Autore: Redazione
08/06/2016

Ad Blocking: agli editori la pratica costerà cara

Ovum stima una perdita di 35 miliardi da qui al 2020 stando allo scenario più realistico in termini di mancate revenue per i publisher. Spaventano gli operatori mobile

Ad Blocking: agli editori la pratica costerà cara

Ad Blocking: la pratica si sta diffondendo sempre più rapidamente ed è utilizzata con regolarità da oltre 400 milioni di persone su mobile e circa 200 milioni da desktop. Ma quanto pesa il blocco della pubblicità in termini di mancate revenue per gli editori? Secondo Ovum, unit di ricerca di Informa Group, da qui al 2020 i publisher potrebbero bruciare da 16 a oltre 78 miliardi di dollari di incassi, un valore pari a un quarto della raccolta internet in quell’anno, a seconda di come reagirà la industry al tema. Lo scenario più realistico prevede una perdita di circa 35 miliardi, con gli editori Usa che lasceranno per strada 10,5 miliardi. “È probabile che sia rrivi a una via di mezzo - ha detto Charlotte Palfrey, senior analyst di Ovum -. Se gli editori riprendessero in mano il controllo della situazione potrebbero recuperare ben 43 miliardi”.

Ad Blocking: attenzione agli operatori mobile

Ovum evidenzia anche come una minaccia sia costituita dagli operatori mobile, come 3 Italia e 3 Uk, che sono pronti a bloccare la pubblicità sui propri network attraverso un'accordo con Shine. Con circa 10 milioni di clienti in Italia, questa novità rappresenta una minaccia per i publisher tricolori, in un mercato di per sé già caratterizzato da grande concentrazione, margini molto bassi e alta competitività. I temi con cui gli operatori si pongono contro la pubblicità sono gli stessi degli utenti: tempi di caricamento troppo lunghi e consumo dei piani dati. Alcune possibili soluzioni al problema Una delle soluzioni, più volte paventata dai protagonisti dell’industry, è avviare una campagna di sensibilizzazione per l’utenza, invitandola a disattivare i sistemi di Ad Blocking perché la pubblicità sostiene il business editoriale. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di puntare su una comunicazione di matrice native. Ma anche qui gli interrogativi sono ancora tanti, soprattutto a cuasa del declino della reach social, ambiente privilegiato per questo tipo di messaggi promozionali.