Bilanci, Apple preoccupa i mercati

Tim Cook Per la prima volta dal 2003, le revenue di Apple scendono su base annuale. Un colpo, che per Cupertino significa molte cose, tra tutte la saturazione del mercato iPhone e l’arresto, anzi il crollo, della Cina, che porta nelle casse delle società più del 20% dei ricavi. La Mela non ha nemmeno rispettato le attese degli analisiti e le sue azioni hanno perso l’8% nell’after hour, anche a causa di una guidance per il terzo trimestre fiscale, quello partito l’1 aprile, ritenuta troppo debole. Come sottolineato da diversi osservatori, Cupertino si trova alle prese con confronti molto ardui da sostenere - l’andamento 2015 è stato da record - e una situazione macroeconomica difficile, complicata dalla Cina. “Il nostro team ha operato estremamente bene di fronte a turbolenze macroeconomiche - ha affermato in una nota il ceo Tim Cook -. Siamo molto soddisfatti della forte crescita costante dei ricavi derivanti dai servizi, grazie alla incredibile forza dell’ecosistema Apple e alla nostra base, in crescita, di oltre un miliardo di dispositivi attivi”. I numeri chiave Le revenue sono state pari a 50,6 miliardi, in netta discesa rispetto ai 58 miliardi di un anno e al di sotto rispetto ai 52 miliardi attesi. Anche l’utile per azione, a quota 1,90 dollari, non è stato in linea con le previsioni mentre la sorpresa arriva dalle consegne di iPhone: 51,2 milioni le unità vendute, sopra le stime ma in calo sui 61,2 milioni di un anno fa. L’utile netto è stato di 13,6 miliardi. La contrazione, poi, riguarda anche i MAC, di cui sono state distribuite 4 milioni di unità. Chiude il cerchio la Cina, con il giro d’affari crollato da 16,8 a 12,5 miliardi di dollari in un anno. Risultati che ci possono anche stare ma che gli analisti tendono a condannare, perché nel mondo hi tech crescita è la parola d’ordine. Infine, a un anno dal lancio, il servizio Apple Music ha raggiunto 13 milioni di abbonati.