Autore: Redazione
18/01/2016

Ad Blocking, questa minaccia non spaventa gli editori

Slate affronta il tema mettendo in risalto come il mobile sia un comparto ancora poco toccato

Ad Blocking, questa minaccia non spaventa gli editori

Il Wall Street Journal torna a sollevare il tema dell’ad blocking e lo fa abbassando i toni, spiegando che nonostante sia stato preso in seria considerazione non spaventa gli editori. Parlando a un evento sull’argomento, David Stern, director for product development di Slate, ha detto che l’ad blocking su mobile “non si è ancora materializzato completamente”. Lo stesso Stern ha detto che il vero problema riguarda il desktop e non smartphone e tablet: Adobe e Pagefair stimavano una perdita di 22 milioni di dollari in termini di revenue nel 2015 per l’installazione di filtri di blocco della pubblicità, con circa 198 milioni di utenti che possono contare su questi strumenti. Poco dopo la pubblicazione dello studio, avvenura in estate, Apple aveva confermato di essere pronta ad accettare nel suo store app di terze parti in grado di bloccare l’advertising su dispositivi iOS, scatenando il panico nel settore. Ma a detta di Slate gli utenti usano l’ad blocking su desktop, area da cui tuttora derivano la maggior parte dei ricavi dei publisher online. Stando a una ricerca della stessa Slate, l’editore starebbe perdendo l’8% del suo fatturato a causa dell’ad blocking. E la maggior parte di questi soldi sono persi da desktop.