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WeChat, la soluzione giusta per le aziende interessate ai consumatori cinesi

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Andrea Ghizzoni, director Europe di WeChat (Tencent), e Fausto Caprini, a.d. di Digital Retex, partner della società nel nostro Paese, illustrano le ultime novità della piattaforma: in arrivo in Italia WeChat Pay

Portare le aziende italiane in Cina. È un obiettivo chiaro quello di WeChat, società del colosso Tencent di cui è director Europe Andrea Ghizzoni. Dopo un primo approccio sul segmento consumer nel mercato europeo, vedi le campagne pubblicitarie con Lionel Messi e Belen Rodriguez risalenti al 2013, l’azienda ha deciso di concentrare il focus sul b2b, allo scopo di abilitare inedite opportunità di comunicazione, e soprattutto di business, con i quasi 1,4 miliardi di consumatori cinesi. DailyNet ha incontrato Andrea Ghizzoni e Fausto Caprini, amministratore delegato di Digital Retex, il partner ufficiale di WeChat in Europa e unico nel nostro Paese, che hanno risposto alle nostre domande e anticipato al nostro giornale il prossimo lancio del sistema WeChat Pay in Italia.

Partiamo dalla Cina, come sta evolvendo il settore del digital?

Come si può facilmente immaginare la fruizione di internet in Cina è diversa rispetto al mondo Occidentale. Nel Paese esistono due principali marketplace: da una parte c’è Alibaba con Taobao e TMall, e dall’altra c’è JD.Com, partecipato al 30% da Tencent. Poi c’è Baidu, il motore di ricerca che è la controparte di Google e alcuni social media come Sina Weibo. Infine, c’è WeChat, che non è solo una app di messaggistica, ma un vero e proprio ecosistema di servizi in cui è possibile prenotare un taxi, comprare un abito e, più in generale, svolgere numerose attività a stretto contatto con le aziende. Oggi gli utenti di WeChat sono 965 milioni, la gran parte dei quali vive in Cina. Un vero e proprio tesoro per le aziende multinazionali viste le stime relative ad alcuni settori merceologici, che indicano come la Cina sia responsabile di oltre il 50% dei consumi globali, con punte fino al 65% nel caso dell’orologeria. Un altro dato da tenere a mente è l’incidenza dell’ecommerce sul totale retail, al 20% (in Italia il medesimo valore è del 5,6%, dati Netcomm riferiti al 2017, ndr).

Quindi il compito di WeChat in Italia è quello di favorire il business delle aziende in Cina?

È uno dei principali. I consumi, infatti, non avvengono solo in Cina, ma la quota di viaggiatori cinesi sta rapidamente aumentando. Oggi solo il 7% dei cinesi possiede un passaporto. Nel 2002 i turisti erano 10 milioni, oggi sono 120 milioni. In Italia sono stati circa 2,5 milioni nel 2016, con previsioni di toccare i 10 milioni nel 2021. Quindi, questa massa di viaggiatori è raggiungibile su WeChat anche quando è in visita in Italia o in un altro Paese.

In sostanza come si declinano i vostri rapporti con le aziende?

Noi forniamo una serie di servizi consulenziali, che permettono di avviare la presenza su WeChat attraverso l’apertura di un account. E poi seguiamo il cliente nella gestione dell’advertising, del piano media, dell’engagement, della conversione e degli analytics, il tutto attraverso unico progetto integrato di comunicazione da noi elaborato. E l’erogazione degli annunci viene seguita direttamente dal personale di Tencent in Cina, una garanzia di affidabilità e risultati. Voglio sottolineare un’altra cosa importante: WeChat non è un marketplace, non eroga servizi di gestione né pretende alcun fee.

In molti sono convinti della bontà dei dati di WeChat, ancora maggiore rispetto a quella di molti concorrenti orientali e non.

Il fatto che sull’applicazione sia possibile compiere tante e diverse azioni consente di generare un patrimonio di dati unico sul mercato e di qualità maggiore in confronto ad altri nostri concorrenti. Ciò ha una ricaduta sui risultati dell’advertising, per esempio il CTR dei banner si attesta attorno all’1%, mentre le campagne sulla sezione Momenti hanno un engagement rate superiore al 4%. La pressione è molto bassa: su Momenti l’utente vedrà al massimo uno spot al giorno, mentre la quota dei banner si aggira tra il 17 e il 20% delle pagine viste. Possiamo anche creare anche un data set comprensivo dei diversi profili di utenza per fare retargeting. E c’è un ulteriore vantaggio per i nostri partner: una volta che l’utente interagisce con un messaggio promozionale, atterra su una pagina di cui WeChat fa da solo browser e, di conseguenza, i dati sono di proprietà dell’azienda. Anche nella conclusione dei pagamenti, le imprese possono scegliere quale sistema offrire, oltre al nostro WeChat Pay, da cui tratteniamo una fee e che a breve arriverà anche in Italia.

Ci può anticipare qualcosa in più su WeChat Pay?

Come abbiamo detto in precedenza arriverà in Italia nell’ambito di un progetto più ampio e di respiro europeo. La soluzione facilita la vita dei consumatori cinesi, che potranno pagare direttamente dal proprio cellulare senza bisogno di altro. E per le aziende, che in questo modo fidelizzano il consumatore e generano nuovi dati. A oggi, sono circa 1 milione le transazioni concluse ogni giorno tramite questo strumento di pagamento, un numero che troviamo davvero impressionante.

La vostra proposta commerciale sembra tarata soprattutto per le aziende di dimensioni più grandi.

In effetti è così. Una PMI deve avere un business tale da poter realizzare e vendere prodotti in Cina. Ma come abbiamo già evidenziato, una PMI può servirsi di WeChat per contattare i turisti cinesi nel proprio Paese. Inoltre, Tencent ha stretto un accordo con il Governo cinese per facilitare il processo di apertura di un account di WeChat da parte di imprese straniere. Prima era necessario dotarsi autonomamente di una business licence, oggi lo si può fare tramite WeChat Europe.

Quali sono le proiezioni di chiusura quest’anno per Digital Retex in Italia?

Ci attendiamo una crescita percentuale del 300%. E siamo già profittevoli. A livello operativo ci aspetta a fine mese un evento con i nostri clienti e partner locali, con l’obiettivo di far loro scoprire e comprendere le potenzialità che oggi ha WeChat.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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