Autore: Redazione
22/04/2016

Alphabet sotto le attese: per Google cpc in calo

Nel primo trimestre Big G ha generato 18 miliardi di ricavi dall’advertising, ma l’aumento dei click su mobile ne abbassa il prezzo. Per Microsoft buone notizie da Bing e Surface, un po’ meno da ricavi, utili e telefoni

Alphabet sotto le attese: per Google cpc in calo

Un giovedì sera intenso in terra statunitense. Non per l’NFL, che è in pausa e tornerà dopo l’estate in diretta su Twitter proprio in questo giorno, ma per le aziende hi tech a Wall Street, con Alphabet - alias Google - e Microsoft alla prova trimestrale. Ed entrambe le company non hanno centrato le attese degli analisti. Alphabet leggermente sotto le attese Nell’after hour la holding che controlla Google ha bruciato decine di miliardi di capitalizzazione, stabilizzandosi attorno a quota 500 miliardi di dollari. Questo perché i ricavi sono stati leggermente al di sotto delle previsioni ma comunque in robusta crescita, a 20,26 miliardi mentre l’utile per azione si è attestato a 7,50 dollari a fronte di 7,90 attesi. E dire che nell’ultimo test in Borsa, l’anno scorso, Alphabet aveva sbaragliato le previsioni ed era riuscita, seppur per pochissimo tempo, a essere l’azienda con la maggior capitalizzazione prima che Apple riconquistasse il trono. E nel 2016 il valore delle sue azioni è incrementato del 39%. Google, non si arresta il calo del cost-per-click A preoccupare gli analisti sono soprattutto le basi del core business di Google, facilmente riassumibili con un termine: pubblicità. Una voce che nei primi tre mesi dell’anno è valsa 18 miliardi di dollari ma su cui incombe un problema strutturale: il calo del cost-per-click. Se si osservano i dati di bilancio, infatti, si scopre che gli “aggregated paid clicks” crescono del 29%, seguendo un trend costante dopo il +31% del quarter precedente e il + 13% di un anno prima. In contemporanea si abbassa il “cost-per-click”, a -9% nel Q1 2016, -13% nel Q4 2015 e -7% l’anno prima. Il tema è che questi due indicatori sono inversamente proporzionali: il numero dei click aumenta a causa dell’utilizzo intensivo dei dispositivi mobile mentre il prezzo tende ad abbassarsi. Un patata bollente che Google deve affrontare seriamente, con la minaccia di Facebook che si fa via via più incalzante per la competizione nel campo della raccolta pubblicitaria mobile. Una fetta interessante se si pensa che, dati eMarketer alla mano, entrambe le società detengono il 52% delle revenue mobile in Usa. In Italia, dove purtroppo non esistono stime accurate, la percentuale potrebbe anche essere maggiore. Sempre sul mobile, i costi di acquisizione traffico si alzano e questo incide sugli utili, come spiegato dal cfo Ruth Porat. In ogni caso, nella call conference, i vertici di Google hanno sottolineato come il search mobile sia stato uno dei driver di maggiore crescita, assicurando un continuo impegno nell’innovare il settore. La partita mobile che Google gioca da leader ma attenzione..
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Insomma la battaglia si gioca nel territorio mobile e gli orizzonti per Google sono abbastanza rosei: sempre secondo eMarketer, il colosso dovrebbe chiudere il 2016 a 62,15 miliardi di revenue pubblicitarie con poco più di 34 miliardi provenienti proprio da questo canale. La concessionaria più grande al mondo distanzia di molto Facebook, che ha fatturati minori ma sta velocemente scalando il business e può contare su un ecosistema costituito anche da WhatsApp, Messenger e Instagram, tutte applicazioni ad elevato tasso di crescita dell’utenza e con potenziali di monetizzazione enormi. Anche Oculus rappresenta un asset importante che nella visione di Zuckerberg è destinato a conquistare i mercati consumer, minando ulteriormente la leadership di Big G. Che comunque si difende alla grande: con Android e Google Play Store la società alimenta il proprio business mentre YouTube quest’anno dovrebbe superare i 5 miliardi di ricavi. Next, una scommessa a rischio? Con questa trimestrale è stata solo la seconda volta che è stata rivelata la voce “Other Bets”, dove Alphabet fattura 166 milioni di dollari con una perdita di 802 milioni contro i 633 di un anno prima. Questa divisione include gli investimenti in Nest, la company acquisita per 3,2 miliardi di dollari a inizio 2014, Verily e Fiber. Microsoft va così così: bene Surface e Bing, crollo per i telefoni Wall Strett non è stata meno intransigente con Microsoft: il gigante di Seattle, infatti, ha riportato ricavi in linea a 22,1 miliardi di dollari ma un utile per azione di 0,62 dollari al di sotto degli 0,64 attesi, perdendo circa il 5% nell’after hour.   I tre segmenti di Microsoft: Productivity & Business, Intelligent Cloud, More Personal Computing Nel primo, che include Office e Dynamics le entrate sono state di 6,5 miliardi: Microsoft ha detto di avere offi 22,2 milioni di consumer user che utilizzano
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Office 365. Il secondo, che comprende le service revenue e le enterprise servicesha chiuso a 6,1 miliardi di dollari, in discesa dai 6,4 dell’anno precedente. Con il fatturato di Azure che viaggia a ritmo di un incoraggiante +120%. Il terzo, costituito da Windows, Devices, Gaming e Search ha generato introiti per 9,5 miliardi, giù rispetto ai 12,7 miliardi del trimestre precedente. Qui, l’area più interessante, le vendite di telefoni sono scese del 46%. Bene Surface, con i ricavi a + 61% per oltre 1 miliardo di dollari. Bing continua a crescere e fa segnare +18%, con il risultato che è principalmente dovuto all’utilizzo di Windows 10, con il 35% delle revenue search a marzo che proiene da questo canale.