Autore: Redazione
13/05/2016

Ai Millennials piace la pubblicità video su internet

Uno studio di Unruly evidenzia le potenzialità, in termini di comunicazione, di questa fascia d’età, ma ammonisce su una serie di fattori che potrebbero influire negativamente sulle marche. E rischiano di far lievitare l’ad blocking

Ai Millennials piace la pubblicità video su internet

I Millennials sono propensi a condividere pubblicità online più del doppio rispetto a ogni altro gruppo d’età. Più in dettaglio la fascia 18-34 si è mostrata più incline del 112% a riprendere contenuti di brand: un fatto importante se si considera che la sua capacità di spesa combinata è pari a 2,45 trilioni di dollari. È quanto rivela uno studio di Unruly condotto in diverse country che mette però in guardia su alcune abitudini di questo prezioso target. Una generazione che non perdona Nonostante i Millennials siano più vicini ai brand, esigono contenuti di altà qualità e qualora non li ricevano sono pronti ad adottare filtri di blocco della pubblicità. Non solo, oltre il 43% dei Millennials intervistati ha detto di tenere in considerazione l’ad blocking perché turbati dai marchi che li inseguono per il web. Circa il 50% ha detto di essere annoiato dal fatto di ricevere lo stesso annuncio più volte mentre il 59% ha affermato di aver visualizzato troppa pubblicità. Un altro elemento interessante di questi giovani: l’80% del campione ha fatto sapere di metter il muto sugli annunci video, come i preroll su YouTube. Un target complicato Se è vero che il rapporto con la marca sta evolvendo e intensificandosi in una relazione bidirezionale, non si può negare quanto sia complicato entrare e mantenere un contatto continuativo con i Millennials. “Sono sovraesposti all’advertising e stanno guardando come perfezionare la propria esperienza online, installando ad blocker”, ha ammonito il co-chief executive di Unruly Sarah Wood. Ma gli inserzionisti che investono in contenuti hanno una grande opportunità di coinvolgere e ispirare i Millennials. Rimanere autentici Secondo lo studio, l’autenticità è un fattore fondamentale per le marche: più del 74% ha detto che perderebbe la fiducia in un brand qualora le loro pubblicità non siano genuine.