Autore: Redazione
21/01/2016

Al World Economic Forum di Davos si parla della “quarta rivoluzione industriale”

Ospiti del calibro di Satya Nadella, chief executive di Microsoft, hanno preso parte alla tavola rotonda “The Transformation of Tomorrow”, per parlare dell’influenza delle new tech sulla società. Intanto un rapporto annuncia l’eliminazione di 5 milioni di posti di lavoro entro il 2020

Al World Economic Forum di Davos si parla della “quarta rivoluzione industriale”

Non tutti ne sono consapevoli, ma siamo sulla soglia di una nuova rivoluzione industriale. L’intelligenza artificiale, la robotica, le nanotecnologie, le biotecnologie, la stampa 3D e la pervasione sempre più dilagante del web guideranno la società moderna in una nuova era, dove, tanto per cominciare, ci sarà un taglio di 5 milioni di lavori. È questo il saldo tra i 7,1 milioni di incarichi che le nuove tecnologie cancelleranno e i 2 che invece genereranno entro il 2020 in 15 paesi che, sommati, raggiungono il 65% della forza lavoro mondiale (tra cui Cina, Francia, Germania, Messico, Stati Uniti e Regno Unito). I dati provengono dal rapporto “Future Jobs” che ha anticipato l’inizio del World Economic Forum di Davos, una conferenza sul tema della “quarta rivoluzione industriale” iniziato ieri per finire il 23 gennaio.
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Alla tavola rotonda chiamata “The Transformation of Tomorrow”, Satya Nadella, ceo di Microsoft, Sheryl Sandberg, coo di Facebook, Paul Kagame, presidente della Repubblica del Ruanda, Anand Mahindra, chairman e managing director di Mahindra Group e Zachary Bookman, ceo di OpenGov.com - OpenGov Inc hanno provato a delineare un’idea di futuro partendo da angoli e prospettive diverse. «Sono ottimista su quello che la quarta rivoluzione industriale possa fare, bisognerà però capire come influirà il digital divide. La capacità di creare dati è la vera currency del periodo a cui ci stiamo affacciando, per questo i dati pubblici e la cloud tecnology ricopriranno un ruolo importante - ha dichiarato Nadella -. La natura del lavoro subirà un cambio fondamentale. È normale. È successo anche nelle altre rivoluzioni industriali. La società dovrà investire nell’educazione a tutti i livelli, dalla scuola agli adulti, per dotare gli individui delle skills di cui avranno bisogno in un mondo così robotizzato. È importante fare in modo che questa rivoluzione valichi i confini dei Paesi per influenzare mercati e gruppi sociali». Si è spesa sul tema dei social network, invece, Sheryl Sandberg: «Nella società in divenire rappresentano un luogo per promuovere i business, espandendone il raggio d’azione, ma anche una dimensione sociale dove, condividendo storie e unendosi, è possibile sconfiggere l’odio. Proprio come l’iniziativa “Online Civil Courage Initiative” in collaborazione con il governo tedesco e il gruppo nato con l’obiettivo di combattere l’ISIS, attraverso la condivisione delle storie personali di chi è riuscito a scapparne». «Perché questa rivoluzione sia positiva bisogna andare oltre l’artificial intelligence e abbracciare l’artificial empathy. Il discorso è che la forza, l’intelligenza, può essere usata per il bene o per il male. Dipende da ognuno di noi» aggiunge invece Mahindra. Durante il turbine di interventi, Nadella ha avuto modo di annunciare la donazione di 1 miliardo di dollari in risorse di cloud computing, che verranno consegnati a oltre 70.000 Ong, per consentirle l’accesso a una «tecnologia che le aiuterà a superare le sfide più decisive per la società, generando nuova crescita in maniera equa».