Autore: Redazione
25/03/2016

Dati e creatività, mix pubblicitario vincente

A sostenerlo è Sir Martin Sorrell a capo del colosso WPP, spiegando inoltre come in realtà questo matrimonio sia, a oggi, vitale

Dati e creatività, mix pubblicitario vincente

Anche Sir Martin Sorrell, numero uno del colosso WPP, è entrato nel dibattito che sta scuotendo il mondo della creatività e, di conseguenza, della pubblicità, sostenendo a oggi che non è più sufficiente fare affidamento sulle abilità che un tempo consentivano agli advertiser di realizzare contenuti efficaci e d’impatto, in grado di accattivarsi il pubblico. Ed è questo uno dei principali motivi, se non il principale, per cui l’intero comparto dell’advertising ha bisogno di un rebrand, per poi aggiungere all’interno del Changing Media Summit del Guardian che “ormai non viviamo più nell’era del business advertising”. La frase di Sorrell allude al fatto che oggi molti advertiser, agency e publisher quando realizzano la pubblicità vanno alla ricerca di contenuti profondi senza pensare che alla fine vengono riversati nel mare magnum della rete e che, dunque, devono inevitabilmente tenere conto di altri parametri, più analitici, quali appunto i dati. Sorrell, infatti, che attualmente sta dando vita a un importante servizio di marketing basato sui business data attraverso Xaxis di WPP, ha spiegato come in realtà il matrimonio tra dati e creatività sia, a oggi, vitale. “Se si utilizzano alcuni dati che aiutano a capire meglio che cosa stanno pensando i consumatori dal punto di vista pratico ed emotivo alla fine si è in grado di avere più stimoli per creare campagne adeguate e per colpire il target giusto con un messaggio coinvolgente”. La capacità di WPP di offrire questo mix di servizi, tra dati e creatività, è messa in discussione dalla crescita delle società focalizzate a breve termine, seguendo quel principio che lo stesso Sorrell ha definito “short terminism”, dovuto principalmente al rallentamento economico di questi ultimi anni.