Autore: Redazione
30/11/2016

Analytics, un mercato che in Italia vale 900 milioni di euro

La valutazione emerge dall’ultima ricerca presentata dall’Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence della School Management del Politecnico di Milano; il settore ha registrato una crescita del 15%

Analytics, un mercato che in Italia vale 900 milioni di euro

Il mercato degli Analytics nel 2016 in Italia è cresciuto del 15%, raggiungendo un valore complessivo di 905 milioni di euro. Se la Business Intelligence fa ancora la parte del leone in termini di volumi, con un valore di 722 milioni di euro (+9% in un anno), i Big Data, seppure ancora marginali come valore (183 milioni di euro), sono la componente che mostra la crescita più significativa (+44%). Gran parte di questo mercato è oggi appannaggio delle grandi imprese, che si dividono l’87% della spesa complessiva, mentre le Pmi si fermano al 13%. Sono alcuni dei principali risultati della ricerca dell’Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence della School Management del Politecnico di Milano presentata al convegno “Big Data: guidare il cambiamento, liberare valore”.

Il valore dei dati

Il 32% delle imprese italiane dichiara di acquistare dati da integrare con quelli raccolti direttamente per la Data Monetization, la generazione di nuovi ricavi attraverso la vendita o lo scambio dei dati. Le imprese italiane acquistano soprattutto dati relativi all’andamento del mercato di riferimento del proprio business o al comportamento dei consumatori, nell’89% dei casi rifornendosi da veri e propri data provider; mentre nel 26% si appoggiano ad altre organizzazioni del proprio settore e nel 29% a imprese appartenenti ad altre industry che hanno deciso di sfruttare i dati a loro disposizione per aprire una nuova linea di profitto, secondaria rispetto alle loro attività principali, trasformandosi a loro volta in data provider. La possibilità di vendere dati è ancora poco diffusa tra le organizzazioni italiane, che al momento non sembrano riuscire a sfruttare appieno questa opportunità. In questo quadro spicca, però, un 26% delle imprese che afferma di essere in fase valutativa, mostrando, quindi, la volontà di comprendere come sia possibile realizzare questa nuova attività di business. Il maggiore ostacolo alla Data Monetization, in particolar modo quella di tipo diretto, consiste nell’autorizzazione al trattamento per le finalità dichiarate, la cui definizione è un momento cruciale, in cui è necessario avere ben chiaro lo scopo dell’analisi e la dichiarazione della finalità di vendita dei dati raccolti.

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Carlo Vercellis

I Big Data indispensabili per la crescita di un business…

“La crescita del mercato Analytics, che vale oggi 905 milioni di euro, conferma come la capacità di diventare una data driven company non sia più un’opzione per le imprese, ma una necessità per rispondere ai repentini cambiamenti del mercato - ha commentato Carlo Vercellis, responsabile scientifico dell’Osservatorio Big Data Analytics e Business Intelligence -. Governare i Big Data è ormai una priorità non solo per ottimizzare i processi, ma anche per sviluppare nuovi prodotti e servizi, per cogliere le opportunità derivanti dalla monetizzazione dei dati. In questo senso, dotarsi di nuove competenze di data science e di strutture organizzative innovative rappresenta una sfida non più prorogabile”, ha concluso Vercellis.

…E le imprese lo sanno

“Le grandi imprese si stanno muovendo nella direzione giusta, con una maggiore attenzione da parte del top management e una spesa crescente nei Big Data e negli Analytics nel loro complesso. È giunto il momento, oggi, di guidare il cambiamento, per liberare valore dai Big Data. Lo stesso non si può dire delle Pmi, che coprono oggi solo il 13% del mercato e solamente nel 34% dei casi hanno dedicato a sistemi di Analytics una parte del budget Ict 2016: per le piccole realtà emerge ancora un ritardo nella creazione di competenze e modelli di governo delle iniziative di analytics e una limitata conoscenza delle opportunità”, ha commentato Alessandro Piva, responsabile della ricerca dell’Osservatorio Big Data Analytics e Business Intelligence.

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Alessandro Piva

L’approccio delle grandi aziende e quello delle Pmi

Nelle grandi imprese, le organizzazioni con più di 249 addetti, la diffusione di descriptive analytics è ormai un dato di fatto, presente nell’89% delle organizzazioni coinvolte, dove nell’80% dei casi l’utilizzo è ormai a regime, almeno su alcuni ambiti applicativi. I predictive analytics risultano attualmente l’arena di maggior interesse, con una diffusione ampia, sebbene ancora confinata ad alcuni ambiti applicativi (30%) oppure in fase di pilota (29%). Ancora molto indietro i prescriptive e automated analytics, presenti rispettivamente nel 23% e nel 10% delle organizzazioni, perlopiù a livello di pilota. Sebbene l’adozione di sistemi di Analytics sia una pratica ormai consolidata, soltanto l’8% delle grandi imprese si trova a buon punto nel processo di trasformazione da aziende tradizionali a “Big Data Enterprise”, a fronte di un 26% che è ancora allo stadio iniziale.  In questo contesto, il ruolo delle piccole e medie imprese è ancora marginale: pesano, infatti, per il 13% del mercato degli Analytics e solo in un caso su tre hanno dedicato parte del Budget Ict 2016 a queste soluzioni (34%).