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Mondadori punta su digitale e crm, 1° bimestre flat

Autore: S Antonini


A gennaio e febbraio 2016 la raccolta è in linea con lo stesso periodo dell'anno scorso; proposta d'acquisto a Banzai con esclusiva fino al 30 aprile

Ernesto Mauri, amministratore delegato di Mondadori Ernesto Mauri, amministratore delegato di Mondadori Con il business tradizionale cartaceo in continua contrazione, l’unico modo per riportare la marginalità a livelli accettabili è puntare sul digitale. L’amministratore delegato di Mondadori Ernesto Mauri è stato molto chiaro: «Per noi, i periodici coincidono con il digitale. La nostra attività in Italia genera 300 milioni di euro con una profittabilità bassissima. In Francia il fatturato supera i 330 milioni e la marginalità sta intorno all’11%, un andamento per ora soddisfacente. Ma in Italia non va bene. Non vogliamo spostare il nostro focus, ma risolviamo il problema sviluppando il digitale». In questo contesto strategico si inserisce l’interesse per l’acquisizione di Banzai Media: «Hanno sia il know how sia i prodotti editoriali, molto coerenti con i nostri per il target femminile». L'azienda editoriale presieduta da Marina Berlusconi conferma di aver presentato offerta di acquisto (ne abbiamo parlato qui) a fronte della quale la Banzai ha deciso di concedere un periodo di esclusiva fino al 30 aprile 2016. Mauri continua: «Nessun editore può stare sul mercato senza risolvere il problema del digitale». Mondadori, spiega l’a.d., ha bisogno di acquisire competenze che non possiede all’interno, svilupparle autonomamente richiede molto tempo e si corre il rischio di non riuscire. Per questo, oltre a Banzai, l’azienda sta valutando anche altri dossier. Il piano triennale mette a disposizione 80 milioni di euro per gli investimenti, buona parte dei quali da destinare al digital. Sui periodici, però, ci sono anche altri progetti. Mondadori si aspetta una crescita del 2% grazie all’introduzione di una nuova attività di marketing service che propone la vendita integrata di contenuti e lettori profilati. Cemit, Kiver e gestione abbonamenti sono confluiti in un’unica divisione interna a Mondadori che dovrà sviluppare il CRM, a partire dagli abbonati, circa 2,5 milioni, e dagli utenti unici 9,5 milioni. «Per noi la gestione dei big data è un’attività strategica, perché disponiamo di una quantità di informazioni che ci arrivano dalle nostre attività digitali, e non siamo ancora in grado di sfruttarle - commenta Mauri -. La profilazione è il futuro del business perché le audience digitali sono le uniche che si sviluppano». L’ambizione è portare i ricavi da digitale al 10% del totale Gruppo. Mauri conferma che non c’è alcuna intenzione di vendere testate, poiché sono tutte in utile tranne Panorama che, però, presenta una perdita marginale che dovrebbe essere azzerata l’anno prossimo. Più del 40% del business generato dal sistema Panorama – oltre 30 milioni di euro – è dato dalle attività collaterali alla testata principale: «Questo mostra che l’attività principale sta calando e bisogna concentrarsi sul sistema» costruito intorno al brand. Grazie allo sviluppo digitale, al miglioramento della gestione dei periodici, all’incremento dell’attività retail – atteso intorno al 2% - e alle iniziative speciali nel 2016 la contrazione dei ricavi non dovrebbe più verificarsi. La raccolta pubblicitaria ha un peso relativo per il Gruppo: «Siamo più interessati ai margini – dice Mauri – e a migliorare la redditività in Italia». Il 2016 non è iniziato bene con un gennaio molto lento, mentre a febbraio il mercato ha recuperato: «Il primo bimestre dovrebbe essere in linea con l’anno scorso. Vedo molto positivamente lo sviluppo del digital che cresce del 18%, in Italia, e va bene in Francia». Per quanto riguarda l’acquisizione di Rizzoli Libri, si attende il via libera dell’Antitrust entro il 31 marzo, poi rimangono 15 giorni operativi per fare il closing. Poi partiranno le trattative per vendere Marsilio e Bompiani. Le due aziende insieme generano un fatturato aggregato di 1,3 miliardi di euro. «Con questa acquisizione, Mondadori diventa il primo editore italiano» sottolinea Mauri. Nel luglio del 2015 è stato acquisito il 100% di Gruhner+Jahr. Operazioni rese possibili dalle cessione dell’80% di Monradio, del 50% della joint venture con Harlequin e di un immobile di via Sicilia a Roma, «senza chiedere un soldo all’azionista» conclude Mauri.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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