presente in oltre 75 Paesi. Quello che senz’altro Doxa farà è raccontare meglio la propria storia di società italiana che si impone nel settore terziario dominato dalle multinazionali. Oltre all’ambito digitale, i big data e il programmatic, il futuro delle ricerche è in qualsiasi settore «ma come sempre è un problema di dimensioni delle aziende. In tutti gli ambiti oramai è fondamentale capire quali sono i trend per potere prendere decisioni strategiche». Per quanto riguarda, invece le ricerche ufficiali o “audi”, dove Doxa è presente con Audipress e Audiweb, «riteniamo che siano strategiche come luogo oggettivo, e autorevole per certificare in modo indipendente dati di mercato di cui le aziende che investono hanno bisogno».


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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