Autore: Redazione
12/07/2016

Dati ADS: le “nuove” multiple digitali a ottobre

La società, di cui è presidente Carlo Mandelli, ha reso note le diffusioni di due mesi fa per quotidiani e settimanali e di aprile per i mensili. Il regolamento più restrittivo entrerà in vigore per le rilevazioni riferite, rispettivamente, ai mesi di settembre e agosto. Il Sole 24 Ore, intanto, sottolinea la bontà delle strategie avviate nel segmento business to business

Dati ADS: le “nuove” multiple digitali a ottobre

Il CdA di ADS, riunitosi lo scorso 8 luglio, dopo aver acquisito e analizzato il parere tecnico di Reply - la società incaricata di verificare le modalità tecniche di accertamento delle copie digitali multiple -, ha deciso all’unanimità modalità e tempi per migliorarne ulteriormente la metodologia di certificazione e tornare a disporre in modo integrale dei dati diffusionali di quotidiani e periodici. “In sintesi - recita il comunicato emesso ieri - il CdA ha deciso di attenersi al principio della  centralità dell’utente finale, richiedendo, per le copie digitali multiple, la sua identificazione attraverso una procedura di login che prevede anche il ricorso a tecniche di sicurezza informatica atte a escludere sistemi automatici di attivazione”. Modificare il regolamento Il CdA ha dato inoltre mandato alla Commissione Lavori di opportunamente “modificare il regolamento e renderlo disponibile agli editori secondo i criteri approvati, in modo da poter ripristinare la normale divulgazione dei dati entro l’autunno. In attesa di ciò, per le prossime rilevazioni, i dati diffusionali di quotidiani e periodici saranno rilasciati ancora senza la colonna delle copie digitali multiple”. Le novità dell’autunno L’ufficializzazione di questo elemento significa che i dati di settembre per quotidiani e settimanali e quelli di agosto per i mensili dovrebbero essere i primi a tornare a essere resi noti nel loro “nuovo” insieme - ovvero con il contributo anche delle multiple digitali verificate secondo la nuova normativa -. “In  tutti i Paesi l’evoluzione digitale, con una sempre più diversificata modalità di fruizione di quotidiani e periodici, rende problematica la certificazione del numero di copie diffuse - ha commentato il presidente di ADS, Carlo Mandelli -. Se, da un lato, il digitale rappresenta un elemento di positività in virtù dell’ampliamento del bacino dei lettori, dall’altro è necessario raffinare con maggiore frequenza i sistemi di accertamento. Naturalmente, ha prevalso la necessità di continuare a disporre di un sistema credibile di dichiarazione ancorato alla realtà e, soprattutto, utile alla competizione tra editori e al dialogo con il mercato pubblicitario”. Le nuove stime Sempre ieri, intanto, sono stati resi pubblici i nuovi dati mensili stimati dagli editori e riferiti a maggio per quotidiani e settimanali, e ad aprile per i mensili. Per i primi, quindi, non cambia nulla, almeno per quanto riguarda le principali posizioni, con la conferma, in ordine decrescente, di Corriere della Sera, la Repubblica e Il Sole 24 Ore. Il primo cala da 350.000 copie, di cui 79.000 digitali in aprile, alle 344.000, di cui 77.000 repliche sul web, di due mesi fa. Invece, la Repubblica passa da 280.000 copie (di cui 50.000 digitali) a 275.000, di cui 49.000 digitali. Il quotidiano confindustriale, che è stato quello più penalizzato dalla sospensione dal conteggio delle multiple digitali, scende anch’esso: da 270.000 (di cui 121.000 digitali), a 265.000, comprese 115.000 digitali. Un comunicato emesso ieri dal Sole 24 Ore sottolinea che, comunque, anche così, si conferma pure nel mese di maggio il primo quotidiano digitale in Italia. E aggiunge che le verifiche che si sono rese necessarie sono state “generate per far chiarezza sulla segnalazione sollevata da Condé Nast rispetto a suoi concorrenti del segmento periodici e non riguardano in alcun modo il Gruppo Sole 24 Ore che, peraltro, per primo, ha richiesto da tempo in sede ADS di regolamentare la materia, proprio per evitare distorsioni e utilizzi impropri”. Naturalmente, poi, bisognerà vedere i riscontri che effettivamente “genererà” il nuovo regolamento. In ogni caso, intanto, sempre Il Sole 24 Ore rileva come “la quota media di queste copie multiple pari al 26,5% del totale diffusione “carta+digital”, si confronta con il 48% del Financial Times e indica, quindi, che ci sono ancora forti margini di crescita in termini di mercato”. Creazione di una filiera E aggiunge: “Uno dei principali elementi caratterizzanti della scelta editoriale multimediale che ha adottato in questi ultimi anni è stata proprio la creazione di una filiera di quotidiani digitali specializzati che ha rafforzato il legame con la nostra platea di riferimento, banche, aziende e professionisti, accentuando il profilo di strumento di lavoro indispensabile del Sole 24 Ore e stimolando, con particolare successo, la trasformazione del pacchetto storico di abbonamenti cartacei in digitali, nelle versioni singole e multiple. Queste ultime rappresentano l’offerta del Sole 24 Ore al mondo business (B2B) e ne testimoniano il gradimento del mercato”. A seguire, La Gazzetta dello Sport del lunedì supera quella degli altri giorni e La Stampa; e così avviene anche per Avvenire nei confronti del Messaggero, nonostante la differenza sia di poche centinaia di copie. Italia Oggi, l’altro quotidiano che ha subito le maggiori penalizzazioni dalla sospensione delle multiple digitali (in proporzione analoga a quella del Sole 24 Ore), risale da 37.000 (di cui 1.300 web) a 41.500 copie, di cui 1.100 digitali. Tra i settimanali restano confermate le prime tre posizioni, rispettivamente, di Sorrisi e Canzoni Tv, Settimanale Dipiù e Telesette; mentre tra i mensili, dietro al Messaggero di Sant’Antonio, al Volante supera Focus.