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Buon decimo compleanno Twitter

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Il punto sulla piattaforma da 140 caratteri in Italia e nel mondo

Buon-compleanno-Twitter!-I-10-tweet-piu-importanti-di-sempreBuon compleanno Twitter: oggi la piattaforma da 140 caratteri compie 10 anni e la filiale italiana festeggia con un party esclusivo. La sede locale, di cui è country manager Salvatore Ippolito, invece ha aperto due anni fa. Il posizionamento: una piattaforma informativa pubblica e distributiva in tempo reale Twitter non si definisce un social network ma una piattaforma informativa pubblica e distributiva in tempo reale. Fruita principalmente da mobile. I concetti di informazione e di tempo reale sono gli elementi che caratterizzano l’offerta dell’azienda di San Francisco: qui, infatti si possono trovare notizie di tutti i tipi e live. Nel tempo si sono aggiunte diverse funzionalità ed è aumentato il peso della componente video, basti pensare a Periscope, che permette il live streaming o a Vine, applicazione che ruota sempre attorno a brevi video di durata inferiore ai 6 secondi. Dunque, nel tempo, Twitter ha saputo cavalcare la comunicazione e adattare il suo linguaggio fino alle ultime tendenze, con gli emoji che ormai spadroneggiano. Twitter è anche un formidabile strumento per il caring e il luogo ideale dove i brand possono stabilire relazioni di lunga durata con i propri consumatori. E, a dimostrazione di quanto Twitter punti sul live, c’è stato il lancio di Moments e Amplify, soluzioni che possono essere usate dalle aziende per ingaggiare gli utenti in tempo reale, attorno a un tema, un evento, etc. Non solo, martedì scorso, Twitter Italia ha organizzato #TwitterSport, per celebrare il forte legame con questo mondo, sempre più protagonista sulla piattaforma in vista degli eventi di quest’anno come le Olimpiadi di Rio ma anche gli Europei di Calcio e la finale di Uefa Champions League a Milano. Tutto questo, in generale, si traduce nel fenomeno del second-screen, l’assodata tendenza per cui chi guarda la televisione tende a condividere le proprie emozioni su Twitter, generando un passaparola spontaneo e amplificando la portata dei programmi del piccolo schermo. La campagna Tim per l’esordio del formato “Reverb” In occasione del decimo compleanno di Twitter, Tim, prima in Italia, utilizzerà il nuovo formato Twitter “Reverb” che permette di visualizzare, in modo interattivo, le conversazioni e i tweet principali legati all’hashtag #socialparty, attorno a cui verranno raccolte le conversazioni sulla serata di oggi. Gli utenti Twitter potranno invitare gli amici al party attraverso il meccanismo Autoreply, un nuovo strumento di Twitter che consente, nominando un altro utente in un tweet, di inviare notifiche con grafiche personalizzate. Le performance di hashtag e le conversazioni della giornata saranno monitorate e diffuse con il coinvolgimento del Data Intelligence Department di Tim, che analizza i dati digital restituendo grafiche in grado di mostrare in maniera semplice e intuitiva l’andamento delle attività. Qualche numero su Twitter Nell’ultimo periodo Twitter ha sofferto molto in Borsa, a causa di un 2015 abbastanza turbolento su due fronti: innanzitutto gli analisti sono preoccupati dalla crescita troppo lenta dell’utenza, ferma intorno a 320 milioni di utenti mensili, anche se dall’azienda fanno sapere che il numero reale è quello di chi accede alla piattaforma anche senza esserci iscritto, ovvero oltre 800 milioni di persone, che adesso è anche in grado di monetizzare potendo anche estendere la portata delle campagne. Un altro punto è stato la transizione al comando della piattaforma: a luglio Dick Costolo ha mollato la poltrona di ceo e il fondatore di Jack Dorsey ha assunto l’interim fino a ottobre, quado il ruolo è diventato definitivo. Ma Dorsey si trova a essere ceo anche di Square, app per i pagamenti digitali di cui è founder che si è quotata l’anno scorso e i media americani hanno più volte sottolineato questo fatto. Se guardiamo, invece, gli altri indicatori finanziari, la situazione attuale di Twitter sembra solida: i ricavi 2015 sono stati pari a 2,218 miliardi di dollari, a + 58%, di cui oltre 1,9 sono arrivati dalla pubblicità, con la quota mobile superiore all’80%. L’Ebitda è salito al 25%, ed è stato di 558 milioni. Nell’ultimo trimestre del 2015, poi, la perdita è scesa sotto i 100 milioni di euro. Gli advertiser sono oggi 130mila e la piattaforma mira a intercettare un numero maggiore di PMI. Twitter in Italia Di Twitter in Italia, come per altre società hi tech straniere, non si conoscono molti numeri. Ippolito, in una recente intervista, ha detto che l’audience complessiva, ovvero gli utenti raggiungibili dai brand attraverso l’audience platform, è di 19 milioni di utenti mentre in Italia si può stimare che gli iscritti siano attorno ai 7 milioni. Ma sempre ipotesi sono. Cosa fanno i nostri connazionali su Twitter? Il 67% utilizza la piattaforma tutti i giorni, la proporzione tra uomini e donne è leggermente sbilanciata in favore dei primi (53 vs. 47%) e la maggior parte di questi si può definire “giovane”. Ultimo, la stragrande maggioranza è decisore d’acquisto (97%). JackIl Blogpost di Twitter Intanto DailyNet è in grado di anticipare il blog post con cui Twitter festeggia dieci anni a fianco dei brand che hanno deciso di puntare sulla piattaforma. Un’autentica Brand Voice Fin dall’inizio i brand hanno utilizzato la piattaforma per esprimersi in modo completo e autentico. Attraverso ogni tweet che è stato inviato, ogni risposta che un responsabile marketing ha dato a una persona, ogni trend culturale trattato, i brand hanno ridefinito l’esistente attraverso la “rappresentazione”, piuttosto che attraverso “il racconto”. Prendete Smart Car. Nel 2012, quando Clayton Hove twittò che un uccello aveva “defecato su una Smart Car”, e “ l’aveva demolita”, Smart Car Usa ci si buttò a capofitto in maniera divertente, dimostrando l’impossibilità della affermazione, ridefinendo la propria brand voice in tempo reale. Nel corso degli anni i marchi hanno potuto sfruttare molte opportunità, anche coinvolgendosi a vicenda. Quando Kit Kat sfidò Oreo a Tris, Oreo rispose immediatamente in una maniera tale da generare apprezzamento per entrambi i brand. Questa possibilità di interazione tra aziende prima semplicemente non esisteva. Real-time Marketing I brand sono da tempo impegnati in contextual advertising, ma le news e l’evoluzione culturale tendono a muoversi ad un ritmo più veloce. E ormai noto come il tweet di Oreo, quando le luci si spensero durante il Superbowl XLVII, inaugurò l’età del real-time marketing. Altri, come Snickers, hanno seguito rapidamente, in relazione al morso di Luis Suarez durante la Coppa del Mondo del 2014. I brand hanno velocemente imparato come pianificare l’atteso e prepararsi per l’imprevisto, applicando principi di real-time marketing a eventi di cronaca, campagne pubblicitarie, e al comportamento quotidiano dei consumatori. Oggi ci troviamo in un’epoca di Live Storytelling, in cui i brand non solo pianificano e anticipano i momenti, ma coinvolgono il loro pubblico in una conversazione continua e in un’ esperienza condivisa. Quando Disney lo scorso anno ha lanciato Star Wars: Il risveglio della forza ha costruito per quasi un anno il lancio su Twitter. Quello che seguì era percepito non come una campagna, ma come una storia interattiva in svolgimento. Disney ha collaborato esclusivamente con Twitter per condividere il proprio spot televisivo in anteprima sulla piattaforma, scatenando una grande conversazione globale. Questo entusiasmo è stato ulteriormente alimentato da una sessione live di Q & A con il cast. E con l’approssimarsi dell’uscita nelle sale una serie di emoji personalizzate ha innescato nei fan la scoperta, la conversazione e l’eccitazione. Creare momenti culturali Siamo continuamente sbalorditi dalle community e dai movimenti che nascono organicamente su Twitter. Da #BlackLivesMatter a #HeForShe, 140 caratteri e un hashtag sono stati spesso sufficienti per galvanizzare un gruppo di persone, per guidare il cambiamento positivo. Una nuova generazione di brand sta adottando lo stesso approccio, indirizzando risorse e competenze per generare movimenti finalizzati al bene sociale. Questi brand non solo si collegano ai movimenti culturali, ma li stanno creando e sostenendo. Dove ha sfruttato il potenziale degli Oscar 2015 con la sua campagna - ora iconica - #SpeakBeautiful, per cambiare le conversazioni dal tono negativo sull’immagine del corpo. Dove ha sottolineato come l’approccio negativo sia comune e ha sfidato il proprio pubblico a dar vita a un positivo effetto domino. Il risultato: 30% in meno di conversazioni sulla bellezza di tono negativo e 69% di conversazioni positive in più rispetto alla notte degli Oscar del 2014. Nuovi Social Creators L’influencer marketing è vecchio quanto il marketing in sé, le collaborazioni e gli endorsement delle celebrità sono stati una parte importante di Twitter fin dalle origini. Più recentemente, tuttavia, abbiamo visto la nascita di una nuova categoria di influencer: il social creator. Questi creatori hanno sperimentato piattaforme come Vine e Periscope, dando prova che un vincolo può effettivamente ispirare la creatività, e costruire audience ampie ed appassionate. I brand hanno giocato un ruolo fondamentale, in partnership con i creatori sociali, per co-creare una nuova e autentica connessione tra il brand stesso e il pubblico. I video Vine GE #6SecondScience hanno tracciato una via, che ci mostra ciò che è stato possibile realizzare in 6 secondi, coinvolgendo nuove star come Meagan Cignoli Contenuti personalizzati Per 10 anni i brand hanno largamente condiviso contenuti su Twitter, ma hanno anche sfruttato la natura aperta della piattaforma per ascoltare. Ogni Tweet crea l’opportunità per una risposta personale e i brand hanno realizzato innovativi contenuti personalizzati in una varietà di modi. In un ambiente in cui le conversazioni sono pubbliche, una conversazione tra un cliente e un brand ha anche il potenziale per raggiungere un pubblico di massa. Nel 2012 Burberry ha celebrato il milionesimo utente inviando a 3.000 persone una GIF ‘scritta a mano” personalizzata dall’ allora direttore creativo Christopher Bailey. Più di recente American Express ha inviato ai fan di @Pharrell autografi digitali personalizzati. Dal secondo schermo al primo schermo TV e Twitter da lungo tempo godono di un forte rapporto simbiotico, ad esempio quando la gente si rivolge a Twitter per seguire l’azione, impegnarsi nella conversazione ed entrare in connessione con altri fan. I brand non hanno perso tempo a perseguire l’innovazione legata a questi comportamenti da doppio schermo, coinvolgendo le persone in base agli interessi in show specifici e integrando gli hashtags in spot pubblicitari. La 20th Century Fox, prima al mondo, ha coinvolto i suoi utenti nel tweet #areyouseeingthis, inserendo i Tweet di risposta al trailer di Prometheus in un spot nel break successivo. Durante il XLIX Superbowl McDonald’s ha catturato l’immaginazione di ognuno twittando ogni spot e mettendo in palio tutti i prodotti presentati. Ma a fianco di un passaggio al secondo schermo, un passaggio ancora più rilevante è stata la migrazione  sul mobile come primo schermo, in termini di tempo speso. Gli inserzionisti stanno sempre più utilizzando il mobile per la condivisione di messaggi chiave in prima istanza. Nel 2015, McDonald’s si è affidata a Twitter per lanciare la nuova campagna di brand sul mobile. E ha potuto raggiungere costantemente il proprio pubblico su mobile con contenuti video interessanti. L’esistenza dopo i 30” e la crescita dei Video Live I brand non sono più limitati da spot di 30 secondi per lanciare un prodotto o coinvolgere profondamente il loro pubblico. Un’ampia gamma di durate di video e di tipologie hanno veicolato l’attenzione delle persone verso il mobile. I video Vine da 6 secondi hanno aperto nuove potenzialità creative e ora Periscope, app dell’anno 2015 per Apple, sta integrando video live e feedback dal vivo per trasmissioni di qualsiasi durata. L’hashtag e le nuove forme di espressione visiva È difficile immaginare Twitter, o il mondo, senza l’hashtag. Suggerito da Chris Messina nel 2007, ha alimentato comunità e movimenti, e ha permesso nuove forme di identità di brand. Questa potenza e flessibilità hanno fatto sì che l’hashtag spuntasse ovunque. Nel 2011 Audi è diventato il primo brand a mandare in onda uno spot nel SuperBowl con l’hashtag #ProgressIs. Durante le Olimpiadi di Londra 2012 #TakeTheStage divenne sinonimo di Adidas. L’hashtag non è solo informazione organizzata e trasmessa a noi in maniera integrata, ma ha anche aperto la strada a nuove forme di espressione creativa. Gli hashtag hanno iniziato a trasformarsi in emoji, guadagnando ancora più forza nel catturare lo sguardo e rilevanza a livello emozionale. Coca-Cola è stato il primo brand a lanciare un brand emoji personalizzato su Twitter, utilizzando la piattaforma #ShareaCoke. Le persone non solo potevano comprare e condividere le bottiglie personalizzate, ma anche condividere l’esperienza con chiunque su Twitter, oltre ad essere coinvolti grazie a Twitter nel più grande “Cin Cin” del mondo. Gli utenti sono stati sorpresi dall’ emoji apparsa quando hanno twittato #ShareaCoke, e hanno contributo a un record del mondo. Gli utenti sono stati ugualmente felici quando l’emoji in stile vischio è apparsa durante il periodo delle vacanze. Da Servizio Consumatori a servire i consumatori È facile dimenticare che il servizio clienti è fatto di 800 numeri e di attese in linea dell’operatore. Ora le persone possono connettersi istantaneamente con le aziende, ogni volta e ovunque essi scelgono, ottenendo sempre un servizio alle proprie condizioni. I tweet ai customer service dei brand sono aumentati di 2,5 volte nel corso degli ultimi due anni secondo McKinsey & Company. In più i clienti che giudicano positiva un’interazione con un customer service sono l’85% più propensi a raccomandare un brand agli altri. Più veloce e più conveniente per le persone, più prezioso per le imprese. La natura pubblica dell’ interazione favorisce anche un livello di responsabilità reciproca, e nel corso degli anni è risultata utile, piacevole e sorprendente. Quando l’utente Peter Shankman ha scherzato con la Steakhouse di Morton chiedendo che lo accogliessero in aeroporto con una bistecca, questo è esattamente ciò che è accaduto. Oggetti connessi, esperienze connesse Persone e brand hanno sfruttato la natura aperta di Twitter per connettere gli oggetti e per portare contenuti in tempo reale ai follower, trasportandoli sempre più vicino all’ esperienza reale. Da un lato, brand come Burberry hanno creato esperienze condivise intorno alle sfilate con #TweetCam. Altri brand hanno permesso alle persone di interagire con gli oggetti, come ad esempio distributori automatici e cartelloni pubblicitari. Le nuove tecnologie video e le possibilità di interazione hanno trasformato il modo in cui i brand possono connettersi e condividere le loro esperienze. Al World Economic Forum di Davos di quest’anno Bank of America ha utilizzato diversi strumenti del proprio “arsenale” per avvicinare le persone a questo evento, notoriamente d’elite, e riunirli intorno un’esperienza connessa. Bank of America ha condiviso visioni chiave degli influencer, permettendo alle persone di votare direttamente attraverso format di sondaggi personalizzati.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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