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Lo shock Trump provoca timori anche nella industry pubblicitaria

Autore: Redazione


Le reazioni dei protagonisti del settore: Sorrell e Lévy: “Scenario incerto”; Sassoli: "Evento-killer che cambia la storia"

Articolo a cura di Giacomo Broggi e Vittorio Parazzoli
Alla fine, come per il referendum che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, anche le elezioni americane hanno rovesciato i sondaggi delle settimane precedenti (per altro compiuti essenzialmente via web, il che dimostra una volta ancora di più la quasi totale inattendibilità delle ricerche di mercato condotte solo attraverso l’online), dopo l’annuncio della vittoria di Donald Trump. E, come per il Brexit, anche le reazioni dei vertici dei grandi Gruppi di comunicazione attivi a livello globale sono state tiepide se non addirittura gelide e dense di preoccupazioni anche per un possibile rallentamento degli investimenti pubblicitari. Senza contare che, sempre negli Stati Uniti, spetterà appunto a Trump la scelta dei presidenti di Federal Trade Commission e Federal Communications Commission, due agenzie che prendono decisioni che hanno ricadute sulle attività dei marketer. Un altro tema di primaria importanza è quello legato al consolidamento del settore media, verso il quale Trump ha mostrato grande avversione. Ecco perché l’acquisizione di Time Warner da parte di AT&T potrebbe essere bloccata, almeno questo è quello che ha sostenuto Trump prima di essere eletto.  

Martin Sorrell, WPP

Sir Martin Sorrell, numero uno della britannica WPP, ha parlato di un “secondo” Brexit. “Ci vorrà un po’ di tempo per valutare le implicazioni al di là del breve termine”, ha dichiarato in uno statement inviato a numerose testate internazionali, evidenziando come l’incertezza, anche nei mercati europei e in Cina, provocherà un rallentamento del processo decisionale da parte di persone, società e governi, almeno nel breve termine. In ogni caso, tale volatilità potrebbe avere anche un effetto positivo, vale a dire quello di accelerare “l’implementazione di riforme utili a ridurre l’incertezza e stimolare gli investimenti”. Quindi, Sorrell ha spiegato come temi quali l’immigrazione, il commercio e il terrorismo abbiano spostato in modo significativo l’opinione degli elettori, così come accaduto per il Brexit. “E come probabilmente sarà con i referendum e le elezioni che attendono l’Europa”. Tra tutti, almeno per quanta riguarda noi italiani, c’è quello del prossimo 4 dicembre. Infine, Sorrell ha puntato il dito sui sondaggi, che non solo sono stati ancora una volta sbagliati, ma che non piacciono agli elettori, perché quest’ultimi non vogliono sapere dai media o da altri verso quale risultato le elezioni stanno andando. Sir Martin Sorrell Wpp Martin Sorrell

Mauric Lévy, Publicis

Se Sorrell ha parlato a risultato avvenuto, il ceo di Publicis Groupe, Maurice Lévy, aveva già ammonito prima della chiusura dei seggi sugli effetti di un eventuale elezione di Trump a presidente. Levy ha usato la parola “incertezza” per indicare lo scenario più probabile in seguito all’affermazione elettorale di Trump. L’impatto, anche per lui, dovrebbe essere simile a quello del Brexit, che ha provocato un approccio attendista da parte dei marketer nel più importante mercato pubblicitario del vecchio continente. Cosa che potrebbe dunque avvenire anche in America. Parlando ad AdAge, Levy ha ammesso che l’elezione di Trump non riguarderà la sola industry pubblicitaria ma gli Stati Uniti e il mondo intero. "Non so in che modo verrà influenzato - ha detto -. Chiaramente, non è un politico classico. Pertanto, nessuno sa esattamente quello che farà". Maurice Lèvy Maurice Lèvy

Lorenzo Sassoli de Bianchi, UPA

«E’ un evento-killer che cambia la storia - commenta a caldo la nomina di Trump Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente di UPA, interpellato da DailyMedia - anche se tutti gli aspetti imprevedibili che ne possono conseguire, a livello politico ed economico in senso globale, e per la industry della comunicazione in particolare, si vedranno più a lungo termine. Trump è il primo non-politico a diventare presidente degli Stati Uniti, è la perfetta espressione di quella società iper-eccitata e di iper-democrazia di cui ho già parlato all’assemblea della nostra associazione, in cui si esprimono malumori via web e la rabbia di gente colpita dalla crisi, disoccupati ed emarginati, che hanno bypassato i corpi intermedi eleggendo un outsider. E’ la conferma della crisi dei partiti, dei sindacati e anche dei grandi media tradizionali, autoreferenziali e adagiati sulla vecchia classe politica, di cui Hillary Clinton, vero personaggio da “House of Cards”, era la perfetta rappresentante. Trump invece è un protagonista dell’agit-prop mediatico degno di “Black Mirror” ma, alla fine, è stata la candidata democratica a rincorrerlo. Per l’Italia, comunque, questo, per ora non è il problema, quanto invece lo potrà essere il Referendum, con tutte le incertezze che si aprirebbero se cadesse il Governo». Sassoli, quindi, non cambia le sue previsioni per quest’anno e conferma quelle dense di nuvole per il 2017 di cui ha già fatto cenno nelle scorse settimane.   Lorenzo Sassoli De Bianchi Lorenzo Sassoli de Bianchi  

Jonathan Barnard, Zenith

Per Jonathan Barnard, head of forecasting di Zenith, agenzia media controllata da Publicis Groupe, “l’incertezza è negativa per la crescita del settore pubblicitario”; tuttavia l’evento politico di questo novembre non sarà una apocalisse e un'eventuale contrazione della spesa pubblicitaria non sarebbe comunque legata esclusivamente alle scelte della nuova amministrazione ma anche a fattori macro-economici. Barnard ha ammesso che se alcuni degli annunci fatti in campagna elettorale si concretizzassero, come per esempio gli impegni a rivedere i trattati commerciali e le politiche di immigrazione, allora si potrebbe verificare una contrazione degli investimenti. Della quale l’Italia non dovrebbe risentire.  

Kelly Clark, GroupM

Per Kelly Clark, global chief executive di GroupM, “le decisioni sugli investimenti saranno rimandate”. Addirittura Clark prevede un declino della spesa nei prossimi sei mesi per il mercato pubblicitario americano, dopo che GroupM ha stimato una chiusura d’anno in aumento del 3,9% a 183,9 milioni di dollari.  

Michael Roth, Interpublic

Per il ceo di Interpublic Group, Michael Roth, la situazione di incertezza potrebbe avere un effetto di congelamento degli investimenti sul breve termine senza provocare una contrazione sul lungo periodo. Roth ha comunque mostrato una certa speranza: "la mia opinione è ciò che viene detto durante la campagna elettorale non è necessariamente ciò che poi accadrà. Esistono organi di controllo”.  

John Wren, Omnicom

Diversi gruppi hanno notato un rallentamento della crescita negli Stati Uniti nell’ultimo trimestre, a causa dei dubbi intorno alle presidenziali. Tra questi c’è anche Omnicom Group: il ceo John Wren ha detto durante una conference call prima delle elezioni che questo sarebbe “un anno davvero inusuale” caratterizzato da un “generale conservatorismo”.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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