Autore: Redazione
27/06/2016

Una corte tedesca condanna le whitelist per inibire l’ad blocking

Axel Springer vince la causa contro Eyeo, controllante di AdBlock Plus ma la pratica di bloccare l’adv è legale

Una corte tedesca condanna le whitelist per inibire l’ad blocking

Una corte tedesca venerdì si è espressa su una causa che ha visto coinvolte Axel Springer ed Eyeo, la parent company di AdBlock Plus. E per l’editore tedesco, che controlla Business Insider, eMarketer, Bild e Die Welt, si tratta di una vittoria. La corte d’appello di Colonia, infatti, ha vietato all’azienda di ad blocking di far pagare un fee al colosso media per entrare nella whitelist di “Acceptable Ads” del sistema. La whitelist consente alle company che distribuiscono pubblicità “bloccate”, quando non ritenute intrusive da Eyeo, di veder erogati i propri annunci agli utenti del servizio che filtra l’adv. Tra queste figurerebbero nomi di primo piano come Google e Criteo. In base alla sentenza Axel Springer non dovrà più pagare per apparire nella whitelist: una decisione importante da cui ci si aspetta un effetto a cascatya, almeno in Germania dove 1 utente su 4 blocca la pubblicità. Per Axel Springer la decisione della corte “Manda un messaggio chiaro agli ad blocker. Il giornalismo costa denaro e deve poter finanziarsi attraverso l’advertising, sia su stampa sia su digital”. Eyeo ha risposto con un blogpost, manifestando l’intenzione di fare appello alla corte suprema. In ogni caso la sentenza non riguarda l’uso di ad blocking ma solo la creazione di whitelist, che interferisce con il diritto tedesco di concorrenza sleale.