Autore: Redazione
30/09/2016

Class Editori: ricavi in calo del 7,3% nel primo semestre, tiene la pubblicità grazie a tv e periodici

Il Gruppo guidato da Paolo Panerai ha approvato i risultati al 30 giugno, che evidenziano entrate pari a 36 milioni di euro, raccolta a +0,6% a perimetro omogeneo e un buon riscontro dei format speciali

Class Editori: ricavi in calo del 7,3% nel primo semestre, tiene la pubblicità grazie a tv e periodici

Il CdA di Class Editori ha approvato due giorni fa i risultati consolidati relativi ai primi sei mesi dell’anno. I ricavi totali sono stati pari a 36,03 milioni di euro, rispetto ai 38,87 del corrispondente periodo del 2015, con un calo, quindi, del 7,3%. I ricavi derivanti dalla raccolta di Class Pubblicità, concessionaria della casa editrice per l’Italia, hanno segnato una riduzione dell’1,4% ma, a parità di mezzi e di numero uscite dei periodici, hanno evidenziato una lieve crescita (+0,6%). I canali televisivi hanno ottenuto invece un forte incremento, +20%, trainato dal +27,4% di Class Cbnc. Il comparto dei periodici ha segnato un +9% (a parità di numero di uscite +19%), ottenuto con nuovi format speciali come Capital #1, Class Digital Experience Week e Gentleman Le Icone del XXI Secolo (che hanno conseguito complessivamente 2,4 milioni di euro di ricavi), evidenziando la capacità del Gruppo guidato da Paolo Panerai di offrire iniziative originali e apprezzate dal mercato. In flessione la raccolta sui quotidiani, derivante sia dalla contrazione della pubblicità commerciale nazionale sia dalla scarsa attività dei mercati finanziari sul fronte delle nuove quotazioni e privatizzazioni, che si è tradotta in minore raccolta di pubblicità finanziaria. Si è aggiunta la diminuzione dei ricavi da pubblicità legale, “quest’ultima – spiega la nota emessa dall’editore - influenzata anche dal non immediato recepimento da parte degli enti appaltanti del ripristino dell’obbligatorietà della pubblicità riguardante aste e appalti pubblici”. In lieve flessione la raccolta sui siti web. Tutto, questo, in un contesto generale che ha visto il primo semestre in crescita del +3,5% (fonte Nielsen) ma, depurato dell’incremento registrato dalle tv generaliste (+7,8%), segmento in cui la casa editrice non è presente, la performance del mercato è stata negativa per circa il 2,8%. Rinvii dei progetti di investimento e delle rinegoziazioni dei contratti esistenti da parte del sistema bancario, inoltre, si sono tradotte nei primi sei mesi in un minor fatturato della casa editrice derivante dalla vendita di news e information services, anche se in nessun caso si è verificata la sostituzione dei servizi erogati dalla casa editrice stessa con altri concorrenti. Le azioni di contenimento dei costi del personale e dei costi per servizi avviati nel 2015 e proseguiti nel primo semestre del 2016 si sono tradotti in 1,9 milioni di risparmi, mentre gli investimenti nelle iniziative speciali richiamate in precedenza hanno comportato nuovi oneri per 0,9 milioni. Ulteriori effetti dell’azione di contenimento dei costi, quantificabili in 2 milioni di euro circa, saranno conseguiti nel corso del secondo semestre 2016, bilanciando la riduzione di ricavi che caratterizza tutto il settore. I costi operativi al 30 giugno 2016 ammontano quindi a 40,24 milioni di euro, contro i 41,23 dei primi sei mesi 2015. Il margine operativo lordo è stato pari a -4,21 milioni. Gli ammortamenti e le svalutazioni operate per completare il processo di adeguamento dei valori sono stati pari a 4,29 milioni. Il risultato operativo (Ebit) per il primo semestre 2016 è pari a -8,93 milioni, mentre quello ante imposte è stato pari a -10,91 milioni; dopo gli interessi di terzi e le imposte, il risultato netto è stato pari a -12,19 milioni. La posizione finanziaria netta presenta un saldo pari a 65,5 milioni di euro rispetto ai 60,9 milioni al 31 dicembre 2015. Nel primo semestre del 2016 gli utenti dei siti web della casa editrice hanno registrato una media di 105.379 utenti unici giornalieri, mentre le pagine viste giornaliere si sono attestate a 733 mila (fonte Audiweb Database). A livello mensile, la media è stata di 856 mila utenti unici e 22,2 milioni di pagine viste (fonte Audiweb). “Questi dati non sono confrontabili su base omogenea con quelli del primo semestre 2015, sia per un nuovo metodo di ponderazione dei dati censuari tramite panel introdotto da Audiweb a partire da aprile, sia per la modifica del perimetro dei dati dei siti aggregati dalla casa editrice. Va inoltre segnalato che, ancora una volta – specifica l’editore - i numeri Audiweb non trovano alcun riscontro nei dati registrati su base oggettiva dai sistemi di Analytics che, per il solo sito di MF/Milano Finanza, hanno registrato nel semestre una media su base mensile di 48,8 milioni di pagine viste contro i 22,2 calcolati da Audiweb”. Sul fronte cartaceo, MF-Milano Finanza ha registrato nel semestre una diffusione media di circa 70 mila copie (73 mila nel 2015), Class di 40 mila copie (43 mila nel 2015), e Capital di 42 mila copie (44 mila nel 2015). Per quanto riguarda l’evoluzione prevedibile della gestione, l’editore fa infine notare che “il contesto economico nazionale non offre significativi segnali di miglioramento nei mesi a seguire” e che “prosegue la propria strategia di contenimento dei costi riguardanti tutti i settori”, mentre sul fronte dei ricavi “ha avviato una riorganizzazione interna diretta a un forte aumento della propria quota di mercato della pubblicità digitale, con la definizione di un’organizzazione dedicata all’integrazione della rete vendita per il potenziamento delle componente del digital adv e dei ricavi da edicola digitale attraverso il programmatic adv. Il programma prevede lo sviluppo di partnership strategiche con operatori del mercato, l’incremento dell’investimento in adv online da parte dei propri clienti inserzionisti e lo sviluppo dell’offerta editoriale digitale e vendita dei contenuti online”. “Tutto ciò, assieme ai nuovi investimenti effettuati nel primo semestre e ai progetti ed eventi speciali in fase di lancio nell’ultima parte dell’anno – conclude la nota - potrà ragionevolmente controbilanciare la stasi del mercato pubblicitario tradizionale”.