Autore: Redazione
19/04/2016

Ecco il White Paper sull'ad blocking di Iab Italia

Daniele Sesini, direttore generale dell’associazione, ha illustrato a DailyNet dimensioni, impatto e sviluppi futuri del fenomeno

Ecco il White Paper sull'ad blocking di Iab Italia

A pochi giorni dalla chiusura del primo Iab Seminar dedicato al Mobile, la stessa Iab Italia ha pubblicato il nuovo White Paper sull’Ad Blocking, fenomeno che si sta diffondendo sempre più a livello internazionale: sono 198 milioni gli utenti nel mondo con un ad blocker attivo secondo PageFair, con un tasso di crescita del 41%. Promosso dall’associazione e realizzato da un Tavolo di Lavoro di soci che rappresentano le varie tipologie di operatori del mercato della comunicazione digitale - come Adform, Banzai, GroupM, Hearst, Ligatus, RCS, VivaKi e Widespace, con la partecipazione di FCP - il documento è frutto di un lavoro coordinato dal direttore generale di Iab Daniele Sesini. DailyOnline, per l’occasione, ha sentito proprio Sesini che ha messo in chiaro dimensioni, impatto e sviluppi futuri dell’ad blocking nel nostro Paese, definito «un tema centrale e rilevante per tutta l’industry digitale, ma non solo». Anche in Italia il fenomeno ha fatto registrare cifre molto importanti. Secondo una ricerca di GroupM, infatti, circa il 25% della popolazione con più di 18 anni utilizza gli Ad blocker e ciò che spinge a bloccare gli annunci pubblicitari è riconducibile alla ricerca di una migliore performance e velocità della web experience e una maggiore tutela della privacy.
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Daniele Sesini, direttore generale Iab Italia Che cos’è il White Paper e che significato ha per Iab Italia? «Si tratta di un documento realizzato a livello internazionale che ha visto la nostra associazione in prima fila nel voler far luce su questo fenomeno che da qualche anno caratterizza il mondo di internet, seguendo quelle linee di trasparenza e qualità che dall’origine contraddistinguono le azioni di Iab Italia». Quali sono gli obiettivi? «Sono principalmente due: da un lato far chiarezza sul tema, cercando di indagarne le dimensioni reali e l’impatto sul mercato; dall’altro invece si cerca di sensibilizzare tutti coloro che hanno a che fare con il web: sia incentivando gli operatori del settore a mettere in campo comportamenti virtuosi in una logica di win to win, evitando perciò l’adozione di formati troppo invasivi che impediscono all’utente una navigazione libera e agile, sia promuovendo una maggiore cultura dell’attenzione negli utenti». Ritrovare una fiducia perduta «È importante che tutti gli utenti siano ben consapevoli del valore della pubblicità in un’ottica di gratuità dei servizi e dei prodotti sul web, perché la maggior parte dei contenuti online sono il frutto dei proventi dell’adv, che ne finanzia i costi di sviluppo, produzione ed erogazione. Dunque, educare l’utente in questo senso è fondamentale per sostenere il modello di business digitale che conosciamo e al quale siamo abituati. Anche gli stessi publisher devono capire che un periodo di tecniche di pubblicità troppo invasive hanno portato a un naturale incremento nell’uso dei sistemi di ad blocking e a una conseguente disaffezione nei confronti del settore. Crediamo, infine, che sia necessario ripristinare un rapporto di fiducia reciproca e un dialogo corretto tra publisher e utenti, parzialmente interrotto dall’irruzione degli ad blocker, affinchè il mercato in cui operiamo torni a crescere in modo sano». Cosa si intende per “una buona pubblicità”? «Una buona pubblicità ha due valori: il primo consiste nel rispetto dei diritti di una navigazione agile e libera degli utenti, non sottoponendoli a formati troppo invasivi, mentre il secondo si ricollega all’erogazione di contenuti adv più rilevanti per il singolo utente nel momento più opportuno, mettendo in campo le tecniche di real time targeting che oggi aiutano una profilazione più efficace e concreta». Azioni concrete «Iab Us Tech Lab ha messo a punto un software di detecte che consente a ciascun editore di identificare gli utenti con un Ad Blocker attivo che entrano nel proprio sito e successivamente di instaurare una prima forma di dialogo personalizzata con l’user in diversi modi. Per esempio, attivando un pop up sul valore dell’advertising oppure chiedendogli di sottoscrivere un abbonamento per continuare a fruire dei contenuti che sta guardando, sempre con un unico obiettivo davanti: accrescere la consapevolezza che una pubblicità, correttamente gestita ed erogata, è un valore aggiunto per l’intero ecosistema digitale. Il dispositivo è già disponibile nel nostro Paese ed è scaricabile gratuitamente, per gli associati, sul sito di Iab Italia», ha concluso Sesini. In una nota, inoltre, il presidente di Iab Italia Carlo Noseda ha sottolineato come “la chiave di volta per contrastare il fenomeno dell’ad blocking, e per favorire la crescita dell’intero settore, sia quella di mettere l’utente al centro di ogni decisione strategica. Per questo la nostra associazione è fortemente impegnata nella costruzione di un percorso virtuoso che permette, grazie alla ‘buona pubblicità online’, di far crescere l’offerta di contenuti e servizi di qualità e ad alto valore aggiunto, per garantire soddisfazione reciproca”. È probabile, infine, che arrivi una campagna paneuropea per sensibilizzare l’utenza internet sul tema dell’ad blocking