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Vicenza: si è conclusa con successo la quarta edizione di Ecommerce Strategies

Autore: Redazione


Mercato italiano: boom dello shopping online italiano che vale 20 miliardi, ma siamo già oltre l’ecommerce. 30% di vendite in più entro il 2018 per le aziende che saparanno personalizzare l’esperienza d’acquisto

A Vicenza si è parlato delle ultime frontiere dell’ecommerce. Anzi ci si è spinti più in là.  Il 2017 sarà l’anno della svolta per le aziende: chi sceglierà di curare la relazione col cliente si assicurerà il 30% in più di vendite rispetto alla concorrenza nel giro di due anni.  È questo uno dei temi emersi prepotentemente dal confronto di 22 esperti del settore marketing e technology per l’eCommerce provenienti dall’Italia e dall’estero, riuniti a Vicenza per la 4° edizione di Ecommerce Strategies: “I 7 Vizi Capitali dell’eCommerce”, giornata di formazione gratuita rivolta ad imprese ed agenzie, organizzata da Studio Cappello. Confermati nel corso dell’incontro i trend positivi dell’ecommerce italiano.

Numeri in crescita, ma non sufficienti

L’eshop nazionale nel 2016 fa segnare un +18% rispetto al 2015. “L’ecommerce italiano arriva a valere 20 miliardi di euro” - spiega Riccardo Mangiaracina, direttore dell’Osservatorio, che al convegno ha presentato gli aggiornamenti sullo stato di salute del commercio elettronico B2c.

“Questo ci fa ben sperare, ma non è ancora sufficiente. Se vado a vedere qual è la penetrazione del commercio elettronico rispetto al totale acquisti fatto dai consumatori italiani siamo ancora al 5%. Il dato non ci soddisfa pienamente, soprattutto se ci si confronta con i mercati stranieri, UK, Francia e Germania, dove la penetrazione può arrivare anche a 4 volte tanto. La ragione di questo ritardo è la carenza di offerta: in passato molti settori merceologici sono rimasti scoperti. Uno su tutti quello dell’alimentare, food e grocery.

Ci sono delle potenzialità di crescita del nostro ecommerce ancora inespresse” - continua Mangiaracina. “Guardo con ottimismo al futuro anche perché negli ultimi due anni abbiamo constatato una certa vivacità da parte delle imprese italiane che finalmente stanno considerare il canale online come strategico e stanno cominciando ad investire.”

I frutti di questi investimenti si vedranno nel medio periodo, quindi nel giro di 3/4 anni.

Investimenti in tecnologia

Ma il dato forse più interessante emerso durante l’incontro è un altro: il 27% del budget delle aziende sarà destinato all’acquisto di tecnologie e servizi per l’implementazione della Customer Experience. Fondamentale per il successo di un ecommerce, in un mercato estremamente competitivo come quello dello shopping virtuale, non sarà più soltanto l’approdo online con piattaforma e campagne di marketing. Bisognerà puntare tutto sul valore della relazione col cliente. La presa di coscienza che ecommerce è commerce riporta infatti in primo piano un tema fondamentale: come implementare la migliore esperienza d’acquisto possibile.

ecommerce

Attenzione al cliente

Migliorare l’esperienza d’acquisto dei consumatori significa sposare soluzioni quali Customer Experience Strategy, Customer Experience Platform che, oggi, dev’essere necessariamente multicanale. “Con questi temi siamo proiettati già oltre l’ecommerce e diamo per scontato che le aziende si stiano sintonizzando su queste frequenze, anche se purtroppo, in molti, moltissimi casi non è così” - afferma Giovanni Fagherazzi business strategist di Studio Cappello e di Ewolf, la prima digital commerce boutique italiana. “In termini numerici, ciò significa che nel 2017 ci sarà un forte spostamento dei budget del marketing verso l’implementazione di soluzioni tecnologiche e strategie che punteranno a massimizzare l’esperienza d’acquisto.”

Digitale e marketing

Questa è una grande novità per tutto il settore, perché se fino a ieri il marketing produceva comunicazione piatta, oggi, col digitale entrato pesantemente sia nei processi di acquisto, sia nei processi organizzativi delle aziende, è possibile automatizzare la relazione con il cliente, conferendole un grado di personalizzazione enorme. A questo scopo le aziende dovranno investire tantissimo in analisi per capire e interpretare i comportamenti dei loro clienti, i modelli di acquisto, la customer journey, argomenti di cui si è parlato molto nel 2015 e nel 2016 e che, finalmente, stanno diventando patrimonio condiviso.

L’ecommerce è commerce

“Quanto maggiori sono i pubblici che acquistano online, tanto più grande deve essere la visibilità che devono avere le aziende per continuare a sopravvivere” - sostiene Andrea Cappello, ceo di Studio Cappello e di Ewolf. “L’ecommerce è commerce e capire questo è strategico”. Il nuovo modo di fare Retail unisce aspetti diversi del processo di acquisto (elettronico e tradizionale), specchio di una Customer Journey che si sta codificando a partire da ciò che potremmo definire una “customer generated practice”.

Rivoluzione

È in atto una vera rivoluzione. Il processo d’acquisto è definitivamente cambiato e uno dei segreti del successo di un’impresa è quello di continuare a rimanere nella testa delle persone ed essere preferiti quando si presenta il bisogno. “ecommerce è commerce e il marketing è digital”: su questo le aziende devono concentrare i loro sforzi di comprensione e azione, sapendo che il nuovo trend riporta in auge un tema nuovissimo eppure antico: la soddisfazione del cliente. Antico perché “il cliente ha sempre ragione”. Nuovissimo perché con gli strumenti e le tecnologie di oggi è possibile automatizzare la relazione con gli utenti, conferendole un altissimo grado di personalizzazione. Questa la grandissima novità che riguarda tutto il settore del marketing.

Adottare le nuove tecnologie

“Le soluzioni tecnologiche esistono già. Bisogna cominciare ad adottarle per implementare e automatizzare questo nuovo paradigma di relazione col cliente”- spiega Fagherazzi. “Questo sarà uno degli elementi differenzianti e a più alto valore rispetto alla fortissima competitività di prodotto che c’è online.” A traghettare le imprese oltre l’ecommerce sarà il CMT, il chief marketing technologist, la nuova figura che avrà un ruolo strategico nel gestire la necessaria convergenza tra il segmento marketing e la tecnologia. <


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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