Caltagirone Editore lascia Fieg: incompatibilità sul futuro del comparto

Il Gruppo Caltagirone Editore è uscito dalla Fieg. Lo ha comunicato venerdì scorso con una stringata nota, nella quale si dice che si sono dimessi tutti i rappresentanti del Gruppo, compresi Francesco Gaetano Caltagirone e Azzurra Caltagirone, che lasciano, rispettivamente, il comitato di presidenza e la vice presidenza della Federazione degli editori. Secondo quanto riportato dalla nota, la decisione è stata presa per “diversità di vedute in merito al futuro del settore e allo sviluppo dello stesso”.

Azzurra Caltagirone, vicepresidente Caltagirone Editore Il Gruppo Caltagirone, editore de Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino, Il Corriere Adriatico, il Quotidiano di Puglia, e il quotidiano gratuito Leggo, lascia la Fieg dopo vent’anni. Secondo gli analisti, i contrasti sarebbero nati a seguito della scissione per aree omogenee in nuove aziende delle ex controllate Il Messaggero SpA, Il Mattino SpA e Il Gazzettino SpA, comunicata in occasione del bilancio 2015, lo scorso 11 marzo. In pratica, la Federazione avrebbe chiesto alla Caltagirone Editore di soprassedere alla riorganizzazione del Gruppo in nuove società, in primo luogo la Servizi Italia 15 srl,  dove confluiscono i dipendenti amministrativi, diffusione, ufficio del personale, segreteria di redazione cui viene applicato il contratto del commercio e non quello dell’editoria, quindi non possono accedere agli interventi predisposti da quest’ultimo in tema di ammortizzatori sociali. I lavoratori di stampa, prestampa, archivio, servizi tecnici informatici, area di preparazione, rotative del Mattino e del Messaggero ora fanno capo alle nuove Stampa Napoli 2015 srl e Stampa Roma 2015. La Fieg, in serata, ha poi diffuso un altrettanto ridotto commento, specificando, infatti, che in relazione a quanto comunicato dal Gruppo Caltagirone Editore, “la Fieg precisa che la scelta del Gruppo di uscire dalla associazione è conseguente alla decisione del Comitato di Presidenza che, all’unanimità con una sola astensione, aveva invitato le società de Il Messaggero, Il Mattino e de Il Gazzettino a riconsiderare una iniziativa  assunta al di fuori non solo delle scelte, ma anche delle logiche associative”.