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Twitter ufficializza: i tweet potranno avere un massimo di 280 caratteri

Autore: Redazione


Dopo una fase di test, l’azienda ha deciso di cambiare la policy per consentire a tutti gli utenti di esprimersi più facilmente. Gli iscritti hanno dimostrato entusiasmo

di Anna Maria Ciardullo

Un tweet non è un semplice messaggio, ma un esercizio di riduzione e riassunto, per condensare i concetti in un colpo d’occhio fugace ed efficace. E, sebbene i messaggi brevi rappresentino parte dell’identità dei cinguettii sul social, lo scorso settembre Twitter ha avviato un test per espandere il limite dei 140 caratteri e fare in modo che chiunque in tutto il mondo potesse esprimersi più facilmente sulla piattaforma, compreso chi riscontrava qualche problema a essere breve ed efficace per via della struttura complessa della propria lingua.

Più caratteri per tutti

La piattaforma, dopo aver analizzato i risultati del test, ha confermato il raggiungimento del suo obiettivo, ossia mantenere la brevità e la velocità, che da sempre caratterizzano il social, pur ampliando le possibilità di digitazione. Per questo, a partire da martedì sera, ha ufficializzato l’ampliamento del limite di caratteri da 140 a 280. Il Giapponese, il Coreano e il Cinese, essendo lingue che condensano i concetti in pochi segni, continueranno, invece, a mantenere il vecchio limite.

I dati emersi

Durante il beta test della funzionalità, è emerso che gli utenti hanno usufruito di più caratteri soprattutto nella fase iniziale ma la tendenza si è normalizzata in poco tempo stabilendo una media di messaggi più brevi. Tuttavia, Twitter ha riscontrato un aumento delle interazioni con la piattaforma, soprattutto, da parte di chi aveva bisogno di più spazio per veicolare il proprio messaggio. E, dato ancora più importante, la maggior parte delle volte, le persone twittavano stando addirittura al di sotto dei 140 caratteri, mantenendo così intatta la brevità distintiva di Twitter. I risultati della fase di sperimentazion hanno evidenziato, dunque, come con questa novità, gli utenti fossero portati a twittare di più e più spesso bilanciando i tweet brevi con quelli più lunghi in maniera assolutamente naturale e senza snaturare l’identità della piattaforma. Infatti, il numero dei Tweet che prima si avvicinavano o raggiungevano il limite si è abbassato all’1%.

Twittare diventa più facile

Storicamente, il 9% dei tweet in inglese raggiunge il limite dei caratteri disponibili. Questo dato ben riflette la difficoltà di concentrare un pensiero all’interno di un tweet, elemento che spesso si traduce in una grande quantità di tempo spesa nel modificare il testo o, spesso, addirittura nell’abbandonarlo prima dell’invio. Probabilmente gli utenti, senza preoccuparsi troppo dei limiti, impegano meno tempo e impegno nel modificare i tweet prima di pubblicarli ma hanno mantenuto istintivamente un limite ideale. Questo conferma come una maggior disponibilità di spazi renda molto più facile per le persone esprimere i propri pensieri.

Mantenere la brevità di Twitter

Il dubbio principale di Twitter era che le timeline potessero riempirsi di tanti lunghi tweet da 280 caratteri, ma è stato ampiamente fugato con il test. Solo il 5% dei cinguettii inviati sono risultati più lunghi di 140 caratteri e solo il 2% hanno superato i 190 caratteri. Di conseguenza, l’esperienza di lettura e browsing della timeline è cambiata sostanzialmente. L’entusiasmo per lo spazio extra si è limitato alla fase iniziale. Gli utenti si sono anche divertiti a fare esperimenti creativi come, per esempio, quello di scrivere un carattere per riga per rendere i tweet davvero “extra large”. Ma si è trattato solo di un effetto di breve durata. Twitter si aspetta un’ondata di questo effetto anche a seguito dell’annuncio della novità, ma si aspetta anche un rientro subito dopo.

Engagement

In aggiunta a una quantità maggiore di tweet, gli utenti hanno dimostrato anche un livello maggiore di engagement (like, retweet, @mention), incrementato il numero di follower e passando più tempo su Twitter. Lo scopo di semplificare il processo di tweeting è stato pienamente raggiunto e la company si è impengnata a continuare ad ascoltare la community e a lavorare per rendere Twitter più facile per tutti mantenendo, allo stesso tempo, intatte le sue peculiarità.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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