Autore: Redazione
01/07/2016

ADS: corsa per il ripristino delle multiple digitali

Il report di Reply evidenzia numerose complessità ed è ancora al vaglio della Commissione Lavori. Ma il CdA non è stato ancora convocato e la nuova release è attesa entro il 10 luglio

ADS: corsa per il ripristino delle multiple digitali

Sulla vicenda delle copie multiple digitali di ADS, a questo punto, si può parlare solo di una corsa contro il tempo per vedere se, almeno in parte, quelle vendute attraverso questa modalità potranno tornare a essere conteggiate al fine del computo totale di quelle diffuse per ogni testata. Dopo la loro sospensione decisa dal CdA della società per effettuare le opportune verifiche che l’organismo ha deciso di affidare a Reply in seguito ai dubbi sollevati da Condé Nast sull’effettivamente avvenuta downloadizzazione delle relative, singole, copie, il report della struttura di consulenza digitale è stato completato, ma è ancora al vaglio dell’apposito gruppo di lavoro composto da tre membri della Commissione Lavori della società di cui è presidente Carlo Mandelli.

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Carlo Mandelli

ADS: è corsa contro il tempo

La Commissione svolge funzioni di Comitato Tecnico e sta esaminando il complesso documento prodotto da Reply, per darne poi una sintesi al CdA di ADS, che deciderà cosa fare sulla scorta delle evidenze emerse. Ma il tempo a disposizione per eventualmente ripristinare l’apporto di questo canale alle diffusioni già dalla prossima release - e, cioè, quella relativa al mese di maggio per quotidiani e settimanali, e ad aprile per i mensili - è davvero poco, perché, in genere, i dati vengono rilasciati entro la prima decade di ogni mese e la materia pare sia piuttosto per non dire alquanto complessa. Non a caso, a ieri, il Consiglio non era stato ancora convocato.

Come già anticipato da DailyMedia, infatti, Reply ha evidenziato non meno di 6-7 situazioni diverse, che riguardano le modalità sia di cessione delle copie (per esempio, in abbonamento, in cambio merce, in blocco a un intermediario), sia del riscontro dell’avvenuta, singola, downloadizzazione da parte dell’utente finale. In realtà, l’attuale Regolamento è già abbastanza preciso, specie laddove segnala che “l’avvenuta attivazione da parte dell’utente finale dev’essere sempre verificata dalla Società di Revisione attraverso il controllo, sul sistema informativo che gestisce l’effettiva distribuzione delle copie digitali, del log di sistema generato al momento della singola attivazione”, e dove precisa che “tale verifica dev’essere effettuata su un campione significativo di contratti e di utenze e può essere realizzata attraverso interrogazioni a video, online o batch del sistema stesso“.

Il regolamento aggiunge inoltre che “nel caso di vendita a soggetti giuridici (a titolo esemplificativo aziende, enti pubblici, ecc.) di copie fruibili per un certo numero di dipendenti/utenti attraverso l’intranet dell’acquirente, sono considerate attivate e certificabili solo le copie per le quali siano messe a disposizione della Società di Revisione le informazioni di log relative ai singoli utenti finali, ad esempio attraverso la generazione di un report che contenga la registrazione delle attivazioni e che evidenzi l’identificativo dell’acquirente, dell’utente e del prodotto.

Nel caso invece di vendita attraverso intermediari, sono considerate attivate e certificabili esclusivamente le copie per le quali l’intermediario consenta la verifica puntuale dell’avvenuta attivazione da parte dell’utente finale (ad es. presso alberghi, aeroporti, stazioni, ecc.), mettendo a disposizione della Società di Revisione i log generati dal sistema informativo al momento della singola attivazione e consentendo alla Società di Revisione una dettagliata analisi delle procedure interne di generazione dei suddetti dati”.

Gli eventuali aggiornamenti in senso restrittivo del Regolamento dovrebbero andare quindi in direzione di un’accentuazione della possibilità che la copia scaricata sia effettivamente certificabile e, quindi, a un certo punto, certificata come tale: e da una persona fisica, non da un robot. La sola “attivazione”, insomma, non vale, e il mercato chiede trasparenza su questo fronte. Ovvero, che ci siano una mail di richiesta e una di risposta, e un effettivo scaricamento della replica. Per questo, il CdA di ADS dovrà vagliare caso per caso come si compongono per ogni giornale le copie multiple digitali e ripristinare quelle vendute attraverso modalità ritenute valide. Un lavoro abbastanza complesso che, appunto, fa pensare che sia possibile un loro rinvio, almeno per la prossima tornata.