Autore: Redazione
24/03/2016

Contenuti più autorevoli, così le istituzioni si affidano a Skuola.net

Il fondatore Daniele Grassucci riflette sul progresso e la maturazione di un veicolo di comunicazione privilegiato

Contenuti più autorevoli, così le istituzioni si affidano a Skuola.net

C’è un’intera generazione che vive online. E c’è qualcuno che la segue da vicinissimo. Da sedici anni Skuola.net è un punto di riferimento essenziale per i giovani studenti italiani. Quell’idea nata sui banchi di un liceo romano, presto diventata un sogno anche imprenditoriale, oggi è molto di più. E’ questione di autorevolezza. Lo spiega con tutta la passione possibile Daniele Grassucci, co-fondatore e head of content and communications del portale: «Proprio nel corso dell’ultima edizione del Safer Internet Day ho avuto modo di riflettere sul progresso e la maturazione che hanno interessato la nostra esperienza professionale. La crescita di Skuola.net non si rispecchia più solo nella sua diffusione, nella qualità e nella continuità del rapporto con un numero di giovani sempre più elevato, nella sua funzione di veicolo di comunicazione privilegiato. In realtà, il lavoro che abbiamo sviluppato nel tempo ha assunto, oggi, dei contorni di autorevolezza tali da permetterci di partecipare a progetti e iniziative di significato davvero elevato. E questo, oltre a essere un elemento di particolare soddisfazione per noi, fa assumere alla nostra proposta un valore sempre più importante». Skuola.net, dunque, non è più solo il sito di riferimento per gli studenti di scuola e università, ritrovo virtuale ideale sia per lo studio che per lo svago. I suoi contenuti didattici, la condivisione diretta con gli utenti, la costante attenzione rispetto a tendenze e interessi del mondo giovanile l’hanno confermato strumento di informazione riconosciuto come interlocutore autorevole dalle istituzioni e credibile opinion leader dai ragazzi. E quando c’è bisogno di conoscere a fondo cosa pensano i giovani su un determinato argomento o di coinvolgerli in iniziative che li vedono protagonisti, ecco che il ricorso a Skuola.net è diventato sempre più diffuso.
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Daniele Grassucci “A better internet” Ad esempio, è avvenuto in occasione dell’ultima Giornata mondiale per la sicurezza in rete, promossa e istituita dalla Commissione Europea, celebrata in contemporanea in oltre cento nazioni all’insegna dello slogan “Play your part for a better Internet!”. «Siamo stati scelti come partner strategico per questo progetto di grande importanza nel campo della formazione, di respiro europeo; e al quale abbiamo aderito con orgoglio mettendo a disposizione il patrimonio di conoscenza e di interpretazione che abbiamo accumulato in tutti questi anni. E che non smettiamo di alimentare, giorno dopo giorno» sottolinea Grassucci. All’appuntamento con il Safer Internet Day c’era, innanzitutto, il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che ha di fatto lanciato la campagna del Miur contro il cyberbullismo, con la proiezione in anteprima di uno spot al Teatro Palladium a Roma. E proprio qui si è svolta la giornata romana, mentre in contemporanea c’è stato anche un secondo evento al Piccolo Teatro Strehler di Milano. Contemporaneamente, la Polizia di Stato era presente in cento capoluoghi di provincia per una serie di workshop sul delicato tema, organizzati nelle scuole di ogni ordine e grado, per incontrare gli studenti - oltre 60 mila - attraverso la campagna “Una vita da social”, mentre alla Camera dei Deputati l’associazione SOS Il Telefono Azzurro Onlus ha messo attorno a un tavolo di discussione esperti ed esponenti politici. Al fianco delle istituzioni Tutte queste iniziative si svolgono sotto l’egida di Generazioni Connesse, il Safer Internet Centre Italiano, cofinanziato dalla Commissione Europea e coordinato dal Miur, in partenariato con la Polizia Postale e delle Comunicazioni, l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, l’Università degli Studi di Firenze, l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Save the Children Italia Onlus, SOS Il Telefono Azzurro Onlus, Cooperativa E.D.I., Movimento Difesa del Cittadino e, appunto, Skuola.net. Allora, al centro della scena ci sono i giovanissimi e, soprattutto, i nati fra il 1996 e il 2010, la cui vita “social” è stata ripercorsa attraverso un’indagine affidata da Generazioni Connesse proprio a Skuola.net e all’Università degli Studi di Firenze. «Non è un caso se si parla di vita social - ricorda Grassucci -. Sempre più giovani sono connessi, spessissimo in chat, WhatsApp su tutti. E talvolta si trovano a rischio dipendenza, dimostrando in qualche occasione una certa sottovalutazione del fenomeno del cyberbullismo». Dalla ricerca emerge, infatti, che il 17% degli intervistati rimane connesso tra 5 e 10 ore al giorno, considerando l’uso integrato di personal computer, tablet e cellulare. Una percentuale analoga di ragazzi si dichiara sempre connessa. Nel mondo dei giovanissimi sono le chat a farla da padrone: WhatsApp è la piattaforma preferita dal 90% degli intervistati, percentuale superiore a quella registrata dagli altri social network come Facebook (64%), Instagram (61%) e Youtube (58%). Quasi la totalità degli intervistati, più del 90%, dice di utilizzare quotidianamente le chat. Molti ragazzi sono online ben prima dei 14 anni ma, per fortuna, sembrano sempre più attenti alla loro privacy. «Da una parte - commenta ancora Grassucci - temono i “bulli digitali”, ma ancora in troppi sottovalutano il cyberbullismo: solo l’8% ammette di aver intenzionalmente vessato un coetaneo, mentre uno su dieci banalizza un po’ il proprio comportamento, traducendolo involontariamente sul fronte ludico, quasi si trattasse di semplici scherzi. Nel frattempo - prosegue Grassucci - abbiamo notato come stia cambiando, in tante direzioni, il modo di stare in rete. Oltre al boom dei social, e non dimenticherei l’ascesa di Snapchat, che due anni fa era utilizzato solo dal 5% della popolazione investigata, va segnalato come l’interazione non sia sempre attiva. Chi posta un contenuto, ad esempio, è meno della metà di chi frequenta i social. Il 60% dei ragazzi, poi, pubblica foto tipo selfie. È un’abitudine enormemente diffusa, solo uno su quattro non pubblica foto sui social». Insidie nascoste, evitare i rischi E qui nascono insidie. «Purtroppo il 13% dei ragazzi scambia contenuti per fare sexting - aggiunge Daniele Grassucci -. Inizialmente lo scambio avviene solo con il partner, poi succede spesso che questi contenuti si mettono in fuga, trasferendosi dal privato al pubblico. Sono davvero pochi, fortunatamente, coloro che pubblicano solo per avere approvazione, magari attraverso un “like”. Effettivamente i ragazzi dimostrano di essere più avanti rispetto alle vecchie generazioni - dice di nuovo Grassucci -, tanto che solo uno su sei sceglie di cliccare su un link di cui ignora la provenienza. Sono particolarmente fiero di questa collaborazione per Skuola.net. Essere chiamati a far parte della compagine che sta accompagnando un progetto così significativo ci riempie di soddisfazione. E nel contempo permette alla nostra impresa di compiere un ulteriore passo in avanti. In questo caso l’obiettivo è aiutare i giovani utenti della rete a navigare in piena sicurezza e a gestire con consapevolezza e controllo i dati condivisi online. Possiamo contribuire a mettere a disposizione una sorta di bussola grazie alla quale sia possibile orientarsi meglio nel cammino verso un’“immersione” nella rete sapiente e responsabile, utile ad accrescere il proprio valore personale e professionale. Smartphone dilagante Un’ulteriore annotazione, Grassucci la riserva agli strumenti del navigare, in primis all’inarrestabile ascesa dello smartphone: il 97% degli intervistati ne ha uno e ha cambiato le abitudini quotidiane dei ragazzi e soprattutto il loro approccio con la rete. «Oltre la metà naviga prevalentemente attraverso questo strumento - spiega Daniele Grassucci -. E c’è da notare che mentre tra i nati dal 1996 al 1998 solo il 36% ha ricevuto lo smartphone prima di finire le scuole medie, tra i nati dal 2002 al 2004 la percentuale sale al 95%». L’altro aspetto su cui riflettere è che più della metà dei ragazzi si connette a internet con il cellulare, e solo il 31% con il pc. Questo ha cambiato le abitudini familiari, il cellulare è divenuto un oggetto privatissimo e per i genitori il controllo appare pressoché impossibile. Non si può che partire dalla formazione. In molte scuole c’è già, e funziona: il 25% dei ragazzi ha partecipato a più di un incontro sull’uso dei social network, il 22% una volta sola. Ma l’11%, purtroppo, mai. «Il problema è che manca il coordinamento, e tutto è affidato alla buona volontà delle singole scuole. Manca una rete di prevenzione - continua Grassucci -. L’altro punto è che i ragazzi chiedono di non essere più solo fruitori, ma creatori di contenuti. Vorrebbero sapere come creare blog, video, come sviluppare app. Le scuole, però, non sanno ancora intercettare questa domanda come dovrebbero. E di bullismo non si parla mai abbastanza. Una vittima su tre non ne parla con nessuno». Il motivo è soprattutto la vergogna, almeno per il 30%, che purtroppo condanna l’adolescente al silenzio e alla solitudine. Chattare sempre L’ultima nota di Grassucci chiude il giro: si ritorna alla voglia enorme di comunicare che abbraccia la Generazione Z. «I social non sono tanto uno strumento per condividere i contenuti, ma piuttosto per comunicare - aggiunge Grassucci -. La chat viene utilizzata come uno strumento dal quale non si può prescindere. Solo il 7% ha raccontato di non chattare. Uno su quattro chatta anche quando non potrebbe farlo, magari a scuola. Il 6%, addirittura, chatta persino di notte. Comunque, rispetto al passato c’è più attenzione alla privacy. Uno su tre racconta di non aver lasciato informazioni sensibili online». Dunque, grazie al meticoloso lavoro di investigazione sviluppato da Skuola.net le istituzioni hanno potuto confrontarsi con uno spaccato di realtà molto articolato e stimolante, pieno di incognite ma anche di enormi potenzialità. «E’ chiaro che la partecipazione a un’operazione così rilevante per il suo significato non può che farmi ribadire la bontà del lavoro che facciamo quotidianamente per stare al fianco dei ragazzi in modo sempre più autorevole - riprende Grassucci -. Un nostro obiettivo, infatti, è quello di creare strumenti utili e innovativi per migliorare la vita dello studente. E in questo caso possiamo farlo sfruttando nel modo più autorevole possibile la competenza e il grado di conoscenza che abbiamo costruito nel tempo. Penso che uno degli elementi più importanti che entrano nel rapporto educativo sia proprio l’autorevolezza, ossia quell’insieme di qualità e di comportamenti per i quali si risulta competenti, credibili e ascoltabili da parte dei giovani, in modo da esercitare un’influenza positiva e riconosciuta». Ormai è tempo che gli esponenti dei vertici istituzionali hanno colto l’importanza e il valore di Skuola.net e ne richiedono sempre più spesso l’apporto nel quadro di iniziative di significativo spessore. «Avviene per la nostra capacità di ascoltare i ragazzi, di sondarli in modo costante, di interpretarne i gusti, le istanze, gli interessi - conclude Daniele Grassucci -. L’interazione con loro è continua e qualificata. La nostra offerta informativa e di servizio assume contorni sempre più autorevoli, ed è per questo che le istituzioni ci coinvolgono nei loro progetti rivolti ai giovani».